Partendo dal presupposto che Jonathan Coe è l’autore de “La famiglia Winshaw” e de “La casa del sonno”, dunque uno scrittore che ho amato alla follia, diciamo che in questo romanzo non mi ha fatto incuriosire abbastanza, non mi ha fatto affezionare al protagonista e la trama non mi ha convinto.
Il più grave ed evidente difetto di I terribili segreti di Maxwell Sim è la struttura narrativa che fatica a stare insieme, con pezzi di storia che si sfilacciano, personaggi che si presentano con pretese di un ruolo importante e poi si rivelano quasi inutili allo sviluppo del protagonista narratore.
Comunque questa la trama: il protagonista, Maxwell Sim, una persona mediocre che ha grosse difficoltà a rapportarsi con le persone, narra i segreti terribili di cui viene a conoscenza nel corso di uno strampalato viaggio in auto attraverso l’Inghilterra e la Scozia e che riguardano la sua famiglia.
Maxwell è abbastanza irritante, accumula errori su errori e nella sua allucinazione finale riesce anche a dialogare con la voce del navigatore satellitare, di cui, tra l’altro, si è innamorato.
Non perdono a Coe lo stucchevole artificio di introdurre nelle battute finali lo scrittore che ha creato Maxwell Sim e che inevitabilmente con uno schiocco di dita pone fine alla storia.
La frase più bella? “C’è qualcosa di fantastico nell’arrendersi, sai? Il senso di sollievo è incredibile.”
I terribili segreti di Maxwell Simi di Jonathan Coe – Feltrinelli