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I Superciuk vivono ancora

Creato il 22 dicembre 2012 da Lucas
Rientra nella logica delle cose che la Destra di Storace candidi al Senato l'ex console fascista Vattani [1], così come è normale che La Russa, tutto entusiasta, sia pronto a candidare i due fucilieri della marina italiana [2], liberati su cauzione (assai cospicua) per quindici giorni dalle autorità indiane. Qualcuno forse si aspettava che Storace candidasse Corrado Guzzanti o che La Russa candidasse due medici senza frontiere?
Se la storia della sinistra italiana è costellata da tante contraddizioni, quella della destra, invece, è perfettamente lineare e coerente. Parlo, chiaramente, della destra fascista, postfascista o clericofascista, non di quella liberale, anche perché i veri liberali non sono né di destra né di sinistra*.
Senza stare qui a fare la gara su quale dei sistemi politici abbia provocato più morti e disperazione nel Novecento, gara che tanto piace allo storicismo imbecille di Berlusconi (il quale racconta in tv le storielle sul comunismo russo, però quando è in compagnia del suo amico autocrate russo Putin non glielo racconta mai a lui quanto i sovietici erano cattivi, chissà perché), si può dire, senza tema di smentita, che il fascismo è il più stupido e fallace dei sistemi politici mai sperimentati sulla faccia della terra, giacché è un solerte restauratore e fortificatore dell'esistente, esso fa da perfetta guardia del corpo al potere, di più: offre il corpo dello stato al servizio della maggior gloria del capitalismo - e questo è il destino, tra l'altro, anche del comunismo cinese, nonostante ora i compagni dirigenti del Pcc leggano Micheal J. Sandel.Il fascismo è stupido perché è il regime dei Superciuk:

I Superciuk vivono ancora

«Il personaggio di Superciuk è un antieroe concepito come il negativo di Robin Hood: egli ruba ai poveri per dare ai ricchi. Persegue in realtà un vero e proprio ideale: nel suo lavoro di netturbino si imbatte infatti sovente in un'umanità miserevole, poco attenta all'igiene, laddove i ricchi sono a suo dire educati e rispettosi della pulizia delle strade.»


In Italia, poi, luogo dove è nato, il fascismo ha un radicamento tutto suo particolare, si tramanda di solito per vie familiari, o si sviluppa nel giovane quando è vittima di qualche frustrazione. Uno diventa fascista o postfascista per il gusto di essere nel branco, per ridare spirito a quell'animalità interna a ogni individuo, per soffocare, insomma, il raziocinio. Il neo fascista pratica alla sua intelligenza una sorta di shibari, ovvero lega i suoi neuroni che, all'interno del suo cervello, si sforzano di fargli capire che il mondo non è una pallina da baseball da manganellare.
Necessariamente e giustamente, il circuito mediatico ha relegato il postfascismo nei bassifondi della scarsa visibilità. Ogni tanto scappa qualcuno di relativamente famoso che si dichiara tale, ma mai nessuno, tra questi, finora è riuscito a risollevarne le sorti. E tali condizioni permarranno fintanto che non si ripresenterà una forza politica rivoluzionaria in grado di mettere in scacco il sistema. Allora e solo allora il Capitale scioglierà il guinzaglio ai propri eroi di riserva.
*Cito a braccio perché è una frase che ho sentito in tv anni addietro a una trasmissione su rai tre che ricordava la figura di Mario Pannunzio. Tra i vari personaggi intervistati, mi sembra Enzo Forcella rammentò il pensiero politico del direttore del mitico Mondo, il quale soleva dire: «Non sono democristiano per motivi di ragione; non sono comunista per motivi di libertà; non sono fascista per motivi d'intelligenza».

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