I segreti della Fabbrica dei Sogni: Effetto Notte di François Truffaut

Creato il 21 agosto 2012 da Alessandro Manzetti @amanzetti

"I film sono più armoniosi della vita; non ci sono intoppi, non ci sono rallentamenti nei film. I film vanno avanti come treni, capisci, come treni nella notte"
In questa affermazione si sintetizza il pensiero del regista François Truffaut, uno dei principali esponenti, insieme a Godard, della Nouvelle Vague (nuova ondata), movimento esploso nel '59 in Francia e giunto nella piena maturazione nel corso degli anni sessanta. Fu proprio Truffaut, con il suo film "I Quattrocento colpi", vincitore a Cannes del premio per la migliore regia, a offrire piena visibilità sulla scena internazionale alla nuova visione del cinema della Nouvelle Vague, sospesa tra esistenzialismo pop e realismo poetico.
Una visione molto stereotipata di questo movimento artistico ci presenta le gesta di giovani cineasti, appassionati e assidui frequentatori dei cineclub e del cinema d'essai,  che,  posti dietro la macchine da ripresa, con pochi mezzi a disposizione  mettono in crisi, con le loro interpretazioni e sperimentazioni, le logore visioni dell' industria del cinema, quello commerciale per intenderci. La realtà non è proprio questa: l'industria del cinema, con le sue inequivocabili sirene, attirerà poi nel suo grembo molti tra questi giovani registi. Ma lo spirito con cui si forma inizialmente la visione della Nouvelle Vague è autentico:  un nuovo modo di intendere il cinema e la vita, impresso sulla pellicola con l'immediatezza e la sincerità della sensibilità dei talenti della nuova generazione.

Godard ci offre una definizione molto affascinante e poetica della Nuovelle Vague: "Catturare lo spendore del vero". Il movimento si caratterizza dunque per un neorealismo senza troppe mediazioni tecniche, alla ricerca di una nuova Fabbrica dei Sogni itinerante, in viaggio continuo tra strade, e appartamenti, abbandonando le catene dei giganteschi studi dell'industria cinematografica. Ma questo articolo vuole fare qualche passo avanti, superare la Nuovelle Vague, il veloce declino della sua curva creativa, dalle sperimentazioni, ai primi successi commerciali, dalle piccole sale alle attenzioni dei grandi produttori, fino a arrivare all'assorbimento e inquadramento, del movimento (ormai fantasma) all'interno nell'industria del cinema, poco rinnovata in realtà, ma di nuovo in auge presso il grande pubblico.

Arriviamo dunque ai primi anni settanta, al film protagonista di questo articolo, che è possibile definire come il manifesto della visione del cinema di François Truffaut: il film Effetto Notte (La Nuit américaine, 1973): un film sul film in cui ci scopriamo duplici spettatori, un magnifico cacciavite che il regista ci mette a disposizione per smontare la Fabbrica dei Sogni, il Cinema, scoprirne tutti i segreti, i meccanismi più nascosti e le dinamiche più insospettabili. Il titolo in originale del film, La Nuit américaine già la dice lunga sugli intenti del regista: si tratta del nome di una tecnica cinematografica che consiste nel trasformare in "notturna" una ripresa fatta in piena luce, grazie all'inserimento di un filtro davanti all'obiettivo.
La trama di Effetto Notte racconta le riprese di un film, un melodramma sentimentale dal titolo “Vi presento Pamela” (Je vous présent Pamela)  nel quale lo stesso Truffaut interpreta il ruolo del regista Ferrand  (evento unico nella sua carriera). Il film viene realizzato a Nizza, negli stabilimenti di La Vittorine, dal primo all'ultimo giorno delle riprese i problemi della lavorazione si intrecciano  con i rapporti personali tra i vari componenti della "troupe", con gli imprevisti della vita reale: vecchiaia, amore, morte, con la storia del film nel film. Una pellicola in cui si materializza non tanto un dietro le quinte del cinema in generale, ma un dentro la pancia del cinema di Truffaut. Ricco di spunti autobiografici e di citazioni (Welles, Hitchcock, Renoir, Bergman, Fellini, Bresson, Bunuel, Rossellini, Godard, Donen, Hawks)


  Il film è anche una magnifica dichiarazione d'amore di Truffaut per il cinema, per un mondo al quale sente di appartenere integralmente. Effetto Notte fu un grande successo: Oscar per il miglior film straniero e 3 nomination: sceneggiatura, regia e alla splendida interpretazione di Valentina Cortese. Nel cast Jacqueline Bisset, François Truffaut,Jean-Pierre Aumont, Valentina Cortese, Jean-Pierre Léaud, Alexandra Stewart. Il film è dedicato da Truffaut alle sorelle Dorothy e Lillian Gish, le prime dive del cinema americano.
La visione di Truffaut, del cinema e insieme della vita, oltre che nei fotogrammi ispirati di questo suo metacinema, è tra le righe stesse delle sue riflessioni su Effetto Notte: "Le cose si agganciano come dei vagoni, il racconto procede lungo le rotaie, il pubblico-viaggiatore non scende dal treno, si lascia trasportare dalla partenza fino al capolinea attraversando paesaggi che sono emozioni”. E' evidente la compenetrazione fra l'arte e la vita nella personale poetica di Truffaut proiettata sullo schermo, l'elogio del potere dell’immaginazione sulla realtà, in grado di poter cancellare, superare, perfino la morte umana. Un film in cui Truffaut tenta di riporta lo spettatore, con consapevolezza, ma anche tramite con una doppia illusione di fondo, a quel rapporto con il tanto rimpianto cinema americano classico. Effetto Notte, tornando all'inizio dell'articolo, all'imborghesimento degli interpreti della Nouvelle Vague,  è anche il tentativo del regista di emanciparsi dalla sua presunto assorbimento nel sistema cinematografico, borghese e convenzionale.




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