Magazine Diario personale

I “senza palle”

Da Aquilanonvedente

enrico_letta_josefa_idemCorreva l’anno 1997. Dalle elezioni del 1995 (le prime con l’elezione diretta del sindaco) ricoprivo l’incarico di assessore al mio paese. Da pochi giorni ero anche vicesindaco.

Eravamo ad aprile e io dovevo partecipare a un convegno organizzato dalla Regione a Bologna, sulla nuova legge regionale sui rifiuti.

Dopo essermi fatto autorizzare dal sindaco (come avveniva per tutte le missioni degli assessori), acquistai i biglietti del treno Piacenza-Bologna ar.

Il giorno stabilito, presi la mia auto e mi recai fino a Piacenza. Giunto in stazione, scoprii che, a causa di uno sciopero di alcuni sindacati, diverse corse, tra cui la mia, erano state soppresse. Il primo viaggio utile per Bologna era dopo due ore: troppo tardi. Decisi allora di andare in auto.

Tra parentesi, all’epoca non avevo alcun navigatore, così sbagliai clamorosamente parcheggio. Camminai per un sacco di tempo (mi sembrò di dover attraversare mezza città) ed ebbi i piedi doloranti per giorni e giorni.

Partecipai comunque al convegno. Durante il viaggio di ritorno mi fermai in autogrill per mangiare un panino.

Il giorno successivo, compilai la scheda per il rimborso delle spese.

Optai per farmi comunque rimborsare i biglietti del treno, anche se il rimborso del viaggio in auto sarebbe stato più “sostanzioso”. In fondo, con la mia indennità non era il caso di spilorciare su qualche migliaio di lire.

Quando consegnai la scheda all’impiegata addetta, questa mi disse: “Però è stato fortunato, perché ieri c’erano in giro un sacco di scioperi!”

“Veramente – ammisi – il mio treno era stato soppresso e sono andato a Bologna in auto. Chiedo comunque il rimborso dei biglietti.”

Quella mi guardò con lo sguardo di chi pensa “Ma questo da quale pianeta viene?” e disse: “Ma allora non ha mangiato?”

“Certo che ho mangiato. – risposi – Ma fa lo stesso.”

“Ma no! – insistette quella – Mi dia lo scontrino che lo inseriamo! Almeno quello…”

Cedetti alle sue insistenze e le consegnai lo scontrino dell’autogrill.

Orbene, se qualcuno dei cosiddetti “controllori” che oggi fanno le pulci ai politici avesse osservato le carte, avrebbe visto che un assessore si era fatto rimborsare un viaggio in treno e un pasto (seppur modesto) all’autogrill. Avrebbe forse anche osservato che i biglietti del treno non erano convalidati. Ci si sarebbe potuto montare su un bello scaldaletto, con tanto di – ovvia – richiesta di dimissioni del neo-vicesindaco, colto in fragrante alla sua prima uscita.

A poco sarebbe valso chiarire le modalità della vicenda e il particolare (non secondario) che il Comune non aveva sostenuto alcun onere maggiore, anzi, a ben vedere ne aveva sostenuto uno inferiore, rispetto al rimborso del viaggio in auto.

E se qualcuno avesse voluto montare uno scaldaletto su questa vicenda, mi sarei aspettato che il sindaco, una volta appurati i fatti, avesse difeso il suo collaboratore, mandando affanculo gli improvvidi censori.

Cosa voglio significare con questo?

Che i politici di oggi, oltre a tutti i difetti che già vengono loro imputati, secondo me sono anche senza palle (o senza spina dorsale, se preferiamo).

Lo si è visto nel caso della ministra Idem e del comportamento di Letta.

Se la ministra aveva tenuto un comportamento scorretto, avrebbe dovuto dimettersi subito. In caso contrario, Letta avrebbe dovuto chiudere la vicenda. Senza indugi e senza titubanze. Con prontezza e determinazione.

E non mi è piaciuto nemmeno il video commento di Merlo sul sito di Repubblica, che ha abbracciato senza remore la corrente di pensiero secondo la quale tutti devono essere senza ombre.

Perché i casi sono due (e non possono essere di più).

O la ministra Idem ha sbagliato (direttamente o indirettamente poco importa), adottando un comportamento che, seppure circoscritto alla sua sfera personale, avrebbe potuto inficiare la sua attività di ministra. In questo caso avrebbe potuto dimettersi subito (tenendo la conferenza stampa dopo), oppure rimettere la decisione a colui che l’aveva nominata, cioè Letta.

Se invece la ministra non ha sbagliato, allora occorreva che lei e Letta mandassero affanculo chi ci specula sopra.

Punto.

Ma per fare questo occorrono le palle…



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