Il libro di Musil racconta sostanzialmente le vicende di un gruppo di ragazzi appartenenti alla borghesia medio-alta austriaca e nello specifico le loro traversie lungo il delicato e difficile passaggio attraverso l’adolescenza.
Siamo agli inizi del secolo scorso e il contesto è rappresentato dal severo collegio maschile di alto livello che ospita i ragazzi di buona famiglia.
Il giovane Torless giunge solitario e fatica in un primo momento ad inserirsi nella nuova realtà.
Poi, poco per volta, scopre la filosofia, le passioni e il mondo reale con tutte le sue ambiguità che ne fanno un posto che può rivelarsi magnifico o tremendo a seconda delle situazioni.
Il racconto si basa sulle esperienze personali del protagonista e molto spesso le pagine scorrono seguendo il suo lungo monologo interiore.
Ci sono pertanto molte riflessioni, molte situazioni che cambiano, molti dubbi, in una parola molti turbamenti; da qui per l’appunto il titolo del libro.
Libro che come quasi sempre accade, può essere interpretato secondo una lettura strettamente di cronaca oppure secondo una lettura finalizzata ad una successiva analisi delle situazioni.
Nel primo caso ci si trova a ripercorrere e a vivere momenti strani e difficili, con prese di posizione e movimenti delle persone che spesso possono far storcere il naso ai puristi.
D’altra parte siamo in un periodo di omertà diffusa, nel corso del quale tutte le cose fuori dalla classica morale vanno semplicemente tenute nascoste più che discusse.
Ecco quindi che alcuni fenomeni di omosessualità latente, probabilmente inevitabili all’interno di un collegio maschile in un periodo dove certi argomenti erano completamente tabù nella società tutta, vengono intesi come piccoli esperimenti alla scoperta di quel mondo per molti aspetti sconosciuto.
Entrano in scena giochi di potere, ricatti, vendette, fenomeni di bullismo da parte dei più forti.
Insomma un ambiente per molti versi difficile all’interno del quale ognuno si ritrova per la prima volta solo con se stesso ed è costretto a cavarsela come singolo individuo di fronte a tutte le difficoltà delle vita.
Un modo di leggere la storia che però si riduce ad un concatenarsi di eventi che non hanno la stessa importanza se non ci si cala almeno un po’ in quella che è la seconda chiave di lettura del libro.
Il dibattito che Torless tiene con se stesso è quello va tenuto in primo piano.
La sua crescita personale avviene attraverso episodi che a volte lo lasciano senza fiato, fornendogli spunti di interesse insospettati, a volte invece lo fanno precipitare in una crisi profonda.
Ecco quindi la scoperta della filosofia attraverso la matematica, i numeri immaginari ed il concetto di infinito, oppure i suoi dubbi sull’opportunità di certi atteggiamenti messi in pratica assieme ad alcuni compagni, atti a denigrare e punire un personaggio macchiatosi di furto.
Oppure ancora la prima scoperta della sessualità, con tutte le incertezze messe in campo da un contesto come quello nel quale i ragazzi sono costretti a confrontarsi, in un periodo storico nel quale a livello ufficiale l’argomento non viene mai affrontato.
Solo seguendo questa seconda chiave di lettura il libro diventa interessante, fermo restando che la lentezza è insita nel modo di scrivere dell’autore.
In conclusione il libro è una palla se letto limitandosi a seguire le vicende che coinvolgono i protagonisti, il giovane Torless in primis.
Diventa invece interessante se si compie lo sforzo di entrare all’interno del suo dibattito interiore immedesimandosi con i suoi dubbi e i suoi turbamenti.
D’altra parte l’immedesimazione è quel di più che la lettura di un libro può garantire rispetto alla visione della stessa vicenda raccontata in un film, che spesso risulta essere sterile cronaca proprio per il diverso tempo a disposizione.
Tempo di lettura: 5h 20m