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I soldi della Pac ai contadini: la proposta del Presidente CIA Lecce Giulio Sparascio alla 6° Conferenza Economica
Da Antoniobruno5Sarebbe stato imperdonabile, per uno come me che lavora nel mondo agricolo, essere assente alla 6° Conferenza Economica della Confederazione Italiana Coltivatori CIA che si è tenuta a Lecce il 28 e 29 giugno 2012.
Impegni professionali mi hanno impedito di assistere ai lavori della prima giornata della Conferenza ma la seconda me lo sono gustata tutta, dall’inizio alla fine. E meno male! Perché tra i tanti discorsi sentiti e risentiti mille volte, si è levata alta, forte e chiara la voce di Giulio Sparascio presidente della CIA Lecce che, secondo la mia modestissima opinione, ha rappresentato la novità assoluta delle due giornate leccesi e, sempre a mio modestissimo avviso, la novità assoluta nel dibattito in corso sulla Politica Agricola Comune (PAC).
La sintesi dei lavori della Conferenza del 28 giugno
Intanto il presidente Sparascio mi ha regalato la sintesi del dibattito sull’agricoltura della giornata precedente ovvero del 28 giugno, che ha riassunto in questo modo: “Ieri c’è stato il solito scarica barili, il rappresentante regionale ha scaricato le responsabilità a quello nazionale che a sua volta non è stato da meno poiché ha scaricato le responsabilità al rappresentante europeo che infine, in perfetta linea con i precedenti, ha scaricato il tutto a responsabilità che dovevano ascriversi al livello mondiale.”
Ma chi è oggi il padrone?
Ma Giulio Sparascio non si è fermato a questo, ha affermato che il Mondo agricolo è debole, che non c’è più il padrone e che comunque gli agricoltori stanno morendo tutti senza poter lasciare il loro patrimonio culturale e materiale ad un erede! E si è chiesto con quale interlocutore debbano confrontarsi gli agricoltori?
I contadini epurati
Circa il Capitale fondiario Sparascio denuncia la costituzione di un latifondo intestato a Società di carta come quelle del fotovoltaico e intorno a commercianti – mediatori che stanno provvedendo ad effettuare una sorta di “epurazione” dei contadini dal settore agricolo.
Certo se i piccoli si organizzassero in Cooperative, tutto sarebbe risolto! Ricordo a me stesso che per tutti gli anni 70 e 80 del secolo scorso abbiamo assistito alla nascita di una o più cooperative per ogni Comune del Salento leccese che sono quasi tutte fallite per cui le risorse pubbliche a loro a suo tempo destinate, si sono irrimediabilmente dissolte e disperse in mille rivoli mentre le ultime rimaste, laddove ancora ci sono, non funzionano.
La proprietà fondiaria del Salento leccese si accorpa intorno a figure opache, dice Sparascio, per obbedire alla agricoltura di mercato! Ma secondo il presidente leccese si Cia non può esserci un agricoltura che si interessi esclusivamente del mercato, perché ad esempio nel Salento leccese ci sono appena 11mila Imprenditori agricoli professionali ma esistono invece 220mila proprietari del Paesaggio Agrario! Un esercito rispetto al piccolo manipolo degli agricoltori iscritti alla Camera di Commercio!
Il contadino è il nostro patrimonio
Ha ricordato uno degli imprenditori di “nuova generazione” uno che faceva prima il mediatore e che le cronache di questi giorni riferiscono sia nelle patrie galere era presente nei tavoli delle trattative agricole rimproverando a Sparascio e agli altri agricoltori che dei contadini a nessuno importa nulla e, che gli unici ad essere interessati a questa figura del passato, sono gli spot pubblicitari. Quell’imprenditore oggi è in galera e secondo Sparascio, nonostante le opinioni che esprimeva questo “pioniere dell’agricoltura” il contadino è il nostro patrimonio e tutti noi abbiamo il dovere di difenderlo.
I soldi dello sviluppo rurale ai contadini ovvero ai proprietari del Paesaggio rurale
Ma ecco la proposta rivoluzionaria di Giulio Sparascio, proprio in considerazione di questo ragionamento e dei pericoli di cui ha riferito, in definitiva si tratta nella PAC di riservare gli aiuti diretti solo alle imprese, mentre di destinare a tutti i proprietari del paesaggio rurale i fondi destinati allo sviluppo rurale.
Lo sappiamo tutti che gli unici che fanno vivere le rivendite di concimi e macchine agricole sono i proprietari del paesaggio rurale in assenza dei quali le fabbriche di concimi e macchine sarebbero già andate fallite!
E poi se i contadini italiani si limitassero a poco meno di un milione, così come affermato da tutte le organizzazione professionali, sarebbe davvero una brutta fine per l’agricoltura.
Non è vero che i contadini italiani sono solo un milione di persone?
C’è scritto su Vocabolario Treccani: contadino s. m. e agg. [der. di contado]. – 1. s. m. (f. -a) a. Propr., chi sta in contado (opposto a cittadino); più com., chi lavora la terra, per conto di un padrone o per conto proprio: fare il c.
“E’ contadino chi lavora la terra per conto di un padrone o per conto proprio.” Se si accetta questa definizione, se si prende atto che gli unici a mettersi le mani in tasca per pagare il 100% macchine, attrezzi, concimi, antiparassitari sono queste persone, se si comprende che ciò comporterebbe la possibilità di ascoltare finalmente la voce di tutte le decine di milioni di persone che hanno la proprietà di un pezzetto di Paesaggio rurale, tutti i pericoli denunciati dal presidente della CIA di Lecce Giulio Sparascio sarebbero scongiurati. Allora non resta che sperare che chi ha il potere di decidere prenda in considerazione tutto questo. A meno che non si debba applicare quanto sostiene lo scienziato Antonino Zichichi: “Non è vero che una costruzione logica debba necessariamente portare a una conclusione o alla sua negazione. È altrettanto rigorosamente logico che venga fuori la conclusione: è impossibile decidere.„
di Antonio Bruno
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