Magazine Maternità

I terribili 2 anni

Da Brigittaemamma

Li chiamano cosi: “I terribili 2 anni”, iniziano a 18 mesi circa, fino ai 3 anni. Già la parola ti manda in panico, ma se arrivi da un periodo in cui tuo figlio non ha saputo fare altro che piangere, non lasciarti mai dormire e alle pappe che tu preparavi con tanta cura, ti diceva sempre di NO ti domandi “ma loro pensano che possa andare peggio di cosi”. Ed ecco che arriviamo finalmente a dormire di notte tranquilli, mangia finalmente le pappe (più o meno), cammina e quindi non e sempre in braccio, comincia a parlare quindi non devi più solo indovinare cosa vuole perche se lo chiede da solo. Ah mi sembra che e finito un brutto periodo e guardo le foto e i video e rido, tutto sommato sono più i ricordi belli che brutti, sono felice, ma questi terribili 2 anni cosa saranno??? Ed ecco che iniziano anche per mio figlio. E un periodo dove riescono a capire che sono una persona separata dalla mamma e quindi possono decidere su tante cose, praticamente stano diventano un po’ autonomi, si forma il loro caratterino. Io voglio che lui diventi chi e lui e non chi voglio io e quindi decido di affrontare questo periodo provando a conoscerlo e aiutarlo a conoscersi. Ma, non e cosi semplice, ho letto tanto di questa fase e le conclusioni sono queste, ecco alcuni esempi:

1. Piange e so che dovrebbe avere sete siccome fa caldo ed è già un po’ che non beve e dico: “Vuoi acqua?” non glielo impongo ma lo lascio capire che potrebbe voler quello. E lui mi dice: ”NO”  e piange per altri 15 min. dopodiché mi chiede “mi dai un po’ di acqua”. Intanto per 20 min a pianto disperatamente. Lui voleva acqua ma non lo sapeva, quando glielo proposto la rifiutata perche glieli detto io e non era deciso da lui. Quindi innanzitutto non sa bene cosa vuole, poi non vuole quando diciamo noi ma quando lo dice lui.

2.  Andiamo a fare la spesa e la facciamo velocissimo perche non si annoi il piccolino. Dall’inizio fino alla fine ha chiesto tutto. Va beh, poverino con tutte quelle tentazioni per forza, certe cose vanno anche bene ma quando mi dice che vuole le caramelle e le chewing gum io li dico di no e sto provando ad insegnarli che certe cose la mamma prende ma altre non si può perche fanno bua, voglio insegnarli cosa va bene e cosa no. Lui come sempre urla disperatamente e li dico guardo ti ho preso questo che l’hai chiesto e lui mi dice buttalo via, già non lo vuole più, non vuole più niente di quello che aveva chiesto infatti una volta arrivati a casa non li interessa più niente. Ma ecco che alla cassa spunta in genio, una signora che non sa fare fatti suoi e mi chiede: “Ma non potete proprio accontentare questo bambino”. Imbarazzo totale, lo stavo accontentando dall’inizio del supermercato per una cosa che gli dico di no ed ecco che sembro la madre più cattiva di questo mondo. La signora li offre la caramella senza nemmeno chiedere se può, ma il piccolino si gira e non la vuole, lei ci ha rimasta male ma io ancora peggio per la sua intromissione.Non tutto quello che vogliono va permesso perche con tantissima pazienza va insegnato cosa va bene e cosa non va bene. Adesso a 3 anni e se li offrono una caramella o cioccolatino prima di mangiare lui risponde: “La metto via per dopo il pranzo perche prima devo magiare

3.  Ha cominciato andare in bagno a fare la pipi da solo, poi si lavava le mani ed era tutto orgoglioso, io certamente li facevo i complimenti anche se in bagno era pieno d’acqua. E le mutandine bagnate. Ma se lo sgridiamo invece di aiutarlo a migliorare non farà altro che fermarsi dal provare a fare da solo.Bisogna lodarlo quando fa qualcosa da solo, anche solo perche sì e impegnato.

4.  NO. Sembra la parola che meglio li riesce. Dice di NO anche se e sì. Ti rende davvero nervosa ma non dovrebbe. Lo fa per provocare una reazione. La mamma e il punto di riferimento più importante e deve trasmetterli: affetto, protezione e fiducia. Se riusciamo a farlo, l’abbiamo aiutato a crescere sicuro di se, se invece solo ci arrabbiamo, diventerà insicuro.

5.  I bambini combinano spesso guai per attirare l’attenzione e per cercare affetto. Non diamo per scontato che lo sanno che li vogliamo bene, solo perche gli abbiamo fatto un regalo da sogno non significa che li abbiamo detto ti voglio bene.Ricordiamoglielo spesso, prima di partire al lavoro o prima che salga sul pulmino, prima di dormire basta solo dire: TI VOGLIO BENE. Se combina un guaio non bisogna dire che non gli vogliamo più bene. Una volta mio figlio ha combinato un bel guaio e mi ha chiesto: non mi ami più? Io li ho risposto ” ma certo che ti amo”, lo ripreso per quello che ha fatto e li ho spiegato che io li voglio sempre bene. Non voglio che in futuro si nasconda se ha fatto uno sbaglio per paura che non lo amerò più, anche perche tutti sbagliamo non solo i piccolini.

6. E proprio perche tutti sbagliamo bisogna insegnarli a chiedere scusa, e se a sbagliare siamo stati noi non e difficile dire: mi dispiace. Insegnare ai nostri figli di far capire i loro sentimenti ci aiuterà a relazionare in futuro con loro quando sarà davvero difficile.

E un periodo difficile perche si arriva stanchi dal lavoro, stressati e si ha poca voglia di pensare a fare tutto perfetto ma ricordiamoci tre cose importantissime:

1)   E un periodo confusionale, ma anche per il tuo piccolino lo e.

2)   Ci aiuterà a crescere bene il nostro bambino.

3)   Prima di dare un schiaffo bisogna chiedersi una cosa: SE LO FACCESSERO A ME COME MI SENTIREI?

Poi tutto il resto e in linea di massima perche ogni bambino e diverso e richiede un’attenzione diversa.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines