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"I Tarocchi Zen di OSHO"

Da Risveglioedizioni
Risveglio Edizioni, Libri, Spiritualità, Meditazione, Medicina, Cosmologia, Arte, Filosofia, Ufologia, Federico Bellini, Ambra Guerrucci, Osho, TV I Tarocchi Osho, conosciuti anche come i Tarocchi Zen di Osho, sono un ottimo gioco di carte pieno di simbolismo che, a differenza del resto dei mazzi tradizionali, permettono una riflessione durante un consulto che si sintonizza con l’intuizione e la sensibilità...
I Tarocchi Zen di Osho sono differenti rispetto agli altri tipi di carte in quanto sono particolarmente utili per conoscere la situazione attuale. In generale rappresentano un modo di vedere da un altro punto di vista la nostra realtà e cosa può accadere se continuiamo così. Molti usano i Tarocchi di Osho come strumento di interrelazione tra loro e la loro psiche, così da avere uno spiraglio sui propri pensieri più intimi, e da poter guarire la mente da qualsiasi preoccupazione o problema di carattere mentale. In questo modo i Tarocchi di Osho diventano una specie di terapia per molti cartomanti, i quali utilizzano il proprio potere per diventare persone migliori. I Tarocchi Zen di Osho sono composti da 79 carte. 56 di queste sono gli arcani minori, che sono raggruppati in quattro elementi (Acqua, Nuvole, Arcobaleno e Fuoco) di 14 carte ciascuno. Le rimanenti 23 carte sono gli arcani maggiori. Ciascuna carta ha la sua spiegazione riflessa nella saggezza Zen e nella visione di Osho. Come in tutti i tarocchi, dobbiamo fare attenzione quando li utilizziamo, dato che se non siamo concentrati potremmo ottenere qualsiasi tipo di risposta, e nella maggior parte dei casi sbagliata. Osho, nascita e morte (1931 – 1990) Osho nacque nel nord dell’India, a Kuchwada. E’ stato professore di filosofia per diversi anni all’Università di Jabalpur. Viaggiò per tutto il paese tenendo conferenze e dibattici pubblici. Verso la fine del 1960 iniziò a sviluppare le sue tecniche di Meditazione Dinamica. Morì nel 1990 dopo aver conquistato la fiducia e l’ammirazione di migliaia di discepoli in tutto il mondo. In realtà non scrisse alcun libro , ma tutte le sue opere sono raccolte di registrazioni di conferenze pubbliche e private. I Tarocchi Zen di Osho non sono efficaci per la gente con preoccupazioni legate all’esoterismo oscuro, ma sono piuttosto un mezzo di comunicazione interiore con cui si stabilisce un contatto diretto con il proprio cuore; i sentimenti sono ciò che si riflette principalmente in questi tarocchi insieme a tutto ciò che sta attorno alle sensazioni del cliente. Può essere difficile capire il misticismo occidentale, ma una volta capita la sua base sentimentale i Tarocchi di Osho possono diventare il complemento perfetto per risolvere le varie inquietudini che possono insorgere. I Tarocchi di Osho parlano all’Io interno, attraverso il lato più sensibile e appassionato. Alcuni psicologi hanno identificato Osho come un uomo affetto da una schizofrenia evolutiva, una rara patologia che si sviluppa in un incredibile genialità orientata a giustificare comportamenti che toccano l’etica evolutiva della nostra specie. Ancora oggi si ringrazia per tante delle sue dottrine che senza dubbio hanno aiutato l’uomo a capirsi meglio grazie alla creazione di una nuova e interessante filosofia che vi invitiamo a conoscere.Nessuno è a conoscenza che Osho abbia scritto dei libri, tutto quello che si ha di lui sono dei riassunti fatti da alcuni dei suoi studenti. Gli Arcani Maggiori dei Tarochi Zen di Osho I Tarocchi Zen di Osho a differenza della carte tradizionali offrono una riflessione del momento del consulto senza previsioni né giudizi, ma sono in totale sintonia con l’intuizione e la sensibilità, qui sotto puoi trovare il significato di ciascun arcano maggiore. GLI ARCANI MAGGIORI 0 - IL MATTO
I - L'ESISTENZA
II - LA VOCE INTERIORE
III - LA CREATIVITA'
IV - IL RIBELLE
V - NESSUNA-COSA
VI - GLI AMANTI
VII - LA COSCIENZA
VIII - IL CORAGGIO
IX - LA SOLITUDINE
X - IL MUTAMENTO
XI - UN'APERTURA
XII - UNA NUOVA VISIONE
XIII - LA TRASFORMAZIONE
XIV - L'INTEGRAZIONE
XV - IL CONDIZIONAMENTO
XVI - IL FULMINE
XVII - IL SILENZIO
XVIII - LE VITE PASSATE
XIX - L'INNOCENZA
XX - OLTRE LE ILLUSIONI
XXI - IL COMPLETAMENTO
IL MAESTRO - IL MAESTRO IL MATTO Il Matto è colui che va sicuro, anche di fronte a esperienze avverse. Tu lo inganni, ma lui si fida di te; tu lo inganni nuovamente e lui continua a fidarsi di te. E’ quindi normale dire che è un matto, poiché non impara mai. La sua fiducia negli altri è terribile; è talmente pura che nessuno può rovinarla. Essere un matto secondo il Taoismo, e secondo lo Zen non consiste nel creare un muro di conoscenza intorno a se stessi. Qualsiasi sia l’esperienza il matto lascia che accada, e dopo la elimina. Continua a svuotare la mente; continua a dimenticare il passato, così da mantenerla nel presente, qui e in questo momento, come fa un neonato. Inizialmente sarà molto difficile. Il mondo inizierà ad approfittare di te… ma lascialo fare. Anche se sei stato ingannato, derubato, lascia che accada, perché ciò che è realmente tuo, non potrà essere preso nemmeno da te, ciò che è realmente tuo nessuno lo potrà rubare. E non permettere mai che nessuna situazione ti danneggi, questa opportunità diventerà un’integrazione interiore. La tua anima diventerà più cristallina. L’ESISTENZA Tu non sei casuale: l’esistenza ha bisogno di te. Senza di te qualcosa verrà a mancare nell’esistenza che nessuno può sostituire. Questo è ciò che ti da dignità: tutta l’esistenza ti rimpiangerà. Le stelle, il sole, la luna, gli alberi, gli uccelli e la terra, tutto l’universo sentirà che c’è un piccolo posto vuoto che non può essere riempito da nessun’altro eccetto che te. Questo ti dà una gioia enorme, la pienezza di chi è legato all’esistenza e che l’esistenza si prende cura di te. Sarà una cosa limpida e chiara, e si potrà vedere l’enorme amore che discende su di te da tutte le dimensioni. LA VOCE INTERIORE Se hai trovato la tua verità dentro te stesso, non hai più niente da cercare nella tua esistenza. La verità sta funzionando attraverso te. Quando apri gli occhi, è la verità che apre i suoi. Quando chiudi gli occhi, è la verità che li sta chiudendo. Questa è una meditazione terribile. Se si riesce a capire il trucco, non si deve fare niente; qualsiasi cosa si stia facendo è fatta per la verità. Camminare, è la verità; dormire, è vero che si sta riposando; parlare, è vero che si sta parlando; stare in silenzio, è la verità che è silenzio. Questa è una tra le tecniche di meditazione più semplici. A poco a poco tutto è messo in atto con questa semplice formula e quindi la tecnica non è necessaria. Quando sarai guarito scarta la meditazione, lancia la medicina. Poi vivi come verità: vivo, raggiante, felice, come una canzone per te stesso. Tutta la tua vita diventa una preghiera, in uno stato di preghiera, una grazia, una bellezza che non appartiene alla nostra vita terrena, un raggio di luce proveniente da oltre l’oscurità del nostro mondo. LA CREATIVITA’ La creatività è la qualità che mette in azione ciò che si sta facendo. E’ un atteggiamento, una messa a fuoco interiore; il modo in cui si vedono le cose… Non tutti possono essere pittori, non è nemmeno necessario. Se tutti fossero dei pittori il mondo sarebbe molto brutto; e sarebbe difficile viverci. Non tutti possono essere ballerini; e non è nemmeno necessario. Ma tutti possono essere creativi. Qualunque cosa tu faccia, se lo fai con gioia e con amore, e se l’atto di farlo non è puramente economico, allora è creativo. Se, a causa di qualcosa che cresce dentro di te, e ti produce una crescita, allora è spirituale, è creativo, è divino. Tanto più creativo sarai, più divino diventerai. Tutte le religioni del mondo dicono che Dio è il creatore. Non si sa se lui sia il creatore o no; ma si sa una cosa: più si diventa creativi, più si è divini. Quando la creatività arriva al culmine, quando tutta la vita diventa creativa, si vive in Dio. Così che egli deve essere il creatore, in quanto le persone che sono più creative sono più vicine a lui. Ama ciò che fai! Medita mentre lo fai, qualsiasi cosa sia! IL RIBELLE La gente ha paura, molta paura di coloro che conoscono se stessi. Hanno un certo potere, una certa aura e un certo magnetismo, un carisma che può far uscire le persone giovani e vitali dalle loro prigioni tradizionali… L’uomo illuminato non può essere schiavizzato: questa è la difficoltà. E non può essere imprigionato… Ogni genio che ha conosciuto qualcosa di interiore, molto difficilmente verrà dominato. Sarà una forza preoccupante.  Le masse non vogliono essere disturbate anche quando stanno nella miseria. Sono in povertà ma sono abituati a questa e chiunque non sia miserabile potrebbe sembrare un estraneo. L’uomo illuminato è l’estraneo più grande del mondo. Sembra non appartenere a nessuno. Nessuna organizzazione lo può confinare in alcuna comunità, alcuna società, alcuna nazione. NESSUNA-COSA Buddha ha scelto una parola davvero di grande potenziale: shunyata. L’equivalente, la parola “vuoto” non è tanto bella. Per questo la definiamo “nulla”, l’assenza di tutto perché il nulla non è soltanto niente, ma è tutto. E’ vibrante di tutte le possibilità. E’ un potenziale, un potenziale assoluto: non si è manifestato, ma lo contiene tutto. All’inizio è la natura, alla fine è la natura, quindi, perché fare così tanto chiasso? Perché preoccuparsi tanto, perché essere così ansiosi, così ambiziosi? Perché creare questa disperazione? Dal nulla al nulla, questo è il cammino. GLI AMANTI Occorre prendere nota di queste tre cose: l’amore più basso è sesso; è fisico… e la forma più elevata dell’amore è la compassione. Il sesso è al di sotto dell’amore, la compassione ne è al di sopra. L’amore è esattamente nel mezzo. Pochissime persone conoscono cos’ è l’amore. Il 99% della gente sfortunatamente considera amore la sessualità. Ma non lo è. Il sesso è molto animale, ha sicuramente il potenziale per diventare amore, però non è realmente amore, solo un potenziale. Se sei attento e cosciente, meditativo, allora il sesso si può trasformare in amore. E se il tuo stato meditativo diviene totale, assoluto, l’amore può trasformarsi in compassione. Il sesso è il seme, l’amore è il fiore, la compassione è la fragranza. Buddha ha definito la compassione come “ amore più meditazione”. Quando il tuo amore non è unicamente desiderio dell’altro, quando il tuo amore non è unicamente una necessità, quando il tuo amore è una condivisione, quando il tuo amore non è quello di un mendicante ma quello di un imperatore, quando il tuo amore non chiede niente in cambio ma è disposto a dare, dare per la semplice gioia di dare, allora aggiungendo a tutto questo la meditazione si sprigionerà una fragranza pura. Quella è la compassione; la compassione è il fenomeno più elevato che ci sia. LA COSCIENZA La mente non potrà mai essere intelligente; solo la non-mente è intelligente; è originale e radicale; solo la non-mente è rivoluzionaria: è la rivoluzione in azione. Questa mente ti fa sentire in una sorta di letargo. Sopraffatto dai ricordi del passato, carico di proiezioni nel futuro, continui a vivere al minimo; non vivi sino in fondo. La tua fiamma si mantiene molto debole. Una volta lasciati i pensieri, la polvere che hai raccolto nel passato, la fiamma si anima limpida, chiara, viva e giovane. Tutta la tua vita diventa una fiamma senza fumo. In questo consiste la coscienza. IL CORAGGIO Il seme non può sapere cosa accadrà, il seme non ha mai conosciuto il fiore. E il seme non può credere nemmeno di avere il potenziale per diventare un bellissimo fiore. Il cammino è lungo, ed è sempre più sicuro non affrontarlo perché il percorso è sconosciuto, nulla è garantito. Nulla può essere garantito. I pericoli lungo il cammino sono infiniti, le insidie sono tante – e il seme è al sicuro, nascosto all’interno di un duro involucro. Però il seme compie degli sforzi, lascia cadere il suo guscio duro che è la sua sicurezza e inizia a muoversi. Immediatamente inizia la lotta: la lotta con la terra, con le pietre, con le rocce. Il seme era molto duro e il germoglio sarà molto, molto fragile e i pericoli saranno tanti. Non c’era pericolo per il seme, il seme avrebbe potuto sopravvivere per millenni, però per il germoglio i pericoli sono tanti. Però il germoglio va verso l’ignoto, verso il sole, verso la fonte di luce, senza sapere dove è, senza sapere perché. E’ enorme la croce da portare, però il seme possiede un sogno e va avanti. Lo stesso cammino è quello dell’r l’uomo. E’ difficile. Occorre molto coraggio. LA SOLITUDINE Quando sei solo, non sei solo, ti senti semplicemente isolato – e c’è una enorme differenza tra la solitudine e il sentirsi isolati. Quando ti senti isolato stai pensando all’altro, ti manca l’altro. L’essere isolati è una condizione negativa. Senti che saresti meglio se qualcuno fosse con te – un tuo amico, tua madre, tuo marito. Sarebbe stato meglio se l’altro fosse presente, però non è così. Sentirsi isolati è l’assenza dell’altro. La solitudine è la presenza di se stessi. La solitudine è molto positiva. E’ una presenza, una presenza straripante. Sei così pieno di presenza che puoi colmare l’universo intero con la tua presenza e non hai bisogno di nessuno. IL MUTAMENTO La vita ripete se stessa stupidamente – a meno che diventi consapevole, continuerà a ripetersi come una ruota. Per questo i Buddisti la definiscono la ruota della vita e della morte, la ruota del tempo. Gira come una ruota: alla nascita segue la morte, alla morte segue la nascita; l’amore è seguito dall’odio, l’odio è seguito dall’amore; al successo segue il fallimento, al fallimento segue il successo. Osservalo semplicemente! Si riesci ad osservarlo solo per qualche giorno, vedrai emergere uno schema, uno schema circolare. Un giorno, una fresca mattina, ti senti benissimo e sei felice… Mente un altro giorno sei ottuso e così verso la morte da iniziare persino a pensare al suicidio. Eppure, solo il giorno prima eri così pieno di vita, così felice da sentirti grato a Dio per essere in uno stato d’animo di profonda gratitudine, e ora ti lamenti e non trovi il motivo per continuare a vivere… Questo ciclo va avanti, ma tu non vedi lo schema di fondo. Una volta riesci a vederlo, ne puoi uscire. UN’APERTURA La funzione di un Maestro si riassume in questo: trasformare un crollo in un'apertura.  Lo psicoterapeuta semplicemente ti rimette insieme. E’ la sua funzione. Lui non è qui per trasformarti. Hai bisogno di una meta-psicologia, la psicologia dei Buddha. E’ la più grande avventura della vita l’attraversare una depressione in modo cosciente. E’ il più grande rischio perché non c’è garanzia che il crollo diventi un’apertura. Si trasforma, però queste cose non possono essere garantite. Il tuo caos è molto antico – per molte, molte vite, sei stato nel caos. E spesso è denso. E’ quasi un universo in sé. Poi quando ci rientri, con le tue fragili capacità, ovviamente è pericoloso. Ma senza confrontarsi con questo pericolo, nessuno si è mai integrato, nessuno è mai diventato un individuo, indivisibile. Lo Zen, o la meditazione, è il metodo che ti aiuterà ad attraversare il caos, ad attraversare l’oscura notte dell’anima, con equilibrio, disciplina, attenta. L’alba non è lontana, ma prima di raggiungerla, devi attraversare la buia notte dell’anima. E quando l’alba si avvicina, la notte diventerà sempre più scura e tenebrosa. UNA NUOVA VISIONE Quando ti apri il fondamentale, immediatamente un torrente si riversa in te. Tu non sei più un comune essere umano – tu hai trasceso. Il tuo sguardo è diventato quello di tutta l’esistenza. Ora non sei più separato – hai trovato le tue radici. Altrimenti, di solito, tutti si muovono senza radici, non sapendo da dove il loro cuore riceva l’energia, non sapendo chi continua a respirare in loro, senza conoscere il nettare vitale che scorre in loro. Non è il corpo, non è la mente – è qualcosa che trascende ogni dualità, che è chiamato bhagavat – il bhagavat nelle dieci direzioni. Quando si apre il tuo essere interiore, come prima cosa sperimenta due direzioni: l’altezza e la profondità. Poi, piano piano, man mano che questa diventa la tua situazione stabile, inizi a guardarti attorno, espandendoti nelle altre otto direzioni. E quando la tua vetta e il tuo abisso si incontrano, puoi guardarti intorno, percependo la circonferenza dell’universo. Allora la tua consapevolezza inizia a svilupparsi in tutte le dieci direzioni, però il cammino è stato uno solo. LA TRASFORMAZIONE Nello Zen un maestro non è un semplice insegnante. In tutte le religioni ci sono solo insegnanti. Ti insegnano materie che non conosci, e ti chiedono di credere, perché non c’è altro modo di portare queste esperienze nella sfera oggettiva: neppure l’insegnante che le ha conosciute ci ha creduto, e trasmette a qualcun altro il proprio credo.  Lo Zen non è un mondo per credenti. Non è per chi ha fede, ma per quelle anime audaci che possono lasciare ogni fede, incredulità, dubbi, ragione, mente, e possono entrare nella loro pura esistenza senza confini. Però questo porta ad un’incredibile trasformazione. Pertanto, lasciatemi dire che mentre altri sono coinvolti in filosofie, lo Zen si coinvolge in una metamorfosi, in una trasformazione. Però il suo linguaggio deve essere capito, non con la ragione o la mente intellettuale, ma con il tuo cuore amorevole. Oppure, quando ci si limita ad ascoltare, non importa se sia o meno la verità. E all’improvviso arriva un momento in cui si vede ciò che è sempre stato evitato in tutta la vita. Improvvisamente, si aprono quelle che Gautama Buda chiamò: le ottantaquattromila soglie. L’INTEGRAZIONE Il conflitto è nell’uomo. A meno che non si risolva li, non può essere risolto da nessun altra parte. La politica è dentro di te; è dentro le due parti della mente. Esiste un ponte molto fragile. Se questo ponte si rompe per qualche incidente,  per qualche difetto fisiologico, o per qualche altro motivo, la persona si divide in due persone, è il fenomeno della schizofrenia o personalità nascosta. Se il ponte si rompe – e il ponte è molto fragile – ti divide in due, e ti comporti come due persone. Al mattino sei molto amorevole e gentile, la sera sei furioso, una persona totalmente diversa. Non ti ricordi del mattino…? Come potresti ricordarti? Stava funzionando un’altra mente – e la persona diventa due persone. Se questo ponte è rafforzato al punto che due menti scompaiono e diventano una, allora sorge una integrazione, una cristallizzazione. Quello che Gorge Gurdjeff chiamava la cristallizzazione dell’essere non è altro che queste due menti unificate, l’incontro interno di maschile e femminile, l’incontro di yin e yang, l’incontro di sinistra e destra, l’incontro di logica e illogica, l’incontro di Platone e Aristotele. IL CONDIZIONAMENTO Se non abbandoni la tua personalità, non sarai in grado di incontrare la tua individualità. L’individualità è data dall’esistenza: la personalità è imposta dalla società. La personalità è una convenienza sociale. La società non può tollerare l’individualità, perché nessuno sarà mai succube come una pecora. L’individualità ha la qualità del leone; il leone si muove da solo. La pecore sempre con il gregge, sperando di sentirsi a proprio agio: stare in mezzo al gregge la fa sentire più protetta, al sicuro. Se qualcuno attacca, esiste la possibilità che in mezzo al gregge si possa salvare. Ma da soli? Solo i leoni si muovono in solitudine. Ognuno di voi nasce come leone, però la società continua a condizionarvi, programmando la vostra mente come una pecora. Vi da una personalità rassicurante, gentile, obbediente. La società vuole schiavi, non persone devote alla libertà. Vuole schiavi perché gli interessi costituzionali richiedono obbedienza. IL FULMINE Ciò che fa la meditazione lentamente, un grido del Maestro, inaspettatamente, nella situazione in cui il discepolo sta facendo una domanda, e all’improvviso il maestro si alza in piedi e urla, o picchia il discepolo, o lo botta fuori dalla porta, o gli salta addosso… Questi metodi non erano mai stati usati. Furono frutto del genio creativo di Ma Tzu, e fece illuminare molte persone. A volte sembra buffo: buttare fuori dalla finestra di una casa di due piani un uomo, e l’uomo è venuto a chiedere come meditare. E non solo Ma Tzu lo getta fuori dalla finestra, ma salta su di lui, si siede sul suo petto e dice: Hai capito? E il povero uomo risponde: “Si” – perché se dice “No”, lo può colpire di nuovo o fare dell’altro! E’ fin troppo – il suo corpo è fratturato, e Ma Tzu, seduto sul suo petto, dice: Hai capito? E quel uomo ha capito: è stato tutto improvviso, non l’avrebbe mai immaginato. IL SILENZIO L’energia totale ha preso possesso di te. Sei stato posseduto, non sei più, il tutto è. In questo momento, quando il silenzio entra in te, puoi capire il suo significato, perché è lo stesso silenzio che Gautama Buda sperimentò. E’ lo stesso silenzio che sperimentò Chuang Tzu, Bodhidharma o Nansen… Il sapore del silenzio è lo stesso. I tempi cambiano, però l’esperienza del silenzio, l’allegria rimangono uguali. Questa è l’unica cosa su cui puoi contare, l’unica cosa che non muore mai. E’ l’unica cosa che puoi definire il tuo stesso essere. LE VITE PASSATE Il bambino può diventare consapevole solo se nella vita precedente ha meditato a sufficienza, se si è creato abbastanza energia per combattere con l’oscurità che porta alla morte. Ci si perde semplicemente in un oblio, poi improvvisamente ci si ritrova in un nuovo utero e si dimentica completamente il vecchio corpo. C’è una discontinuità. Questa oscurità, questa incoscienza crea discontinuità. L’Oriente ha lavorato duramente per penetrare queste barriere. E diecimila anni di lavoro non sono stati vani. Tutti possono penetrare nelle vite passate, o in tante vite passate. Però per questo occorre andare più in profondità nella meditazione, per due ragioni: se non scendi in profondità, non puoi scoprire la soglia su un’altra vita; in secondo luogo, devi entrare in una meditazione profonda, perché se scopri la porta di un’altra vita, la tua mente verrà inondata da una valanga di eventi. Ed è già abbastanza duro trattare con una sola vita…. L’INNOCENZA Lo Zen dice che, se si abbandona il sapere – e nel sapere è inclusa ogni cosa, il tuo nome, la tua identità, tutto, perché queste cose sono state date dagli altri – se abbandoni tutto ciò che gli altri ti hanno dato, acquisirai nel tuo essere una qualità totalmente diversa: l’innocenza. Sarà una crocifissione della persona, della personalità, e avrà luogo una resurrezione della tua innocenza. Diventerai di nuovo bambino, rinato. OLTRE LE ILLUSIONI Questa è l’unica distinzione tra sogno e realtà: la realtà ti permette di dubitare, e il sogno non te lo permette… La capacità di dubitare è una tra le più grandi benedizioni dell’umanità. Le religioni sono nemiche perché hanno tagliato le radici del dubbio, e c’è una ragione precisa per cui l’hanno fatto: perché vogliono che la gente creda in certe illusioni che loro stessi predicano… Perché gente come Gautama el Buda hanno insistito nel dire che l’intera esistenza – ad eccezione del tuo Se testimoniante, ad eccezione della tua consapevolezza – è semplicemente effimera, fatta dello stesso materiale di cui sono fatti i sogni? Non stiamo dicendo che questi alberi non sono qui, né che queste colonne non esistono. Non fraintendere a causa del termine “illusione”, è stato tradotto come illusione, ma non è la parola giusta. L’illusione non esiste. Esiste la realtà. Maya è esattamente nel mezzo: è quasi esistente. Per quel che riguarda le attività quotidiane, possono essere considerate come realtà. Solo in senso assoluto, dalla vetta della tua illuminazione, diventa irreale. IL COMPLETAMENTO Questa è la via dello Zen: non dire niente di completo, è un metodo molto importante. Non dire tutto significa dare un’opportunità a chi ascolta di terminare ciò che si è detto.  Tutte le risposte sono incomplete. Il maestro ti ha solo indicato una direzione… Quando avrai raggiunto il limite saprai ciò che resta. Cos’ se qualcuno cercherà di comprendere lo Zen intellettualmente, fallirà. Non è una risposta alla domanda, ma qualcosa in più della risposta. Indica la verità… La natura di buddha non è qualcosa di remoto – la tua consapevolezza è la natura di Buddha, e la tua coscienza può osservare queste cose, che costituiscono il mondo. Il mondo finirà, e lo specchio rimarrà, e rifletterà il nulla. IL MAESTRO Voglio dire qualcosa, che è rimasto segreto per tutta la mia vita. Non ha mai voluto essere il Maestro di nessuno… Essere un Maestro è un lavoro molto strano. Devi convincere le persone con il cuore attraverso argomenti e la ragione, attraverso la razionalità e la filosofia; devi utilizzare la mente come serva del cuore. Il lavoro del Maestro è aprire la mente, in modo che tutta la tua energia si sposti verso il tuo cuore. Capito il significato? La parola “maestro” crea l’idea di un discepolo, di una seguace. Come può esserci un maestro senza un discepolo, senza un seguace? Però nel senso spirituale la parola “maestro” significa padronanza di sé. Un maestro può essere semplicemente solo. L’uomo nuovo di cui si sta parlando, sarà padrone di se stesso. Fonte: OSHO International Foundation | All Rights Reserved/Tutti i diritti riservati
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