Dobbiamo cambiare sfondo al blog che quell'acqua era troppo stagnante.
Dobbiamo sbatacchiare i pensieri come panni prima di stenderli al sole, perchè verrà anche il sole.
E mi è piaciuto questo post di Cenerella, così partecipo all'iniziativa e ve lo passo. In effetti, mi si stanno ammuffendo i sogni, è ora di dargli aria. Siccome mi piace anche la divisione per categorie, la copio parapara.
- Per la categoria sogni di bambina: diventare un'esperta di rose rare, no di più, inventare una rosa nuova e darle il nome che voglio io. Una rosa mia. Di un rosa così pallido da sfiorare il bianco, oppure granata-maglia-del-grande-Torino (è un colore precisissimo noto solo agli iniziati), comunque con un profumo pazzesco.
- Per la categoria sogni realizzabili con molto lavoro: capire cosa voglio fare da grande, prima di diventare TROPPO grande. Non intendo il lavoro (sigh) ché quello è in the lap of the Gods, ma proprio cosa voglio fare IO. Cosa voglio essere.
- Per la categoria ci vorrebbe un po' di fortuna: vedi sopra, un lavoro non del tutto mortalmente noioso (coma vigile va bene), e non assurdamente lontano da casa.
- Per la categoria sogni mostruosamente proibiti: vorrei vivere al mare, e la domenica pomeriggio portare le bambine a prendere il gelato sul lungomare, anche se è inverno (tanto se è un sogno proibito la gelateria è aperta anche d'inverno no?)
- Per la categoria sogni impossibili: un altro bimbo, un maschio coi riccioli neri. Da portare a giocare a rugby.
Non c'è scrivere. Volevo metterlo come primo sogno, ma prima mi metto in testa che dipende solo da me, meglio è.
E grazie Cenerella.
PS voi non avete idea di che fatica MORTALE sia scrivere in io. Mi sembra di scalare l'Everest coi tacchi camminando all'indietro. E' tremendo.