Walter (Ben Stiller) lavora da sedici anni per la rivista Life, nota rivista di foto giornalismo: si è “preso cura” da sempre degli scatti in pellicola più belli provenienti da tutto il mondo, in particolare di quelli del fotografo avventuriero Sean (Sean Penn). La sua caratteristica è che c’è spesso una grande discordanza nella sua testa tra quello che vorrebbe fare e quello che realmente fa: si incanta e lavora di fantasia, un po’ come succedeva nel mitico Sogni mostruosamente proibiti.
Non a caso I Sogni Segreti di Walter Mitty prende ispirazione dal racconto breve The Secret Life of Walter Mitty di James Thurber, dal quale era già stato tratto un film nel 1947, Sogni Proibiti, al quale si rifà invece direttamente il suddetto film comico con Paolo Villaggio. Ben Stiller ha affermato in un’intervista di non aver visto purtroppo Sogni mostruosamente proibiti prima di girare, altrimenti lo avrebbe ispirato ulteriormente. La somiglianza tra le due pellicole è da attribuire semplicemente al fatto che derivano dalla stessa fonte letteraria e filmica, ma c’è da dire che mentre il film di Neri Parenti si concentra sugli aspetti grotteschi dei sogni ed tende al giallo, I Sogni Segreti di Walter Mitty ha inizio con un personaggio stile capro espiatorio che si perde tra i suoi desideri insoddisfatti ma poi prende una piega decisamente più avventurosa e “seria”.
Ben Stiller, al suo quinto film come regista, dimostra di saper padroneggiare con molta classe e senza banalità la macchina da presa (è appassionato di fotografia e di ripresa fin da giovane). Tra l’altro, il ruolo di protagonista di questo film non poteva esser recitato che da un attore addetto a ruoli da “sfigato” come lui (o al limite da Adam Samdler): è come se gli fosse cucito a pennello e da ciò avesse luogo la possibilità di conoscere già il personaggio e godersi con naturalezza i suoi cambiamenti.
Anche la fotografia (Stuart Dryburgh) è davvero degna di nota, valorizzata al massimo dai paesaggi mozzafiato islandesi, alternati ai toni bluette della Sixth Avenue newyorkese, dove Mitty lavora. Eccellente anche il montaggio: in un film dove si alternano più “realtà” ha un ruolo più che fondamentale, quasi vitale. Molto gradevole anche la colonna sonora, che usa come spunto narrativo anche la splendida Space Oddity di David Bowie.
Il punto focale di I Sogni Segreti di Walter Mitty è che grazie a una serie di vicissitudini Walter Mitty proverà finalmente a vivere dal vivo un assaggio di quella vita avventurosa, quella che vivi fuori e che non può fare a meno di cambiare qualcosa in te e nell’opinione che hai di te, un ingrediente fondamentale per poter vivere la vita che in fondo desideri.
I Sogni Segreti di Walter Mitty non può che essere amato sia dai viaggiatori avventurieri incalliti per passione, sia da chi sente che sotto la superficie polverosa della routine quotidiana brulica una nostra potenzialità inespressa che ci riserverebbe mille sorprese, se solo potesse uscire allo scoperto…
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