Non so se ci avete fatto caso ma da un po’ di tempo a questa parte, ogni volta che una ragazza sparisce o viene stuprata o uccisa la prima ipotesi che si fa è che abbia conosciuto il maniaco su Facebook. Per vivere tranquilli possiamo solo sperare che non succeda mai nulla ai nostri contatti, altrimenti un qualunque scherzo o minaccia giocosa rischiano di trasformarsi in un movente.
Ci si preoccupa soprattutto per i giovani, per le amicizie che possono stringere attraverso i social, perché i rapporti umani stanno diventando rapporti virtuali.
In realtà per i giovanissimi Facebook è uno strumento come un altro per comunicare tra pari, e la sincerità che di solito vi si esprime e la grande quantità di informazioni che vengono pubblicate servono a farsi un’idea abbastanza precisa di chi ci sia realmente dall’altra parte.
Per assunto sono gli adulti a usare i social per rimorchiare, non i ragazzini che lo utilizzano solo per tenersi in contatto con gli amici: le adolescenti riempiono i loro profilo di cuoricini, frasi sciroppose e immagini di Hello Kitty, mentre i maschi lo usano per celebrare le loro imprese sportive.
E poi, almeno su Facebook, un maschio impegnato fa fatica a dichiararsi single, perché sicuramente la fidanzata se ne accorge e gliene dice quattro, mentre in posti come la palestra è più facile avere a che fare con orde di single con la fede in tasca.
Personalmente mi fanno sorridere solo quelli che dichiarano di avere una “relazione complicata” o di essere in una “relazione aperta”. Ma chiudi va là… che tira vento.