“Se un prigioniero senza libri possedesse Il Tarocco e sapesse servirsene potrebbe In pochi anni acquistare una scienza Universale e parlare di ogni cosa Con inesauribile eloquenza”
Eliphas Levi
Come già aveva accennato LadyGhost ecco il mio post sui Tarocchi di Crowley.
Non scriverò di come si usano per divinizzare o per altri scopi. Il mio vuole esser un articolo di conoscenza di queste bellissima carte. Lascio ai singoli lo studio complesso dei suoi Tarocchi.
Disegnato da Frieda Harris, per essere precisi, su guida del suo maestro Aleister Crowley, noto occultista inglese dello scorso secolo, personalità a dir poco poliedrica e bizzarra di cui abbiamo già accennato (A.Crowley).
I Tarocchi di Aleister Crowley possiedono una potenza evocativa spiccata, data un po’ dalla ricca simbologia esoterica presente in ciascuna carta, soprattutto arcani maggiori e figure, un po’ dallo stile surreale e immaginifico dei disegni.
Altra cosa da rimarcare è la rottura apportata da Crowley rispetto al tarocco classico, non solo a livello grafico (fatto che ne ha scatenato l’immediato successo tra le nuove generazioni di appassionati al tempo della sua realizzazione, a metà del XX secolo), ma anche a livello di associazione esoterico-kabbalistica, nonché di impronta culturale (passando, per esempio, dal bagatto, dalla papessa, dal papa, dalla giustizia, dalla forza, dalla temperanza, dal giudizio, di reminiscenza cristiana, al mago, alla gran sacerdotessa, allo ierofante, all’adattamento, alla libidine, all’arte, all’eone, di stampo decisamente più pagano).
Per quanto riguarda l'interesse di Crowley per i Tarocchi, sappiamo risaliva agli anni giovanili. Nel 1912 Crowley pubblicò sul primo volume della rivista "The Equinox of Gods" il Liber T, vale a dire la descrizione dei Tarocchi fino ad allora riservata agli adepti della Golden Dawn. Molti anni più tardi il mago inglese decise di creare una propria versione del mazzo e ne affidò la realizzazione ad una pittrice surrealista, Frieda Harris (1877-1962). Il lavoro si protrasse per quasi cinque anni, dal 1938 al 1942. I dipinti della Harris furono pubblicati in bianco e nero su The Book of Thoth (Londra 1944), un manuale scritto da Crowley basandosi sul Liber T della Golden Dawn. Solo 33 anni più tardi vide la luce il primo mazzo che riproduceva fedelmente gli acquerelli della Harris (U.S. Games Systems e S. Weiser Pubbl., New York 1977).
Il Libro di Thot (così Crowley chiamò i suoi tarocchi) è ancora oggi un’opera incredibilmente moderna, ma soprattutto capace di introdurre l’osservatore in un mondo meraviglioso. Ogni figura secondo Crowley è “una rappresentazione pittorica delle forze naturali così come erano concepite dagli antichi secondo un simbolismo convenzionale”.
Insomma, la sensazione che si ha nel tenerli in mano è che i Tarocchi di Aleister Crowley possono promettere molto e se usati bene posso aprire molte porte, ma pretendono anche tanto in termini di studio e di impegno.
Per chi li ha e per chi vuole intraprendere questo viaggio: Buono Studio