…Il popolo di centro sinistra accetta di fare sacrifici purche’ ci sia equita’ ma non vuole discutere i diritti.
…Il popolo di centro destra non accetta di fare sacrifici, non vuole equita’ e se ne fotte dei diritti.
Fino a poco tempo fa il popolo del PD voleva Monti premier più di quanto lo volesse il popolo del PDL. Oggi la situazione si e’ ribaltata. Pare si sia realizzato il sorpasso. A fare da spartiacque la discussione sull’articolo 18. In effetti quando si parlava di tasse e di lotta all’evasione non avevamo sentito Alfano dire quanto si riconosceva nel Governo Monti.
La nostra debolezza e’ tutta li’. Nel non sapere disvelare la nostra natura più profonda. Il rispetto della legge ed il rigore come esercizio continuo e costante che riguarda tutto e tutti. L’incapacita’ di dire che l’assenza di investimenti esteri non dipende solo dall’articolo 18 ma dal grado di corruzione e di burocrazia invalicabili. L’interpretazione stessa dell’articolo 18 vista come protezione e non come “legame” morale, motore del lavoro. Una sinistra che isola chi non lavora, chi si imbosca e’ una sinistra che risponde al proprio canone di rigore. Ed e’ una sinistra che non esiste. E non esistendo in questa dinamica delle relazioni lavorative diviene sempre più debole. Una sinistra che isola la politica furba e ladra e’ una sinistra che risponde al proprio canone di rigore. L’enorme questione morale che appare sempre di più essere la più grande richiesta del nostro popolo deve essere affrontata in tutte le due declinazioni, in tutta la sua complessita’. Sui luoghi di lavoro, nei partiti, nelle posizioni politiche. Siamo monchi in questa esegesi, politicamente decapitati e quindi credibili a meta’. Ho l’impressione sempre più profonda che l’antipolitica nasca dalla sinistra. Che la responsabilita’ più grossa di questa crisi sia nostra per l’aspettativa stessa che da noi, dal nostro immaginario, scaturisce.