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I segreti di borgo Larici: anche no!

Creato il 26 gennaio 2014 da Randomgazette

Brevissimo post di recensione della nuova serie tv in costume firmata Canale5: breve quanto poco meritevole di attenzione è il soggetto. Partiamo dal presupposto che l’idea non era male, anche se un po’ scopiazzata dalla britannica Downton Abbey – che come sapete amo molto ed alla quale Borgo Larici non lega neanche le scarpe. Un borgo industriale torinese dei primi anni Venti, l’alto borghese famiglia proprietaria del borgo con i suoi segreti, un rampollo affascinante che cerca di scoprire la verità e la sirena della fabbrica di filati che scandisce il tempo della gente comune nel tempo delle prime avvisaglie di scioperi e rivolte operaie. Poteva non essere male…se non fosse stata surclassata a mediocre e scialba fiction all’italiana in odore di soap opera. Già il cast misto italiano e sudamericano mi ha fatta ammoscare, poi la prima puntata ha compiuto l’opera. Il giovane, attraente e gentile Francesco Sormani, futuro proprietario del borgo, non fa in tempo ad entrare in scena che già si innamora dell’intelligente – e totalmente insipida – maestra della scuola, orfana di madre che si occupa anche di padre e fratello, operai in fabbrica. Non solo, ma si mette anche contro la famiglia difendendo lei stessa ed il fratello di lei, che si è messo nei guai gridando allo sciopero socialista e picchiando il capofabbrica. E non è tutto. Poche scene dopo la maestrina ringrazia il padrone con un bacio in bocca. Ma dico vi pare normale??? Negli anni Venti??? E ovviamente due minuti dopo lui è a letto nudo insieme alla fidanzata, impersonata dalla bionda attrice colombiana Nathalie Rapti Gomez, che pensa alla scialba e povera Anita.

Santo cielo, va bene che ormai non si può scrivere niente senza che ci sia qualche drammone sentimentale perché sennò il pubblico ti ignora, ma almeno potevano aspettare un po’ e lasciare che la storia si sviluppasse, che non succedesse tutto in modo così ovvio e banale da risultare sgradevole. E poi le storie d’amore si possono trattare anche senza scene gocciolanti di melassa, inquadrature ad effetto e mani che si incontrano inavvertitamente per raccogliere un fazzoletto caduto. In questo gli inglesi sono maestri, secondo me. E guardate che la passione e la carica emotiva non ne perdono, anzi!

Insomma…a me è passata la voglia di guardare la seconda puntata, nonostante la bellezza, il fascino e tutto sommato anche la bravura di Giulio Berruti…unica nota positiva che sono riuscita a trovare.
In caso vi avesse sortito diverso effetto, fateci sapere le vostre opinioni!!!


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