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I segreti nascosti ne Il club Dumas

Creato il 06 settembre 2010 da Mcnab75
I segreti nascosti ne Il club Dumas

Visto che il post di settimana scorsa sui segreti nascosti ne Il nome della rosa è risultato il secondo più letto di tutti i tempi su questo blog, mi sono ripromesso di realizzarne altri di questo tipo. Certo, non è facile trovare libri realmente esistenti con significati esoterici o comunque misteriosi, ma voglio provarci. Oggi, per esempio, vi parlo de Il club Dumas, un gioiellino che i più distratti nemmeno conosceranno, sebbene vi sia stato tratto un film di successo...

 

Il club Dumas

 

Il Nove Porte del Regno delle Ombre (Novem Portis) è uno pseudobiblia meno noto rispetto a quelli lovecraftiani, ma non per questo è meno affascinante. Questo fantomatico libro è il protagonista del romanzo Il club Dumas (1993), di Arturo Pérez-Reverte, da cui è stato anche tratto il pregevole film La nona porta, diretto da Roman Polanski.

Tale libro, secondo Reverte, è stato scritto in latino dal fantomatico Aristide Torchia. Di questo grimorio esistono solo tre copie in tutta Europa, le uniche scampate ai roghi della Santa Inquisizione. Infatti Torchia si vantava di aver scritto il Novem Portis con la complicità di Lucifero in persona. Collaborazione che costò anche a lui un rogo (ai tempi non lo si negava a nessuno!), consumatosi nel 1666 a Campo dei Fiori.

Il tesoro più importante del libro sarebbe rappresentato da nove incisioni tratte dal Delomelanicon (dal greco: Convoco le tenebre), un tomo vergato dal Diavolo in persona. Mettendo nel giusto ordine le nove incisioni si riuscirebbe a evocare il Signore delle Tenebre in persona, che poi garantirebbe al coraggioso stregone qualche sorta di oscuro favore.


I segreti nascosti ne Il club Dumas

 

Due leggende metropolitane

 

Ci sono due leggende che aleggiano attorno a Il club Dumas. Il primo riguarda il Delomelanicon, che a quanto pare potrebbe esistere per davvero. Si tratterebbe di un libro di magia egiziana, scritto al tempo della IX dinastia e tradotto in greco qualche secolo dopo. Circa duemila anni dopo ne sarebbe stata tratta infine la versione latina che, guarda un po' si chiamerebbe Novem Portis. Esisterebbero però differenze tra la versione greca e quella latina. A quest'ultima sarebbero state aggiunte nozioni di magia cabalistica per renderlo di minor comprensione e dunque usufruibile solo agli iniziati. Secondo costoro il libro servirebbe ad aprire la porta d'accesso a Nove Dimensioni abitate da “entità sottili”.

La stesura del libro in egiziano e la sua versione in greco andarono perdute, ma la versione in latino giunse, nel 1266, nelle mani di Ruggero Bacone, che ebbe il compito di cambiare le nove illustrazioni del De Tenebrarum Regis Novem Portis per meglio adattarle alla sua epoca.

 

Qui la storia si riallaccia alla seconda leggenda metropolitana. Nel 1592 il Novem Portis, corrispondente dunque al Delomelanicon, finisce nelle mani di Giordano Bruno, il quale aggiunse commenti e testi alle immagini. originali Sui due frontespizi mise la scritta Sic Luceat Lux (Cosí splenda la Luce) e Cum superiorum privilegio veniaque (Con privilegio e licenza dei Superiori). Infine, alcune informazioni sul Delomelanicon – tra cui le nove illustrazioni del De Tenebrarum Regis Novem Portis – giunsero allo scrittore Arturo Pérez-Reverte che ne trasse un romanzo, ovviamente cambiando nomi e circostanze.
Se dunque il Novem Portis fosse vero ed esistente potrebbe esserci in giro, anche oggi, qualche magus in grado di visitare le nove dimensioni citate in precedenza. Per trarne quali segreti? Non è dato saperlo. Ma se l'Inquisizione ha fatto tutto per far sparire questo genere di libri, forse non è solo per una questione dogmatica, non vi pare?


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