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I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas

Creato il 19 agosto 2014 da Wondergianna @wondergianna

I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas
Anonima Andrea Cabassi

I Tre Moschettieri (1844) è probabilmente il lavoro più celebre di Alexandre Dumas (del quale ho già letto Robin Hood – Il principe dei ladri). Nato come romanzo d’appendice, è il primo capitolo dell’omonima trilogia, a cui sono seguiti Vent’anni dopo (1845) e Il visconte di Bragelonne (1850).
Siccome immagino che tutti conoscano la trama de I Tre Moschettieri – almeno a grandi linee -, prima di passare alle meravigliose citazioni di quest’opera mi soffermerò solo su alcune considerazioni.
Tanto per cominciare a un certo punto in poi della storia i moschettieri sono quattro: i tre iniziali sono Athos, Portos e Aramis, ai quali successivamente si unisce D’Artagnan.
Il celebre motto tutti per uno e uno per tutti compare una sola volta in tutto il romanzo.
I Tre Moschettieri può essere diviso in tre parti principali:

  • Nella prima si fa la conoscenza dei personaggi e viene narrata la missione dei fermagli della regina.
  • Nella seconda parte i moschettieri si preparano alla guerra e D’Artagnan ha un intrallazzo con Milady.
  • L’ultima è la missione di Milady in Inghilterra, con in chiusura il gran finale.

La prima parte è un’ode alla bellezza: è scritta meravigliosamente e narra i fatti mainstream del romanzo (le numerose trasposizioni cinematografiche e televisive spesso ripropongono questi primi capitoli).
I Tre Moschettieri - MiladyLa seconda, invece, è piuttosto noiosa e non nascondo di averla poco digerita.
Per descrivere la terza dirò solo un nome: Milady. Che personaggio! Assolutamente il migliore della storia, il più completo e il più affascinante. Riesce a reggere da sola quasi un terzo della storia pur non essendo né uno dei protagonisti né l’antagonista principale. Intelligente, risoluta, astuta e piena di risorse, è l’esemplare perfetto di femme fatale. Una caratterizzazione assolutamente impeccabile, il mio personaggio preferito.

Ora, come dicevo all’inizio, ecco le citazioni da I Tre Moschettieri, tutte di primissima qualità!

Citazioni da I Tre Moschettieri

Pos. 9-10

quell’epoca nella quale gli autori amavano dire la verità senza soggiornare più o meno lungamente alla Bastiglia

Pos. 52-53

Un giovane… tracciamo con un tratto di penna il suo ritratto: figuratevi don Chisciotte a diciott’anni

Pos. 187-88

un colpo di spada è un colpo di spada, qualunque sia l’età di chi lo dà

Pos. 387-88

Sul pianerottolo non ci si batteva più: si raccontavano storie di donne, e nell’anticamera storie di corte. Sul pianerottolo d’Artagnan arrossì, in anticamera rabbrividì.

Pos. 481-82

chiamò a tre riprese, rafforzando di mano in mano la voce, e passando dal tono imperativo all’accento irritato: “Athos! Porthos! Aramis!”

Pos. 783-84

“Io sono di Guascogna, è vero, e poiché lo sapete non ho bisogno di dirvi che i Guasconi hanno poca pazienza di modo che quando si sono scusati una volta, fosse pure per una sciocchezza, son persuasi di aver già fatto più di quanto dovevano fare.”

Pos. 1212-14

Non vorrete negarmi che dopo di ciò abbiano assediato il palazzo del duca de La Trémouille e che siano stati lì lì per incendiarlo, il che, a dire il vero, non sarebbe stata una gran disgrazia in tempo di guerra, visto che è un nido di Ugonotti; ma in tempo di pace, è un cattivo esempio.

Pos. 1240

“Svegliarmi? Dormo io forse? Io non dormo più, signore, tutt’al più qualche volta sogno.

Pos. 1300-1301

“Oh, Sire!” esclamarono ad una voce i quattro compagni “ci faremo tagliare a pezzi per Vostra Maestà!” “Bene, bene; ma restate intieri; è meglio e mi servirete di più.

Pos. 1430-31

i domestici sono come le donne; occorre metterli subito nei limiti in cui si vuole che restino.

Pos. 1455

le quaranta pistole di re Luigi Tredicesimo, come tutte le cose del mondo, dopo aver avuto un inizio avevano avuto una fine

Pos. 1470

come diceva Planchet, anche quando si mangia molto, non si mangia che una volta.

Pos. 1570-71

“E poi avevo pensato che dovendomi tre mesi d’affitto dei quali non vi ho mai parlato…” “Sì, sì, questo me lo avete già detto, e io trovo questa ragione eccellente.”

Pos. 1725-26

“tutti per uno e uno per tutti

Pos. 1728

i quattro amici ripeterono ad una voce la formula dettata da d’Artagnan: “Tutti per uno, uno per tutti.”

Pos. 1923-26

La ricchezza consente alla bellezza una quantità di cure e di capricci aristocratici che le si addicono assai bene. Una calza bianca e fine, un abito di seta, un soggolo di merletto, una graziosa scarpetta al piede, non rendono certo bella una donna brutta, ma fanno bella una donna graziosa, senza parlare delle mani, che traggono vantaggio da tutto ciò; le mani, soprattutto quelle delle donne, hanno bisogno di rimanere oziose per restar belle.

Pos. 3072

È un bravo e onest’uomo che non ama e non odia nessuno.

Pos. 3203-4

un’invincibile decisione, la decisione degli sciocchi che hanno paura

Pos. 3251-53

“Ma questo segreto non è mio e non posso raccontarlo così.” “Stavate pure per confidarlo a Bonacieux” disse con dispetto d’Artagnan. “Come si confida una lettera al cavo di un albero, all’ala di un piccione, al collare di un cane.”

Pos. 3506-7

finché fu notte se ne stettero silenziosi, perché loro malgrado subivano l’influenza dell’oscurità e vedevano ovunque imboscate.

Pos. 3779

costui era un Irlandese abilissimo nella sua arte, il quale confessava di guadagnare centomila lire all’anno

Pos. 3964-67

Lungo tutta la strada e di mano in mano che i corridoi diventavano più deserti, d’Artagnan avrebbe voluto fermare la giovane, afferrarla, contemplarla, sia pure per un attimo; ma, vivace come un uccello, ella gli scivolava sempre di mano e se egli tentava di parlare, il suo dito alzato alle labbra, con un piccolo gesto imperioso pieno di grazia, gli rammentava che egli era sotto l’impero di una potenza alta alla quale doveva ciecamente obbedire e che gli vietava sia pure la più lieve lagnanza.

Pos. 4194-95

si pensa a ciò che si può e non a ciò che si vuole.”

Pos. 4221-25

Ma per d’Artagnan tutti gli aspetti rivestivano una forma di gioia, tutte le idee finivano in un sorriso, tutte le tenebre erano diafane. L’ora dell’appuntamento stava per suonare. Infatti, dopo qualche secondo, il campanile di Saint-Cloud lasciò cadere lentamente dieci colpi dalla sua bocca muggente. Vi era qualcosa di lugubre in quella voce di bronzo che si lamentava così nella notte. Ma ognuna di quelle ore che componevano l’ora aspettata vibrava armoniosamente nel cuore del giovanotto.

Pos. 4691-92

Nulla fa passare il tempo e abbrevia la strada come un pensiero in cui si assorbiscano tutte le facoltà intellettive.

Pos. 4708-9

“Perché? È forse con una donna?” “Dio mio! che dite mai? Povero figliuolo! No, signore, non è con una donna.”

Pos. 4796-97

Tutti si fecero il segno della croce e d’Artagnan credette di dover seguire questo esempio.

Pos. 4864

quanto a me, ho pressappoco dimenticato quel po’ di latino che non ho mai saputo

Pos. 4868-69

per voi aggiungerò delle uova ed è una grave infrazione alla regola, poiché le uova sono carne visto che generano il pulcino.”

Pos. 4925

Il silenzio è l’ultima gioia degli infelici

Pos. 4965-68

“Certamente, e nessuno più di me ammira il coraggio e l’abilità di Athos; ma preferisco sentire sulla lama della mia spada l’urto delle lance che quello dei bastoni; ho paura che Athos sia stato strigliato dal servidorame, e i servi sono gente che picchia forte e non la smette facilmente. Ecco perché, lo confesso, vorrei partire più presto che fosse possibile.”

Pos. 4998

“Ahimè” sospirò Bazin “lo so, signore, tutto va alla rovescia al giorno d’oggi.”

Pos. 5240-41

“Dico che l’amore è una lotteria in cui chi vince, guadagna la morte.

Pos. 5257

Uno dei miei amici, uno dei miei amici, capitemi bene! non io”

Pos. 5462

“Aggiungete al merito della difficoltà quello della brevità, sarete sicuro che il vostro poema avrà per lo meno due meriti.”

Pos. 5722-23

sarebbe veramente andato in capo al mondo per cercarla. Ma il mondo ha molti capi per il semplice fatto che è rotondo, ed egli non sapeva da che parte andare.

Pos. 5787-88

“Ehi, signore” gridò “voi mi sembrate più farfallino di me, poiché mi pare che dimentichiate che c’è fra noi qualcosa come una lite cominciata.”

Pos. 5885-86

“Amavo la signora Bonacieux col cuore, mentre amo Milady col cervello”

Pos. 5993-94

La signora Coquenard invece sorrise lievemente e arrossì molto perché sapeva che l’ingenuità non era merce da procuratori.

Pos. 6024-25

Io rispetto la vecchiaia ma non l’apprezzo né lessata né arrostita.”

Pos. 6031

alcune ossa di montone, che di primo acchito si sarebbero potute credere guarnite di carne

Pos. 6143-44

D’Artagnan impallidì; il suo amor proprio ferito gli faceva credere di soffrire per amore.

Pos. 6238

“Ecco la terza volta che vi scrivo per dirvi che vi amo. State attento che non vi scriva una quarta per dirvi che vi odio.

Pos. 6282-83

“Generalmente” diceva “non si chiedono consigli che per non seguirli, o, dopo averli seguiti, per avere qualcuno al quale si possa rimproverare di averli dati.”

Pos. 6303-4

“Sono contentissimo di aver ucciso quello sciocco, ragazzo mio, perché è una benedizione uccidere un Inglese; ma se avessi intascato il suo denaro, esso mi peserebbe come un rimorso.”

Pos. 6311-12

“Capisco, per ritrovare una donna voi fate la corte a un’altra; è la strada più lunga, ma la più divertente.”

Pos. 6452

non v’è nulla di più egoistico della felicità.

Pos. 6623

“Ah! è che la mia felicità mi sembra inverosimile, e che temendo sempre di vederla sfumare come un sogno, ho fretta di tradurla in realtà.”

Pos. 6807-8

In quel mentre Athos, in veste da camera, uscì dalla camera e disse: “Grimaud! Mi pare che voi vi permettiate di parlare?”

Pos. 6938-39

d’Artagnan capiva che se lui, povero gentiluomo guascone, poteva mercanteggiare, ciò era impossibile a un uomo come Athos, che pareva un principe.

Pos. 6998-99

È un pezzo che non attacchiamo briga con le guardie di monsignor Cardinale, e il signor di Tréville deve crederci morti.”

Pos. 7126-27

Lo so, perché nella posizione in cui sono, debbo saper tutto.

Pos. 7178-79

è già abbastanza faticoso difendere i propri amici e ricompensarli, perché ci si debba occupare anche dei nemici

Pos. 7452

Questa tranquillità dimostrava una cosa, cioè che d’Artagnan non conosceva ancora Milady.

Pos. 7632-33

non bisogna credere né a quello che dicono i ministri, né a quello che dicono i loro nemici.

Pos. 7689-91

allora persi la pazienza, sfoderai a mia volta la spada e, poiché egli tornava alla carica, credo aver sentito che, gettandomisi contro, se l’è passata attraverso il corpo

Pos. 7840-42

“Allora è la cosa più semplice del mondo. Datemi questa prova e lo mando senz’altro alla Bastiglia.” “Va, bene, Monsignore. Ma poi?” “Quando uno entra nella Bastiglia non c’è un poi”

Pos. 8003-4

“Pelzepù!” disse lo svizzero, il quale, a dispetto della splendida collezione di bestemmie che possiede la lingua tedesca, aveva preso l’abitudine di bestemmiare in francese.

Pos. 8051-52

“Non ci sono deserti in cui un uccello non possa passare sul campo, o un pesce non possa saltar fuori dall’acqua, o un coniglio sbucare dalla sua tana, e credo che tanto l’uccello quanto il pesce e il coniglio possano tramutarsi in spie del Cardinale.

Pos. 8058

“Eh, mio caro” disse Athos “voi sapete bene che non sono le palle del nemico quelle che si debbono maggiormente temere.”

Pos. 8197-99

torcere il collo a questa dannata Milady sarebbe minor peccato che torcerlo a poveri diavoli di Ugonotti che non hanno mai commesso altro delitto che di cantare in francese i salmi che noi cantiamo in latino!”

Pos. 8410

“bisogna speculare sui difetti delle persone e non sulle loro virtù

Pos. 8417-18

disse Athos che era ottimista quando si trattava di cose, e pessimista quando si trattava di uomini.

Pos. 8435-36

Non si ricordano certi favori a un galantuomo. Piacere ricordato, offesa fatta.”

Pos. 8513-14

di prim’acchito, gli aveva annunciata la gloria, poi il denaro, infine il pericolo.

Pos. 8579-80

son convinto che un chirurgo ci farebbe più soffrire tagliandoci una coscia che il boia tagliandoci la testa.

Pos. 8584-86

La vita è un rosario di piccole miserie che il filosofo sgrana ridendo. Siate filosofi come me, signori; mettetevi a tavola e beviamo; nulla aiuta a vedere la vita in rosa quanto guardarla attraverso un buon bicchiere di chambertin.”

Pos. 8642-43

Era una di quelle rare, splendide giornate d’inverno nelle quali anche l’Inghilterra si ricorda che c’è un sole.

Pos. 8729-30

Era una camera la cui mobilia era insieme assai decente per una prigione e assai severa per un’abitazione destinata a una persona libera; tuttavia le sbarre alle finestre e i catenacci esterni alla porta non lasciavano dubbi circa la sua vera destinazione.

Pos. 8893-94

Questa esecuzione calmò le teste più calde, che si rassegnarono a lasciarsi morire di fame; questa morte sembrava loro più lenta e meno sicura di quella per impiccagione.

Pos. 9054-55

esclamò Athos vuotando un bicchiere di eccellente vino di Bordeaux che, pur non avendo allora la riputazione di cui gode oggigiorno, la meritava ugualmente

Pos. 9057-58

“bisogna bruciarla e chi sa se il Cardinale non conosce il segreto per leggere anche nella cenere.”

Pos. 9065-66

Grimaud tracannò in silenzio il bicchiere di vino di Bordeaux, ma i suoi occhi levati al cielo durante tutto il tempo che durò questa dolce occupazione, parlarono un linguaggio che, per quanto muto, non era meno espressivo.

Pos. 9072-73

un abisso di cupe riflessioni, cupo inferno sulla soglia del quale ha quasi lasciato ogni speranza

Pos. 9078

Buckingham, ch’ella odia come odia tutto ciò che ha amato

Pos. 9080-81

quel segreto che, essa l’ha giurato, nessuno deve conoscere senza morire.

Pos. 9091-93

per vendicarsi bisogna essere liberi, e per essere liberi quando si è prigionieri, occorre forare un muro, segare inferriate, bucare un pavimento, operazioni tutte che può compiere un uomo forte e paziente, ma dinanzi alle quali sono destinate a fallire le irritazioni febbrili di una donna.

Pos. 9096

Perché dunque il cielo si è talmente ingannato mettendo un’anima virile in un corpo fragile e delicato?

Pos. 9101

la violenza è una prova di debolezza.

Pos. 9147-48

“L’ho pensato, milord” disse Felton “ma poiché, dopo tutto, la prigioniera è una donna, ho voluto usarle i riguardi che un uomo ben nato deve sempre a una donna, se non per lei, per rispetto verso se stesso.”

Pos. 9181-85

“Debole o forte che sia” diceva Milady “quell’uomo ha dunque nell’animo un barlume di pietà; di questo barlume io farò un incendio che lo divorerà. Quanto all’altro, egli mi conosce, mi teme e sa che cosa può aspettarsi da me se gli sfuggo, è dunque inutile ch’io faccia dei tentativi su di lui. Ma Felton è un’altra cosa; è un giovanotto ingenuo, puro e che sembra virtuoso; c’è dunque modo di perderlo.” E Milady si coricò e si addormentò col sorriso sulle labbra; chi l’avesse veduta addormentata, l’avrebbe creduta una giovanetta sognante la corona di fiori che deve mettere sulla sua fronte in una festa imminente.

Pos. 9226-28

Ebbe quindi una di quelle pronte ispirazioni che soltanto coloro che hanno genio ricevono nelle grandi crisi e nei momenti supremi che devono decidere della loro fortuna e della loro vita.

Pos. 9260-61

lord Winter se ne andò bestemmiando, come a quel tempo era abitudine dei gentiluomini.

Pos. 9346

Dio, che ama i martiri, permette qualche volta che gli innocenti siano condannati.”

Pos. 9369

“Chi chiamate un infame?” domandò Felton. “Ci sono forse due uomini in Inghilterra ai quali si possa dare tale appellativo?”

Pos. 9373-75

Felton non faceva che esprimere nei riguardi del duca il sentimento di esecrazione che tutti gli Inglesi avevano votato a colui che i cattolici stessi chiamavano l’esattore, il concussionario, il vizioso, e che i puritani chiamavan semplicemente Satana.

Pos. 9568-69

Un puritano non adora che le vergini e le adora giungendo le mani. Un moschettiere ama le donne e le ama stringendo le braccia.”

Pos. 9591-94

Quanto a lei, tornò al suo posto con un sorriso di selvaggio disprezzo sulle labbra e ripeté bestemmiando quel terribile nome di Dio sul quale aveva giurato senza mai aver imparato a conoscerlo. “Il mio Dio!” disse. “Fanatico insensato! Io sola sono il mio Dio, io e colui che mi aiuterà a vendicarmi.”

Pos. 9618

Per una creatura operante e ambiziosa come quella di Milady, i giorni che non s’impiegano a salire sono giorni nefasti

Pos. 9622-23

avrebbe fatto scoppiare i muri della prigione, se il suo corpo, per un solo istante, avesse potuto assumere le proporzioni del suo spirito.

Pos. 9757-58

“Sentii istintivamente che qualcuno si avvicinava: si dice che i disgraziati persi nei deserti dell’America sentano così l’avvicinarsi del serpente.

Pos. 9774-75

“Sì” rispose Milady “questa idea non era da cristiana, lo so; certamente l’eterno nemico della nostra anima, il leone che rugge incessantemente intorno a noi, la suggeriva al mio spirito.

Pos. 9805

“voi volete togliermi la vita, mia bella puritana! Ma questo non è più odio, è ingratitudine!

Pos. 9848-49

ero così debole che ad ogni istante svenivo e, ogni volta che svenivo, ringraziavo Dio perché credevo di morire.

Pos. 9880

Egli non l’amava più, l’adorava.

Pos. 9899

con certa gente non è la spada che si deve adoperare, ma il pugnale.”

Pos. 9959-60

La presenza di questa donna non impedì a Milady di pensare ai casi suoi.

Pos. 10375-77

I grandi criminali recano con sé una specie di predestinazione grazie alla quale sormontano tutti gli ostacoli e che li sottrae a ogni pericolo fino al momento in cui la Provvidenza, stanca di loro, non segna lo scoglio contro cui naufraga la loro empia fortuna.

Pos. 10380-81

Milady possedeva il più efficace dei passaporti: la sua bellezza, la sua apparenza signorile e la generosità con cui spendeva le pistole.

Pos. 10722

“Oh, mio Dio! la mia testa si confonde in questo caos di nequizie.

Pos. 10893

questo sospiro era quell’anima così casta e amorosa che risaliva al cielo.

Pos. 10888-89

“per il veleno ch’ella versa non ci sono contravveleni.”

Pos. 10918

le donne piangono i loro morti, ma gli uomini li vendicano.”

Pos. 11041-42

Era una notte buia e tempestosa, grosse nubi correvano in cielo velando la luce delle stelle; la luna non si sarebbe alzata che a mezzanotte.

Pos. 11094-95

“Cerchiamo” rispose Athos “Anna di Breuil che si chiamò dapprima contessa di La Fére, poi lady di Winter, baronessa di Sheffield.”

Pos. 11197-98

“Voi non siete una donna” disse freddamente Athos “non appartenete alla specie umana, siete un demonio fuggito dall’inferno nel quale ci disponiamo a farvi rientrare.”

Pos. 11200-11201

“Il carnefice può uccidere senza essere per ciò un assassino” disse l’uomo dal mantello rosso, battendo la mano sulla sua grande spada” esso non è che l’ultimo giudice: ‘Nachrichter’, come dicono i nostri vicini tedeschi.”

Pos. 11220-21

“Volentieri, Monsignore” rispose il carnefice “poiché è certo, come è certo che sono un buon cattolico, che io credo d’essere nel giusto compiendo le mie funzioni su questa donna.”

Pos. 11261-62

Luigi Tredicesimo, come tutti i cuori deboli, mancava di generosità.

Pos. 11350

“ebbene, in fede mia! vedrà come sa morire un gentiluomo.”

Pos. 11380-81

d’Artagnan si recò nella camera di Athos che stava vuotando una bottiglia di vino di Spagna, operazione che compiva religiosamente ogni sera.

I Tre Moschettieri: giudizio finale

I Tre Moschettieri - Primo moschettoneI Tre Moschettieri - Secondo moschettoneI Tre Moschettieri - Terzo moschettoneI Tre Moschettieri - Quarto moschettone

Non fosse stato per quella fase centrale di stanca avrei elargito pieni voti, invece non posso far altro che assegnare quattro insensati moschettoni, un moschettone a moschettiere.

I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas
Anonima Andrea Cabassi


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