Ancora lotta aperta fra sindacati e dirigenza all’ospedale di Cremona: decurtazioni impreviste in busta, anche due o tre notti consecutive di turno senza riposi compensativi, ferie negate e un organico così ridotto che non è nemmeno possibile scioperare garantendo i servizi essenziali.
A questo punto i sindacati preparano per Santa Lucia il carbone alla dirigenza “che ci ha dichiarato guerra, anche se sostiene che le relazioni sindacali sono buone. In realtà sono inesistenti” afferma un rappresentante dei lavoratori. Le accuse alla direzione sono numerose. Si può iniziare dalle decurtazioni in busta paga, anche di 180 o 200 euro, che i dipendenti nemmeno s’aspettavano. Meno soldi poiché, come ha spiegato la direzione, è stato compiuto un errore di calcolo delle indennità festive. Nessun avviso ai dipendenti, che si sono ritrovati la netta riduzione senza capirne il motivo: una delusione da moltiplicare per 350 turnisti, tanto che è stata inviata una nuova lettera al Prefetto proprio su quest’argomento.
Inoltre è stato applicato un regolamento dell’orario di lavoro in servizio che non era stato concordato con i sindacati.
E soprattutto continua a pesare sulla schiena dei dipendenti la carenza d’organico. Il blocco delle assunzioni ormai dura da circa 12 anni, con la conseguenza che il personale è così limitato da non poter nemmeno garantire lo svolgimento dei servizi essenziali in caso di sciopero. Per questo continua la mobilitazione: se l’astensione dal lavoro sia un diritto di fatto perduto per motivi organizzativi, oltre che per tutela di chi ha urgente bisogno di cure, lo si capirà più avanti. Nello stesso tempo sono scattate alcune cause pilota, per ottenere una sentenza dal tribunale che dia un orientamento. I contrasti continuano, dunque, come e più di prima.
I dipendenti, di nuovo, chiedono le ferie e a loro insaputa si ritrovano in giorno di riposo compensativo, quella forma di recupero che precedentemente era stata negata dopo un turno di notte. E le notti consecutive, per i 350 turnisti dell’ospedale, sono due o anche tre, sulle spalle di persone che in vari casi hanno superato i cinquant’anni.
Critiche quindi anche ai dirigenti che non riorganizzano il lavoro con le forze a disposizione: “C’è un’esplosione delle ore straordinarie: loro la stanno affrontando con tagli lineari che non servono a nessuno, prima di tutto all’utenza. All’Oglio Po di Casalmaggiore va meglio, per quanto la mancanza di personale si senta anche là”.
(Trasmesso da Telecolor, http://www.telecolor.net)
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