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I turisti siamo noi!

Creato il 04 luglio 2014 da Patuasia

Perché ad Aosta non è mai stata fatta una vera politica di sviluppo turistico? Perché i turisti non votano! I turisti siamo noi! La città vive dei suoi abitanti e basta, infatti quanti ristoranti chiudono durante l’estate? Molti. E quanti bar chiudono la domenica? Quasi tutti. Segni inequivocabili che ci raccontano molte cose, prima fra tutte: non siamo una città turistica. E’ un modo di dire. Di riempirsi la bocca, ma nessuno ci crede. Non ci credono i politici, ma neppure i commercianti, gli albergatori, i ristoratori, men che meno ci credono i cittadini. Le iniziative che vengono create sono pensate per far contenti noialtri, mica per creare un indotto economico che possa dare incentivo all’imprenditoria. Meglio accattoni che imprenditori, se no si rischia di diventare autonomi sul serio. Comunità chiusa in se stessa. Autoreferenziale. Ha funzionato fino a ora con i contributi elargiti dallo Stato, ma oggi è difficile mantenere il livello di benessere raggiunto se non si cambia politica e cultura.

Il consenso acquistato è destinato ad affievolirsi se i favori vengono disattesi a causa delle entrate statali ridotte. Dunque ci toccherà di lavorare, di diventare come tutti gli altri. Di dotarsi di un’inventiva capace di creare solida economia. Saremo costretti a diventare realmente una città turistica. Con servizi adeguati per un’offerta competitiva. E proposte culturali capaci di attrarre visitatori. Questo però i nostri amministratori non lo hanno ancora capito e continuano a promuovere iniziative pensate-solo-per-noi. Aosta, Capitale mondiale del calcetto a cinque, non è una manifestazione capace di invogliare i viaggiatori a fare un giro nel nostro capoluogo. Accontenta i baristi, i frequentatori dei bar, gli amici e i parenti. E sono tutti voti! Chissenefrega se quando dici dove abiti nessuno riesce mai a collocarti geograficamente. I politici non hanno bisogno dei turisti, ma noi sì e possibilmente di turisti con buona capacità di spesa e di basso impatto ambientale. Dunque, basta con i rutti in piazza!


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