Ora parliamo del fenomeno di massa del momento:
Ops, scusate… Volevo dire, questo:
In poche parole, il film è composto di più trame parallele che sembrano ripercorrere “in versione aggiornata” alcuni degli sketch di successo già imperversati su internet, eccetto per la trama principale: quella dell’ oramai celebre Ruggero De Ceglie con il rimbambito figlio Gianluca. Chi avesse voluto tirarsene completamente fuori deve sapere che tutti i personaggi, sia nelle serie-internet che nel film, sono interpretati dagli stessi due attori, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio, una situazione che di per sé non è per forza necessariamente sinonimo di cattiva qualità, sempre che tu sia uno dei Monty Python, oppure Verdone… Purtroppo i due ex-vj di Mtv non hanno queste grandi qualità attoriali: quello che se la cava un po’ meglio è Mandelli, quello con la maschera, l’altro recita in maniera che dire pietosa e naif è quasi un complimento. L’unica vera e propria trama del film, le altre sono veramente inguardabili (in particolare quella cantata dei gay), è, come ho già detto, quella di “Dai, cazzo, Gianlù”, che ricalca esattamente, quasi da plagio, lo schema di “In viaggio con papà” con Sordi e Verdone, ovvero padre e figlio, costretti in un viaggio in macchina insieme, dove il padre è molto più sveglio del figlio.
Bene, ora, facciamo un respirone, cerchiamo di non perdere la calma per i 20 milioni incassati da questo film e facciamo un’analisi clinica della situazione:
c’è uno studio statistico che afferma che c’è una fascia di pubblico in Italia, tra i 14 e i 20 anni che al cinema in pratica ci va pochissimo, in particolare non si sogna minimamente di andare a vedere un’opera prima o un qualsiasi film che gli sembri d’autore. Dice lo studio che sarebbe proprio questa fascia di adolescenti a decretare d’altra parte il mastodontico successo di film come Twilight, le pellicole con Zalone e I soliti Idioti.
Che dire a questo punto, a parte piangere istericamente?
Sempre più grande in concomitanza alla crescita dell'impotenza dell'italiano medio...
Direi che mediaset, che scrivo volutamente minuscolo, e in parte anche la tv in generale, hanno fatto un “ottimo” lavoro sui giovani, in particolare dalla fascia del ’90 in poi (è una generalizzazione, senza offesa per nessuno, eh…), più che lavoro sembrerebbe quasi un lavaggio del cervello… E tutto ciò è stato fatto per ovvi motivi politici e culturali che non sto qui a elencare, dico soltanto che la cosa mi ricorda un film di Shaffner, ispirato a un romanzo di Ira Levin, che si chiama I ragazzi venuti dal Brasile, in cui un vecchio nazi impazzito vuole dare vita a una serie di piccoli Hitler cercando di ricreare le esatte condizioni di vita che aveva vissuto il dittatore e che lo avevano portato a essere così…
Tranquilli, anche nella realtà, l’esperimento mica attecchisce su tutti per fortuna!
Un vecchio Gregory Peck nel ruolo del Berl... del megalomane che lava il cervello ai ragazzini-clone, suoi ignari esperimenti
Non mi piace alzare il dito e fare la parte della santa inquisizione ma stavolta c’è davvero da sfogare un po’ di bile arretrata. Partiamo dalla preistoria… Dunque, premettiamo che, dato che non siamo pezzi di pietra su cui è stato già inciso il nostro modo di essere alla nascita, ma che veniamo pesantemente e chiaramente influenzati da tutto quello che ci circonda: babbi, mamme, pappi, zie, zii, nonne, giocattoli, modi di parlare, TV, i discorsi che abbiamo sentito, etc è innegabile dunque ammettere anche l’influenza che ha avuto sul gusto degli adolescenti odierni la scarsissima qualità dei programmi mediaset e rai, davanti alla quale sono state lasciate crescere più di una generazione…
Ciò che ci piace non è innato: è determinato, cribbio (cit*)!
Già questo basta per spiegare alcuni fenomeni di massa che passano velocemente da tv a cinema in un momento in cui il cinema versa in condizioni di grave crisi, in parte per i motivi già citati, stile gatto che si morde la coda, ovvero il fatto stesso che non si va molto al cinema e che bisogna tirare i giovani per le pinze attraverso questi film-trappola. Il pubblico giovane alza il sedere solo per andare a vedere il bassissimo livello a cui è stato per un bel po’ assuefatto… Le uniche cose con le quali riesce a ridere. Quindi raramente va premiando altri film più piccoli ma validi, anche se bisogna ammettere che a volte, ultimamente, un certo tipo di cinema italiano è davvero molto lontano sia dalla realtà del pubblico sia dai loro desideri.
Aggiungiamoci poi il fatto che con la grande libertà che la rete offre è naturale che si vadano creando nuovi fenomeni di massa di vario tipo e non ho nulla in contrario verso questa cosa in sé (a parte un po’ di narcisismo spesso strabordante), anche perché non è che la televisione sia, d’altra parte, il regno incontrastato della meritocrazia, quindi la vetrina-internet è un bello strumento che può essere di grande utilità per tutti (lo è addirittura per me in questo momento stesso). Protesto semplicemente del fatto che almeno un pochino di mediazione e rielaborazione di un determinato progetto-soggetto-sketch, nel passaggio da internet a cinema, oppure da televisione a cinema, ci vuole.
Facendo un esempio pratico, più stile “parla come magna”, intendo che non è che io prendo una poesia di Garcìa Lorca che piace tantissimo (strumento: letteratura) e ci faccio un film (strumento cinema) in cui c’è una persona che la legge a ripetizione ad alta voce per 90 minuti… Allo stesso modo gli sketch dei Soliti Idioti andavano rielaborati, resi più cinematografici, non basta aggiungerci due canzoni in croce perché tanto ci lucrate lo stesso! Ogni strumento di comunicazione (cinema, teatro etc) ha più o meno il suo linguaggio specifico, e ciò non perché è una cosa immodificabile che è stata decisa così da qualche autorità-entità, ma perché in genere è il tipo di linguaggio che funziona di più e che per vari motivi dà risultati migliori in un determinato contesto. E anche se lo si vuole trasgredire per qualche giusta causa (per esempio per migliorarlo o per fare qualcosa di sperimentale, anche se non è decisamente questo il caso), le regole e i linguaggi in questione bisogna almeno conoscerli…
Perdonate l’enciclica, ma quanto ce vò, ce vò!
Voto finale: