I segreti di Mia Martini. La cantante parla con serenità dei suoi anni bui

 Sei anni di silenzio. Mia Martini abbandonò e fu abbandonata da tutto, da tutti, nel 1983.Sei anni di buio su cui aleggiano solo ricordi, memorie di grandi successi (Piccolo uomo, Minuetto, E non finisce mica il cielo); di riconoscimenti (l’ultimo era stato il premio della critica al Sanremo 1982: di amori (il rapporto decennale con Ivano Fossati).
Sei anni per ricostruire, ricominciare, dimenticare tutte le sofferenze che si erano infilate nelle maglie di una vita d’artista apparentemente senza problemi e che invece il destino stava facendo a brandelli.
Ora Mia Martini è tornata. Forte dell’entusiasmo suscitato allo scorso Sanremo (ancora un premio della critica) con Almeno tu nell’universo e poi con l’album Martini Mia; forte dell’affetto che il pubblico le dimostra quando si esibisce in concerto (stasera è a Siena al Metropolitan e domani al Verdi di Firenze).Ora, più forte, Mimì riesce a parlare anche del dolore, non come una cosa che non c’è più, ma come di un pezzo della nostra esistenza con cui si può, si deve convivere.Racconta senza acrimonia la guerra che ha combattuto con varie case discografiche, contro la ‘filosofia’ basata troppo spesso sul denaro che sulla qualità; le cause perdute, l’indebitamento per miliardi in cui si è ritrovata, l’ostracismo inesorabile verso quella donna testarda, calabrese, innamorata di un cantautore, insomma una piantagrane.  Arrivare al ‘menagramo’ il passo è breve, la voce comincia a circolare nell’ambiente discografico, alcuni incidenti danno respiro alla diceria, Mia Martini diventa la jettatrice e come tale quella da cui guardarsi, da non invitare né in pubblico né in privato per evitare ‘catastrofi’. Io credo – dice oggi – che sia stata un alibi per danneggiarmi. Quelli che hanno cominciato a raccontarlo in giro mi volevano fare male e ci sono riusciti. Il mondo della canzone e dello spettacolo in generale è molto superstizioso, non ci è voluto molto perché le ‘voci’ diventassero una condanna e tutto questo ha contribuito alla decisione di lasciare tutto, di andarsene.Ma i guai di Mia Martini non erano solo questi. Anche sul piano privato le cose non sono stati mai facili. Di Ivano Fossati dice: Siamo stati insieme dieci anni, ma già dopo un anno ho capito a cosa andavamo incontro, alle incomprensioni, le lacerazioni violente che si prospettavano. Però sono una che per carattere vuole andare in fondo, toccare il fondo, i tempi delle mie decisioni sono lenti.Poi la famiglia. Un rapporto difficilissimo con la madre a cui ha anche dedicato una canzone ( ma – dice – lei non ha capito) e con il padre con cui tuttavia ora le cose sono migliorate. Con la sorella, loredana Bertè oggi signora Borg, non parla da anni. Però so che l’amore per Bjorn l’ha cambiata molto, mi piacerebbe incontrarla, fare qualcosa con lei, magari uno spettacolo. Loredana è una persona divertentissima, è estroversa, proprio il contrario di me, ma non per questo è stato facile trovare un equilibrio. Oggi lo ha raggiunto e io ne sono felice.Mia Martini parla di tutto con sincerità, quella che si ragiunge in solitudine scavandosi dentro con una serenità non artefatta, lucida di lacrime e di silenzi. E’ la dimensione che dà spessore a un artista, lo stadio in cui la gente sente, al di là di mode e spot, che il talento trasmette emozioni vere. Questo spiega il successo di oggi. Un successo più solido di quello che aggredì la ragazzina di Piccolo uomo, arrivata da Bagnara Calabra e frastornata dalle luci della ribalta. Oggi, a 42 anni, Mia Martini si ritrova, nonostante o forse anche a causa di tante traversie, fra le primedonne della canzone italiana. Con la sua voce aspra e piena può permettersi autori come Claudio Baglioni, Bruno Lauzi, Paolo Conte, Umberto Bindi ( che le ha proposto una canzone per il prossimo Sanremo, ma – insiste – parteciperò solo se avrò un brano bello almeno quanto quello dello scorso anno).Può anche pensare ad un album scritto tutto da sola (mi piacerebbe, ma ci vorrà comunque molto tempo, sono lentissima). Può allontanarsi dalla sua casa nella campagna umbra, dai suoi animali e dai fiori, per assaporare senza più tremori gli applausi di un pubblico forse, come lei, più maturo di quello di un tempo.Servizio di Rossella Martina
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