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I Saggi hanno deliberato: abolire una Camera, salvare il finanziamento ai partiti e molto altro che sarà ascoltato?

Creato il 12 aprile 2013 da Giuseino @seriesmag
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Finalmente dopo dieci giorni i famosi “saggi” voluti dal Presidente Napolitano hanno deliberato tipo “setta satanica” preparando un corposo documento con una serie di punti chiave strategici da seguire per salvare l’Italia, diciamo che alcuni punti sono anche molto interessanti come ad esempio la proposta di abolire il bicameralismo alla base dei tantissimi problemi che stiamo vivendo e che abbiamo avuto in tutti questi anni.

Poi salvare le imprese, ridurre il debito pubblico e la disoccupazione e per loro va salvaguardato il finanziamento pubblico ai partiti ma distribuito equamente alle varie forze politiche e sopratutto deve essere verificato e controllato, proseguire assolutamente con la spending review e molto altro che potete leggere di seguito. Quanto di tutto questo sarà fatto e ascoltato da quella specie di politici che ci ritroviamo?

Uno dei punti fondamentali indicati nel documento è dunque quello di superare l’attuale bicameralismo perfetto, individuato come “una delle cause della difficoltà di funzionamento del nostro sistema istituzionale”. I saggi propongono che ci sia una sola Camera politica, mentre il Senato deve rappresentare le autonomie regionali. Solo la Camera dà la fiducia e ha il voto definitivo sui disegni di legge.

La ricetta dei commissari continua definendo “ineliminabile il finanziamento pubblico” ai partiti, pur precisando che i fondi vanno assegnati alle forze politiche “in forma adeguata e con verificabilità”.

Il documento dice poi il Parlamento “ha approvato recentemente un’importante legge anticorruzione” che va tuttavia potenziata nelle attività di prevenzione da parte della Pubblica amministrazione e nelle attività di controllo amministrativo. Soprattutto, si legge nella relazione, va introdotto il reato di autoriciclaggio, vanno rafforzate le norme sulla falsità in bilancio e va precisata la fattispecie dello “scambio elettorale politico-mafioso”.

“Le scelte distributive dell’onere fiscale e delle risorse raccolte sono prettamente politiche e il Gruppo ha ritenuto di non potervisi addentrare”, scrivono poi i Saggi nel loro documento, sottolineando comunque una “raccomandazione”: destinare le maggiori eventuali entrate a ridurre il peso del fisco sui redditi da lavoro.

“La malattia dell’economia italiana ha una causa principale: l’inefficienza, ovvero la produttività bassa e stagnante”, dicono i saggi: una inefficienza che “colpisce sia le amministrazioni pubbliche, sia diversi segmenti dei settori privati che producono servizi e beni manufatti. Hanno pesato la difficoltà di molte imprese private a crescere nella dimensione e l’inefficienza delle amministrazioni pubbliche”.

Il gruppo di lavoro suggerisce anche di convogliare gli investimenti dei prossimi due anni, cioè da qui all’Expo del 2015, alla cultura e al turismo, con una strategia unificante che preveda anche, “forme di prestito oneroso ai privati” delle opere d’arte oggi chiuse nei magazzini dei musei italiani. Col ricavato si finanzierebbe così la stessa attività dei musei. I saggi ritengono utile anche potenziare le strutture ricettive e culturali del Paese per evitare che l’impatto turistico legato all’Expo si trasformi in un boomerang.

Aumentare di 2 miliardi la dotazione del Fondo centrale di garanzia per lepiccole e medie imprese potrebbe consentire più credito per oltre 30 miliardi e permetterebbe di non “incidere significativamente sui conti pubblici nel biennio 2013-2014″ e previa verifica di compatibilità Ue sugli aiuti di Stato. I saggi auspicano poi che si rivedano le restrizioni sui contratti di lavoro a termine, almeno fino al consolidamento delle prospettive di crescita economica.

“Oltre a interventi che facilitino l’ingresso e la parità di trattamento anche retributiva a parità di funzioni, sarebbe utile istituzionalizzare e disciplinare con regole certe la possibilità di ricorrere al telelavoro, con vantaggi anche per le imprese in termini di riduzione dei costi fissi e dei casi di assenteismo”. Lo scrivono i saggi evidenziano come il telelavoro sia “uno strumento ancora sottoutilizzato in Italia”.

In materia di giustizia, per i saggi bisogna intervenire perché la durata dei processi sia “ragionevole” e auspicando un miglioramento del sistema carcerario, contribuendo al “contenimento di un sovraffollamento ormai insostenibile” e promuovendo “l’introduzione su larga scala di pene alternative alla detenzione”.


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