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Trama: quando un maniaco gli uccide la fidanzata incinta, un poliziotto decide di intraprendere un lungo e sanguinoso viaggio sul sentiero della vendetta, cominciando un inquietante gioco in cui i ruoli di preda e predatore si invertono…
I Saw the Devil. Il titolo si presta a più di un’interpretazione. Chi o cosa è il Diavolo e soprattutto qual è il punto di vista attraverso cui si manifesta questa terribile figura? Come spettatori, di primo acchito, non avremmo dubbi: il diavolo è il perverso Kyung – chul, uno dei maniaci più spietati, laidi, abietti e privi di ironia che abbia mai calcato lo schermo. In una Corea letteralmente invasa da assassini, stupratori, pervertiti della peggior specie, lui ne è il freddo, insensibile ed inarrestabile re, sordo a qualunque tipo di richiamo alla pietà, privo di paure, rimorsi o dubbi. Quella di Kyung-chul è una figura impossibile da dimenticare, un personaggio che lascia addosso allo spettatore una tangibile sensazione di “sporco”, una voglia incredibile di averlo per le mani e, come minimo, dargli tante di quelle mazzate da frantumargli ogni osso, lasciarlo guarire e ricominciare da capo, all’infinito. E qui casca l’asino, appunto. Perché il Diavolo, il Male, la violenza, il sangue, sono come una malattia. Si propagano e non se ne ha mai abbastanza, infettano anche il giusto. In questo caso, il poliziotto Soo-hyeon, che diventa letteralmente il Diavolo agli occhi di Kyung –chul, l’oscuro vendicatore che gli impedisce di portare avanti la sua perversa ricerca del piacere e del sangue, il demone che gli promette un dolore e un terrore interminabili.
Soo-hyeon agisce spinto dal dolore e dal desiderio di vendetta, guarda il diavolo negli occhi e accetta di diventare come lui, dimenticando che, in quanto poliziotto, il suo primo pensiero dovrebbe andare innanzitutto al prossimo. Invece, Soo-hyeon comincia ad indulgere nel piacere della caccia, lasciando che la sua nemesi vaghi per la Corea azzoppato, dolorante, ferito ma comunque ancora molto pericoloso, come la proverbiale tigre, con gli artigli spuntati ancora in grado di ferire tutte le persone più o meno innocenti che incontrerà nel cammino, fino ad arrivare al devastante, dolorosissimo finale. Non vi dirò chi dei due contendenti vincerà, perché in una storia così terribile non ci possono essere vincitori o vinti: chi non ha mai avuto un’anima viene spezzato nel fisico, chi ce l’ha viene invece costretto a mandarla a far compagnia ad un cuore in frantumi. Alla fin fine, quindi, chi ci guadagna è sempre il Diavolo, qualunque sia la sua incarnazione, perché la vendetta ha sempre e comunque un prezzo altissimo, soprattutto quando segue un percorso tortuoso come quello mostrato in I Saw the Devil.
Vi lascio modo di gustare il dipanarsi della trama come ho fatto io, persa nelle due ore e passa di durata del film tanto da non rendermi nemmeno conto dello scorrere del tempo e vado a parlare brevemente degli aspetti più formali della pellicola. I Saw the Devil è un film in grado di mescolare una crudezza a tratti insostenibile e una perfezione di regia e montaggio talmente ricercata che sembra di guardare un'opera d'arte in movimento. Jee-won Kim pare quasi bearsi dei corpi mutilati, del sangue che imbratta il terreno, persino delle feci, di ogni cosa che arriva ad insozzare lo schermo e che lui ci restituisce con una fotografia nitida e pulitissima, quasi volesse prenderci in giro. Siamo ben lontani sia dall'inquietudine sussurrata di Two Sisters sia dai baracconeschi effetti gore delle produzioni giapponesi: in I Saw the Devil non c'è nulla né di sussurrato né di irreale e a rendere ancora più angosciante il tutto ci pensa Min-sik Choi, che si annulla completamente nell'insensibile macchina di morte da lui interpretata. E Byung-hun Lee non viene eclissato da un personaggio così orribilmente carismatico, anzi. La sua interpretazione misurata conferisce al poliziotto una dignità incredibile, tale che gli bastano un gesto o uno sguardo per far capire allo spettatore tutta la rabbia e il dolore che il suo personaggio si porta dietro a rischio di esplodere. A coronare il tutto c'è anche una colonna sonora molto particolare, che tocca l'apice dello straniamento durante la sequenza in cui Kyung-chul strimpella degli accordi assai simili a quelli di The House of Rising Sun. In conclusione, I Saw the Devil è un film bellissimo che consiglio spassionatamente... ovvio, non ai deboli di stomaco o a chi si impressiona facilmente perché è stata una visione difficile persino per me.
Del regista Jee-woon Kim ho già parlato qui.
Byung-hun Lee interpreta Kim Soo-hyeon. Coreano, ha partecipato a film come Three… Extremes, Hero, Il buono il matto e il cattivo e G.I.Joe – La nascita dei Cobra. Ha 43 anni e due film uscita, tra cui Red 2 e G.I.Joe – La vendetta.
Min-sik Choi interpreta il terribile Kyung-chul. Coreano, ha partecipato a film come Oldboy e Lady Vendetta. Ha 50 anni.
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