Y sin embargo, es mucho haber amado,
haber sido feliz
Haber tocado el viviente jardín siquiera un día.
Adam cast forth
El otro, Lo mismo (1964)
Jorge Luis Borges
Il primo giorno al mare è per me sacrosanto. Un rituale, un sogno che diventa realtà, un momento magico.Di solito desidero che non sia oltre aprile, quando non c'è ancora molta gente, quando ancora non hanno sistemato gli ombrelloni, quando ancora stanno portando la sabbia ed i pedalò sostano nei loro ricoveri.
Ad aprile è bello perché puoi abbracciarti sul pontile con il vento che porta il salmastro e nessuno attorno o sederti a raccontarti la vita su una panchina con il sole che scalda la pelle.Puoi non incontrare nessuno per ore, oppure le famigliole con i bambini che giocano sulla sabbia tutti vestiti e si godono i primi tepori.Puoi tenerti le sneakers oppure bagnarti i piedi.Ci sono i tedeschi di mezz'età che prendono il sole in canottiera bianca a coste con i sandali ed i calzini e le signore attempate in reggiseno di intimo ed il cappello di paglia che non hanno saputo resistere.
Non si fa fatica a trovar parcheggio, i locali sono tutti vuoti ed il primo caffè al mare fa schifo perché al chiosco è tanto che non ne fanno più.
La perfezione è la prima sigaretta, anche se è sbagliato fumare, ma ci sono pochi altri piaceri simili.
Ad aprile è bello perché non c'è traffico e ci si arriva in un lampo.Perché se ti scappa via un buon ristorante dove mangiare, quello dopo è orrendo, ma mangi volentieri lo stesso ed anche se il vino è pessimo, te lo gusti comunque.
Il primo mare è bello perché l'acqua è limpida o torbida ma mi attira in maniera irresistibile.La sabbia sui vestiti non mi da fastidio e camminerei per ore, con l'aria frizzante attorno.
Il mare ad aprile è bello perché è da innamorati, felici.