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I semi cosmici da cui sbocciano le stelle

Creato il 27 febbraio 2014 da Media Inaf
Il confronto fra le osservazioni di Herschel e quelle di SMA. Crediti: Herschel/EPoS/ESO

Il confronto fra le osservazioni di Herschel e quelle di SMA. Crediti: Herschel/EPoS/ESO

Il sinuoso baffo scuro che dà il nome alla Nebulosa Serpente nasconde al suo interno alcuni semi cosmici, nubi di gas e polvere che contengono tutti gli ingredienti utili per la nascita di stelle massicce. Formazioni di questo tipo di solito pesano tra 5 e 25 volte la massa del Sole, e ciascuno di essi si estende solo poche migliaia di unità astronomiche.

Grazie ad alcune nuove immagini  telescopio hawaiano Submillimeter Array (SMA) possiamo ora sbirciare in questi processi con un dettaglio mai raggiunto prima. “Per sapere come si formano le stelle, dobbiamo osservarle nelle loro fasi iniziali, e SMA è un ottimo telescopio per farlo”,  spiega Ke Wang dell’European Southern Observatory  (ESO) che ha condotto le nuove indagini.La nebulosa Serpente, che dista circa 11.700 anni luce dalla Terra in direzione della costellazione Ofiuc, si estende per quasi 100 anni luce, ed è considerata un vero e proprio vivaio stellare, con il potenziale per poter formare diverse stelle massicce, pesanti circa 8 volte il nostro Sole.

Il team ha studiato due punti specifici all’interno della nebulosa, etichettati nella foto sopra con le sigle P1 e P6. A una prima occhiata sia P1 che P6 sembrano due semplici ammassi nebulosi dalla forma sferica. Ma il dettaglio delle osservazioni ottenute con SMA ha permesso di osservare nei particolari le strutture dei due punti analizzati e di contare così al loro interno untotale di 23 semi cosmici più piccoli, ovvero quelle zone leggermente incandescenti che porteranno alla fine alla nascita di una o più stelle. Le immagini ad alta risoluzione SMA hanno inoltre permesso di differenziare per età ogni seme.

Secondo alcune teorie le stelle di grande massa si formerebbero esclusivamente all’interno di
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nuclei massicci e isolati. Ma queste nuove rilevazioni sembrano mostrare una realtà differente. “Le stelle di grande massa si formano in gruppo”, ha detto il co -autore Qizhou Zhang dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. “È un affare di famiglia”.

Fonte: Media INAF | Scritto da Matteo De Giuli


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