Quando Màfia fa rima con "Simpàtia"...
"I Soprano" confermano in pieno il cliché secondo il quale tutti i mafiosi americani, almeno sullo schermo, sono dei gran simpaticoni. Insomma, per quel che mi riguarda, rivedere una puntata qualsiasi de "I Soprano" senza farmi almeno una ghignata è praticamente impossibile... Pestare a sangue, sparare in faccia, strangolare o tagliare a pezzi un cadavere sarebbero tutte cose alquanto ripetitive e noiose, se ogni tanto il Paulie Gualtieri di turno (o il Joe Pesci, se parliamo di Scorsese) non ci infilasse una battuta fulminante, giusto per farsi quattro risate.
E' quel tipo di humor nero, politicamente scorretto, che trovo semplicemente geniale, e che alleggerisce situazioni che altrimenti sarebbero di una pesantezza sostanziale, e formale, insostenibile. Non penso che una serie come "I soprano" sarebbe riuscita a durare sei stagioni e mezzo e raccogliere milioni di spettatori in tutto il mondo (tranne che in Italia, dove regnano i Cesaroni), senza il supporto della disarmante e cinica ironia di personaggi quali Silvio Dante (interpretato da Little Steven, il chitarrista di Bruce Springsteen!), il sopracitato Paulie Gualtieri, Corrado "Junior" Soprano (splendido vecchiaccio bastardo) o lo stesso Tony Soprano...
Una delle parti migliori di tutta la quarta serie de "I Soprano" è, a parere del sottoscritto, quella in cui Tony Soprano, dopo aver pestato a morte Ralph Cifaretto, chiama suo nipote Christoper Moltisanti per aiutarlo a sbarazzarsi del cadavere. E', nel suo insieme, una scena terribilmente esilarante e allo stesso tempo macabra, il tipo di scena che qualunque autore pulp vorrebbe aver ideato. Tra le altre cose, mi è stata di grande ispirazione mentre scrivevo il racconto breve "Lucertole".
"I Soprano" e la sublimazione del crimine...
Quello che mi è sempre piaciuto, ne "i Soprano" così come in tutti i film di gangster e di mafia americani, è quel genuino trasporto, libero da ogni ipocrisia, col quale i registi americani (o italo-americani, come nel caso di Scorsese) sono riusciti a rappresentare universi sociali fatti di violenza, sopraffazione ed ingiustizie usando toni da componimento epico e sarcasmo a profusione, creando un mix originale di stili e situazioni dove l'eroe di turno non brandisce più spada e scudo, ma fucile a canne mozze e mazza da baseball...
Per concludere, se i Soprano sono da considerarsi "la madre di tutte le serie" (questa non è mia, ma del giornalista di "Repubblica" G.Romagnoli) è anche grazie al fatto che esiste una sorta di mitologia moderna, derivata in parte dalla cultura americana, nella quale il gangster, il fuorilegge e il mafioso rappresentano un archetipo collettivo di straordinaria importanza...
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