Iniziamo queste piccole
riflessioni sui Cavalieri del Tempio parafrasando il don Abbondio di Manzoni,
perché come il curato dei “Promessi Sposi” si chiedeva chi fosse Carneade, gli
studiosi dell’Ordine si chiedono da sempre chi fossero i Templari.
La domanda che sia lo studioso o
il semplice appassionato, al quale luccicano gli occhi al solo intravvedere una
croce patente è: “Ma infondo chi erano questi Templari?”.
L’interlocutore si aspetta una
risposta esauriente che in due parole soddisfi la sua curiosità, invece la
questione è molto più complessa di quanto possa sembrare; infatti, chi erano i
Templari?
Erano santi asceti, totalmente
estranei alle lusinghe della vanità che come diceva San bernardo nel suo elogio
alla Cavalleria spirituale contrapposta a quella mondana : “Si
tagliano i capelli corti avendo appreso dall'apostolo che è un'ignominia per un
uomo curare la sua capigliatura. Non li si vede mai pettinati, raramente
lavati, la barba irsuta pregna di polvere, sporchi per il caldo
nelle loro armature"?
Erano degli eroi che hanno versato il loro sangue per difendere la fede
cristiana e i pellegrini che in nome di essa si recavano in Terra Santa,
oppure, usurai, maghi, eretici, blasfemi e compromessi con gli infedeli?
Forse i Templari erano un po’ tutte queste cose insieme.
La contraddizione della loro esistenza non sfuggì agli uomini del
medioevo, infatti fu un grosso problema fin dalle origini, questa figura
ibrida di monaco e di guerriero, non fu accolta con entusiasmo da tutti i
contemporanei, furono necessarie la competenza teologica e le doti di
persuasione di San Bernardo che al
concilio di Troyes nel 1129, riuscì a far approvare la regola dell’ordine da lui
redatta alle autorità ecclesiastiche, anche se il vero e proprio riconoscimento
ufficiale lo ottenne il 29 marzo del 1139 con la bolla di Innocenzo II “Omne
Datum Optimum” .
Com’è noto un religioso non può
versare il sangue di un altro essere umano, i Templari erano monaci che avevano fatto voto di difendere la fede con le
armi, la contraddizione evidente fu abilmente aggirata dall’abilità diplomatica
di Ugo di Payns e da quella teologico - dottrinaria di Bernardo di Chiaravalle.
Il primo Maestro dell’Ordine, Ugo di Payns, fece un vera e propria campagna
promozionale, incontrando eminenti personalità della chiesa e della nobiltà,
facendo non pochi proseliti e aumentando in maniera incredibile il numero dei
suoi affiliati. Questi guerrieri di Dio, che incarnavano l’ideale di Cavalleria
Spirituale, infiammarono il cuore di migliaia di rampolli della nobiltà europea,
felici di poter dare sfogo alla loro violenza e voglia di avventura con la
benedizione papale.
Dal canto suo San Bernardo
sciolse il nodo della contraddizione monaco-soldato,
infatti affermò che il Templare non avrebbe dovuto combattere contro gli
uomini, ma contro il male che in essi dimorava, siccome nei musulmani si
trovava dimora il male dell’errore di fede, uccidendo l’infedele avrebbe ucciso
l’islam e questo non poteva che essere un’opera meritoria.
Monaci molto particolari quindi i
Templari, basterebbe questa strana figura di soldato di Dio per giustificare
l’interesse verso l’Ordine del Tempio, ma la loro storia e i loro segreti
rituali hanno dato adito a leggende e illazioni che in parte furono
responsabili della loro rovina.
Analizziamo la caratteristica che
li rese più famosi, quella di guerrieri.
I Cavalieri del Tempio, legarono
indissolubilmente il loro destino a quello delle Crociate delle quali furono
indiscussi protagonisti, erano uomini duri, forgiati dalle battaglie e da un
durissimo addestramento. Uomini come questi non potevano certamente essere
degli asceti e pii monaci, erano sicuramente dei feroci guerrieri e molto
probabilmente nelle loro commende si respirava più aria di caserma che di convento.
Modi di dire come: “Bere e bestemmiare come un Templare” probabilmente nascono
dal comportamento dei Templari combattenti che rientravano in Europa dopo anni
di servizio in Terra Santa. Considerando che nella loro regola era
espressamente vietato intrattenere “inutili discussioni con chi non si conosce
bene”, si può capire che questi “irsuti” monaci non riscuotessero grandi
simpatie.
Un’altra accusa tipica rivolta
all’Ordine era quella di essere degli usurai, questo probabilmente nasce anche
dall’invenzione della lettera di cambio con la quale chi si recava in
Terrasanta versava una somma in una commenda templare presente in Europa
ricevendo in cambio una ricevuta con la quale poteva riscuotere il
corrispettivo in una commenda di Terrasanta; naturalmente i Templari per
fornire questo servizio ricevevano un compenso e da qui si sono accumulati
ingenti patrimoni che sono valsi ai Poveri Cavalieri di Cristo la nomea di
essere dediti all’usura anche se un’analisi più attenta farebbe propendere a
ritenere che non si discostassero da quello che è attualmente la principale
attività delle banche. Quando sono nate le varie maldicenze sulla ricchezza dei
Templari, non si è forse tenuto conto degli altissimi costi che comportava
mantenere un esercito attivo nelle terre d’ Outremer.
Per quanto riguarda l’accusa di
eresia ne abbiamo parlato diffusamente nei precedenti articoli dei quali
riportiamo alcuni passi. Il Capitolo segreto dei Templari aveva dei rituali ai
quali non poteva accedere nessun estraneo all’Ordine, è quindi naturale che
tale segretezza abbia fatto nascere sospetti e paure negli uomini del tempo.
Sono innumerevoli le accuse che
colpirono l’Ordine del Tempio, vedremo di analizzarne qualcuna perché l’elenco
completo richiederebbe uno sforzo simile a quello compiuto dalla fervida
fantasia degli inquisitori dell’epoca.
Naturalmente noi crediamo che le
accuse rivolte all’ordine scaturissero unicamente dalla cupidigia del re di
Francia Filippo il bello e dal fatto che un ordine militare nato per le
Crociate, una volta finite le guerre di Terrasanta fosse diventato un
pericoloso e poco controllabile esercito in Europa, però cerchiamo comunque di
dare una spiegazione sapienziale ai
possibili atti “criminosi” dei Cavalieri.
Ai Cavalieri vennero imputati
atti blasfemi come per esempio quello che vedeva il nuovo Templare all’atto
dell’investitura sputare tre volte sulla croce e maledire il Cristo.
L’orribile crimine di sputare
sulla croce e maledire Cristo trova una probabile spiegazione in ciò che i
Templari acquisirono durante la loro permanenza in Terrasanta. Attraverso lo
studio di testi antichi scoprirono che, alcuni millenni prima di Cristo, i
popoli semitici usavano sacrificare il re, da loro considerato sacro, nei
momenti di crisi, per rigenerare la terra e per dare nuovo vigore al Cosmo.
Gli antichi semiti sacrificavano
il loro re sacro con modalità per noi sorprendenti: il re veniva fustigato in
modo che il suo sangue nutrisse la terra, crocifisso ed esposto al vento del
nord (anche il Golgota è esposto a nord) e nessun osso del suo corpo doveva
essere spezzato (a Gesù non venne spezzato nessun osso, nonostante la frattura
dei femori fosse una procedura standard della crocifissione romana).
Attraverso tali scoperte, i
ranghi più alti dell’Ordine forse intesero la passione di Cristo come un
progetto del popolo ebraico di sacrificare il re dei giudei per liberarli dall’oppressione
dei romani. In effetti, è solo in quest’ottica che si può spiegare la volontà
del popolo ebraico ad abbandonare Cristo, ed è sempre in quest’ottica che i
Templari sputavano sulla croce, essi ripetevano in tal modo il sacrificio del
re sacro, solo apparentemente abbandonato e disprezzato dal suo popolo,
sicuramente con la speranza di redimere i peccati commessi dagli uomini della
loro epoca.
Un’altra gravissima accusa fu
quella di adorare una testa barbuta, Il Bafometto, per il quale l’intero
Ordine dimostrava una particolare venerazione.
La sua ragione va probabilmente
ricercata nelle radici celtiche del pensiero Templare. Com’è noto, l’Ordine
aveva una venerazione molto grande per S. Giovanni Battista decollato, che può
essere collegata al culto dei crani di origine celtica. In molti poemi irlandesi,
infatti, i capi-eroi, al momento della morte, chiedevano ai loro compagni di
essere decapitati e che la loro testa venisse portata sempre con loro. Dalla
testa del capo i guerrieri traevano conforto e con essa intrattenevano piacevoli
conversazioni (tracce di tale culto sono riscontrabili dalla notte dei tempi in
moltissime culture, per esempio a Gerico, in Israele, sotto il pavimento delle
capanne neolitiche venivano conservate le teste degli antenati).
Il Bafometto è stato definito
dagli inquisitori la testa o del Demonio o di Maometto, volendo così accusare i
Templari di adorare il Diavolo o il profeta degli infedeli, ma l’idolo barbuto
dei Templari non ha niente a che vedere col satanismo o con l’Islam, ha un
significato esoterico molto più profondo. Se l’adorazione per S. Giovanni
Battista si può spiegare attraverso lo studio del pensiero celtico, quello per
il Bafometto si deve analizzare attraverso la tradizione ermetica. In molte
raffigurazioni il Bafometto (o quello che è stato interpretato tale) appare con
due facce, una bianca e una nera; questa sorta di Giano Bifronte avente gli
stessi colori del Baussant (vessillo che i Templari portavano in battaglia)
è stato interpretato dagli studiosi templaristi come un’ulteriore prova della
visione “duale” dell’ideologia dell’Ordine. I Templari non adoravano il
Bafometto come un feticcio fine a se stesso, ma propugnavano per suo tramite
l’unione degli opposti, che sta alla base di tutto il pensiero spirituale e
filosofico-sapienziale delle antiche culture. Forse è in questa chiave che
vanno interpretati i loro rapporti con l’Islam, e in particolar modo col
sufismo che è la sua parte più spirituale, intesi a riappacificarsi con esso
con l’intento di trovare i punti di unione con il Cristianesimo e creare una
religione unica che mettesse fine a tutte le guerre che si nascondevano sotto
il vessillo della fede; in altre parole intendevano unire gli opposti
religiosi. I Cavalieri cercavano la radice, il punto di partenza delle grandi
religioni, perché erano convinti che Dio fosse “Uno” e che si manifestasse in
diverse forme che dovevano giungere all’armonia tramite l’unione degli opposti
poiché solo in tal modo si realizzava l’Unità tramite la quale si poteva raggiungere
il vero Dio.
Questo era un progetto molto ambizioso che ancora oggi
potrebbe sembrare assurdo e che i Cavalieri del Tempio pagarono con la tortura
econ la vita.
I Templari furono un tentativo di costituire una cavalleria
perfetta, il guerriero invincibile al totale servizio di Dio e degli ideali
cristiani e cavallereschi.
Secondo San Bernardo questi cavalieri erano protetti dal male
grazie alla loro fede e dai nemici dalle loro corazze, niente di meglio quindi in un periodo nel quale era in atto un
immane scontro di civiltà.
Purtroppo però gli alti ideali si scontrano sempre con i
bisogni materiali, ci si rese presto conto che per una Crociata permanente era
necessaria una grande quantità di denaro e da qui la necessità di procurarselo.
In pochi anni nelle casse del Tempio entrò tantissimo denaro
sotto forma di donazioni in moneta, terriere e di rendite che lo resero il più
ricco e potente ordine del medioevo, è facile capire come i suoi detrattori ebbero
buon gioco nell’accusarlo di volersi arricchire smodatamente tradendo i voti
delle origini.
Dopo questa breve e non esaustiva disamina sull’ordine del
Tempio abbiamo le idee ancora più confuse, quindi alla domanda iniziale “Chi
erano i Templari?”, non possiamo dare una risposta certa; infatti non sappiamo
se i Templari furono soltanto dei puri cavalieri senza macchia e senza paura,
armati dello scudo della fede e della
spada della parola di Dio, una setta esoterica dalla quale trassero ispirazione
i contemporanei “Fedeli d’Amore” di
Dante Alighieri e Guido Cavalcanti e i moderni massoni, degli usurai, degli
idolatri o dei simpatizzanti del Profeta. Crediamo fermamente che le fonti a
nostra disposizione non potranno mai darci risposte certe e che ognuno di noi
in base ai suoi ideali o alla sua fede, possa trovare in questi
particolarissimi protagonisti del medioevo europeo moltissimi spunti di ricerca
e di riflessione.
Attendiamo commenti e ipotesi da chiunque sia interessato a
questo affascinante argomento.
Fabrizio e Giovanna
Riferimenti bibliografici:
Malcom Barber, "La storia dei Templari"
Giulio Malvani, "Della sapienzialità templare"