Magazine Cultura

I vagabondi del Dharma – Jack Kerouac

Creato il 05 febbraio 2013 da Ferdori

i vagabondi del dharmaSe si affronta un testo come questo in maniera superficiale e senza avere un’idea precisa riguardo la psicologia e la mentalità di questi vagabondi, non si coglie né lo spirito, né la logica che sostiene questi avventurieri moderni.

Non si riesce a capirne le personalità spesso ben più complesse delle persone cosiddette normali.

Non mi importava un accidente della mitologia, dei nomi e di tutte le sfumature del buddismo, ma mi interessava soltanto la prima delle quattro nobili verità di Sakyamuni (il Buddha Illuminato): “Tutta la vita è sofferenza” ed entro certi limiti anche parte della terza: “Si può ottenere la cessazione della sofferenza”, cosa che ritenevo piuttosto improbabile. Non avevo ancora assimilato la Scrittura Lankavatara in cui in definitiva si dimostra che non c’è altro al mondo se non la mente stessa, e di conseguenza tutto è possibile, compreso la cessazione del dolore.

Ecco in sostanza, appena poche pagine dopo l’inizio della lettura, apparire un mondo inatteso, dove i protagonisti sono personaggi con una propria nobiltà d’animo e una consapevolezza del proprio pensiero interiore ben più profonda delle mie aspettative.

Non si tratta di semplici disadattati ( nel senso buono del termine ) che non trovando la propria dimensione in una vita stanziale, prendono e girano il mondo alla ricerca di se stessi, ma di individui per lo più consapevoli con un proprio credo filosofico-religioso che cercano di portare avanti nella propria vita e a volte condividere e diffondere.

La scoperta di una filosofia di vita per molti versi oggi impensabile, ma con un proprio fascino, specie seguendo le vicende di questi personaggi che, tra piccoli lavoretti, borse di studio e letture di poesie in luoghi pubblici, si muovono per tutto il continente americano alternando autostop e passaggi clandestini su treni merci e vivendo in un modo seppur spartano, sostanzialmente in pace con il mondo.

Condizione necessaria per il lettore è quella di mettere per un momento da parte le proprie opinioni e il proprio modo di vedere le cose, in modo da lasciarsi andare con la mente e diventare in modo almeno virtuale uno di questi vagabondi del Dharma, o almeno un loro accompagnatore.

Un libro che secondo quelli che sono i miei ricordi di letture lontane, forse è più adatto del famoso Sulla strada per tentare di capire il pensiero di Jack Kerouac. In ogni caso un’opera che sollecita certamente una rilettura di quel testo per scoprire quanti e quali aspetti in comune ci siano e per poter analizzare quegli stessi eroi della metà degli ani cinquanta, magari da un altro punto di vista:

Cucinai salsicce infilzandole su rametti appena tagliati e appuntiti, sulle braci di un grande fuoco e scaldai una scatola di fagioli e una di maccheroni al formaggio nelle cavità roventi del fuoco, e bevvi il vino che avevo appena comprato, e mi sentii al settimo cielo in quella che fu una delle notti più piacevoli della mia vita.

Lasciai raffreddare un po’ la mia cena per godermi dell’altro vino e i miei pensieri. Sedetti a gambe incrociate sulla sabbia e contemplai la mia vita. Be’ era tutta lì, e allora? 

Ma accidenti, tutto il mondo è reale e tutti quanti tirano avanti come in un sogno, cazzo. Come se anche loro fossero sogni. Amore o dolore o pericolo ti riportano alla realtà.

Ecco perché i pionieri sono sempre degli eroi, sono sempre stati i miei eroi e sempre lo saranno. Sono sempre all’erta in una realtà che potrebbe essere reale o irreale, che differenza fa. Il Sutra del Diamante dice: “Non crearti preconcetti sulla realtà dell’esistenza e neanche sull’irrealtà dell’esistenza”.

In altre parole: sii te stesso, vivi la tua vita seguendo valori veri, non farti ingabbiare con domande che non hanno risposta, o meglio, domande per le quali ogni risposta può essere una risposta corretta.

Sto leggendo Whitman! Capite, è tutto un mondo pieno di nomadi con lo zaino in spalla, Vagabondi del Dharma che si rifiutano di cedere all’imperativo generale che li porta a consumare e dunque a lavorare per il privilegio di consumare tutte quelle schifezze che nemmeno volevano davvero, tipo frigoriferi, televisori, macchine, o perlomeno macchine nuove ultimo modello, certe brillantine per capelli e deodoranti e un sacco di robaccia varia che nel giro di una settimana trovi comunque nella spazzatura. Tutti prigionieri di un sistema per cui lavori, produci, consumi, lavori, produci, consumi. Con l’occhio della mente vedo una grandiosa rivoluzione di zaini: migliaia o addirittura milioni di giovani americani che girano con lo zaino in spalla, che salgono sulle montagne a pregare, fanno ridere i bambini e rallegrano i vecchi, rendono felici le ragazze e ancor più felici le vecchie. Tutti Pazzi Zen che girano scrivendo poesie che prendono forma nella loro testa senza una ragione precisa e inoltre essendo gentili e avendo anche certi imprevedibili gesti strani, continuano a elargire visioni di libertà eterna a tutti e a tutte le creature viventi. Ecco cosa mi piace di voi.

E’ in pratica un manifesto quello che Japhy Ryder ( pseudonimo nel libro di Gary Snyder ) dice a due suoi amici. Difficile entrare in sintonia veramente, ma…

Tempo di lettura: 7h 18m



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :