Magazine Diario personale

I suoi post-it. Storia a forma di garbuglio

Da Lupussinefabula

La sua bacheca era piena di post-it a forma di forse e ogni volta che il suo sguardo cadeva sulla sua calligrafia incerta, ne sentiva tutto il peso. Si sentiva strano.
Le cose da non fare si accumulavano giorno dopo giorno, e rimaneva impassibile, immobile, a fissare il soffitto. Già, perché sui post-it la maggior parte della gente segna ciò che deve fare, ma lui era più originale e per confermare la sua originalità a tutto il mondo si era appuntato sul giallo fosforescente tutto quello che non avrebbe mai fatto. Ogni giorno escludeva una azione, e in poco tempo da quando gli era venuta questa idea e aveva cominciato seriamente ad attuare il suo piano, le cose che poteva ancora permettersi di fare erano ben poche.
I post-it con le cose da fare si accumulano per le altre persone, ma prima o poi le altre persone riescono a stracciare i loro post-it perchè riescono a svolgere le azioni che vi avevano segnato. Certo, poi creano nuovi post-it, ma sempre una volta portate a termine le cose da fare li buttano e restano liberi. Invece i suoi post-it con scritte le cose da non fare si erano accumulati nel corso degli anni e- non potendole fare- continuavano ad accumularsi.Ne aveva 6853, uno più, uno meno.
Quando pensava (era una delle cose che ancora poteva fare) si diceva che prima o poi sarebbe arrivato al punto di scrivere che una delle cose da non fare era respirare. E allora avrebbe dovuto uccidersi; ma probabilmente prima di scrivere che non era possibile respirare avrebbe già avuto scritto in precedenza che una delle cose vietate era uccidersi (vietarsi di respirare era l’ultimo divieto che voleva darsi!). E allora sarebbe stato impossibile decidere cosa fare, e non avrebbe più saputo come comportarsi. In ogni caso, quel momento era piuttosto lontano, perché man mano si guardava attorno, trovava azioni stupide da inserire della lista delle cose da non fare, per ritardare il più possibile di doversi dare il comando di non respirare.

 

O pensava che a un certo punto avrebbe dovuto imporsi di non scrivere più post-it, ma a quel punto il suo progetto sarebbe esaurito in un non-senso. Ma non voleva pensarci, l’azione di scrivere non poteva proibirsela!

Una delle ultime cose che si era vietato era muovere la falange del dito mignolo del piede destro; sarebbe poi passato alla falange del dito mignolo del piede sinistro; e poi via via, con tutte le falangi falangine e falangette… ci sarebbero voluti più di 20 giorni. Un’altra cosa che si era vietata ultimamente era pensare al Medioevo. Già perché aveva scoperto che il Medioevo lo faceva piangere perché c’erano troppe carestie e gli uomini uccidevano le streghe e … siccome si era proibitodi piangere, non poteva pensare al Medioevo.

Ma una cosa aveva poco chiara in testa: se avesse infranto una proibizione, per esempio pensando improvvisamente al Medioevo, in uno di quei pensieri fulminei e incontrollabili, cosa avrebbe fatto?
Ma quel momento non era ancora arrivato. E continuava a guardare il soffitto, finché qualcuno suonò al campanello e lo distolse dai suoi pensieri. Si alzò, ma subito si accorse che per raggiungere la porta d’ingresso doveva stare attento a non pestare le mattonelle ma a camminare sulle fughe- camminare sulle fughe era proibito. Ma prima di arrivare alla porta scivolò sbattendo la testa. La caduta gli provocò un’amnesia e quando l’amnesia gli passò non si ricordava più cosa volessero dire tutti quei 6853 post-it appesi in casa. Pensò che sui post-it la gente scrive ciò che deve fare, e così la sua vita ricominciò in un modo più normale.



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