Un nuovo sequestro di beni è stato disposto dal gip Giovanni De Marco nell’ambito dell’inchiesta “Corsi d’oro” sulla formazione professionale a Messina e in Sicilia, su richiesta del pool di magistrati che sta gestendo l’indagine coordinato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita. La guardia di finanza in queste ore sta eseguendo un nuovo sequestro di beni a carico di una parte degli indagati per la gestione degli enti Aram, Lumen e Ancol. Il decreto di sequestro era stata emesso dalla Procura di Messina al momento dello scoppio dello scandalo, lo scorso luglio, quando undici persone furono indagate per associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa. In pratica, secondo gli inquirenti, avrebbero intascato parte dei fondi destinati alla Formazione professionale, che adesso con i provvedimenti di confisca si stanno cercando di recuperare. Vengono così requisite ora dalla Guardia di finanza tutta una serie di somme custodite in conti correnti bancari, libretti postali e investimenti economici, nonché una serie di beni immobili, che nella prima fase non erano stati ricompresi.
Secondo dati riportati dalla Gazzetta del Sud, all'ex consigliere comunale del Pd Elio Sauta vengono sequestrati oltre 900.000 euro tra somme detenute in varie banche, un deposito titoli a garanzia, un deposito amministrato e beni immobili a Messina in via della Zecca, in via Vittorio Veneto e in via Consolare Pompea dove vi è anche un agrumeto. Alla moglie di Sauta, Graziella Feliciotto vengono sequestrati
due conti correnti, una polizza-vita e due immobili a Messina in via Fiore e a Roccalumera in via Lungomare. Posta sotto sequestro anche la villa di 15 vani ubicata a Ganzirri, del deputato Pd Francantonio Genovese ed ex sindaco di Messina, intestata alla moglie Chiara Schirò, che si trova ai domiciliari dallo scorso luglio. Oltre alla maxi villa, alla Schirò è stato confiscato un dossier titoli composto da Btp del valore di mercato di 103.280 euro. Sempre a Ganzirri, nel messinese, sono stati sottoposti a confisca anche le quote di due terreni a Elena Schirò, moglie del parlamentare regionale Franco Rinaldi, nonchè sorella di Chiara e cognata di Genovese. Sequestrati beni a Messina anche ad altri cinque indagati: a Nicola Bartolone vari rapporti bancari e dossier titoli nonché un immobile in viale Principe Umberto; a Concetta Cannavò un immobile in via Duca degli Abruzzi; a Natale Capone, fratello dell'ex assessore Melino Capone anch'egli indagato, due rapporti bancari e due immobili in via Maroli e in via Bellinzona; a Natale Lo Presti le somme in due conti correnti, polizze-vita e due immobili in contrada Casalotto e in via Todaro; a Giuseppe Caliri un immobile in viale Principe Umberto.Ricordiamo che il prossimo 17 dicembre si terrà, davanti ai giudici della seconda sezione penale, il processo di primo grado a carico dei diciotto imputati tra persone fisiche e persone giuridiche, enti coinvolti, per i quali la Procura aveva richiesto a suo tempo il "rito immediato" nell’inchiesta sulla formazione professionale a Messina e tra le quali figura anche la moglie dell'ex sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, Daniela D'Urso.