Nel vangelo di Luca (5,1) si legge di Gesù che riceve il battesimo da Giovanni, che dopo diverso tempo viene a sapere della morte del battezzatore, ed infine dopo avere compiuto diversi atti miracolosi si uniscono a lui i primi quattro discepoli.
Nel vangelo di Giovanni (1,35) invece si legge che i primi discepoli si uniscono a Gesù proprio nel momento in cui Giovanni Battista riconosce in Gesù il vero Messia, nel corso del battesimo.
Nel vangelo di Marco (1,14) e nel vangelo di Matteo si legge una storia simile a quella descritta nel testo di Luca (s'altronde si tratta dei tre sinottici).
Sono all'apparenza piccole contraddizioni, che non inficiano l'essenza del messaggio, però che messe assieme ad altre ben più sostanziali lasciano pesanti dubbi sulla veridicità dei resoconti evangelici.
Ma altre alle contraddizioni nei vangeli sono notevoli le unicità, ovvero la presenza di episodi curiosamente presenti solo in una delle 4 versioni dei canonici ed omessi invece dalle altre. Queste singolarità non sono di per sè prova di falsificazione, ma possono fare sorgere il sospetto che qualcuno abbia di proposito aggiunto qualcosa.
Nel vangelo di Luca ad esempio si narra dell'adorazione dei pastori, episodio che non compare in nessun altro vangelo. Perchè viene il sospetto che si tratti dell'inserimento di un episodio inventato? Perché tale vicenda ricalda una molto più antica, descritta nei testi sacri indiani:
"...la volontà dei Deva fu compiuta; tu concepisti nella purezza del cuore e dell'amore divino. Vergine e madre, salve! Nascerà da te un figlio e sarà il Salvatore del mondo. Ma fuggi, poiché il re Kansa ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel seno. I nostri fratelli ti guideranno dai pastori, che stanno alle falde del monte Meru... ivi darai al mondo il figlio divino..." (E.Shurè, I grandi Iniziati, Bari, 1941).Nella religione induista infatti il dio Vishnu, si incarna e prende la forma di Krishna, il quale nasce da madre vergine (Devaki); i due poi devono nascondersi perché il re Kansa teme l'avvento di Krishna e vuole ucciderlo (vi ricorda forse la strage degliinnocenti e la fuga in Egitto?). Alla fine il figlio divino nasce tra i pastori.
Altro episodio che compare nel vangelo di Luca e non negli altri è quello in cui Gesù all'età di 12 anni viene perso dai genitori che poi lo ritrovano seduto nel tempio ove discute di questioni dottrinali con le persone dotte, episodio che ricalca uno degli episodi della vita di Buddha.
"i suoi fedeli ritenevano senza dubbio di fare a pezzi il dio stesso, cibandosi della sua carne e bevendone il sangue…" (J. Frazer, Il ramo d'oro).
Si tratta in effetti di uno dei tanti rituali di teofagia, pratica nel corso della quale i fedeli mangiavano un cibo che veniva simbolicamente inteso come il corpo ed il sangue del Dio. Dio figlio di madre vergine, che muore e poi risorge per il bene dell'umanità, in onore e memoria del quale di pratica un rito di teofagia ... si tratta di elementi ben poco originali del Cristianesimo, che sono anzi patrimonio comune di una gran parte di culti misterici.
La teofagia in particolare è un'usanza che va anche al di là dei culti misterici in quanto praticata anche presso gli aborigeni australiani e i popoli precolombiani. , nonché presso alcuni altri gruppi a struttura sociale totemica. Nei culti misterici i fedeli mangiavano la carne e bevevano il sangue di animali sacrificati in onore del Dio, animali che venivano identificati con il Dio stesso. In seguito venne abbandonata l'usanza di bere sangue che fu sostituito dal vino rosso in quanto ovvio simbolo del sangue; troviamo tale sostituzione già nel 1500 a.C. in Egitto, presso i sacerdoti della dea Iside.
Come spiega un articolo sul sito quelli che si cibano di Dio, il sacerdote durante rito della transustanziazione di Iside utilizzava le seguenti parole rituali:
”Tu sei vino ma non sei vino perché tu sei le interiora di Iside”.
Sempre dallo stesso sito traggo queste poche ma chiarificatrici righe:
Coloro che introdussero per primi il pane nel sacramento eucaristico, come sostanza trasformabile nel corpo di dio furono i sacerdoti di Dioniso, che essendo dio di fertilità e di abbondanza era simboleggiato da un chicco di grano.Questi due elementi,vino e pane, furono poi utilizzate da tutte le religioni nelle loro consacrazioni.Gli stessi rituali di transustanziazione li ritroviamo nelle messe cristiane, evidenti imitazioni di rituali pagani.Il substrato per tutte queste somiglianze però potrebbe andare al di là della semplice influenza dei culti misterici sul Cristianesimo ellenizzato diffuso da Paolo di Tarso, in quanto come già visto anche presso religioni non prettamente misteriche troviamo riti molto simili. Il mito dei Nommo, tramandato dal popolo dei Dogon (popolazione africana residente nel Mali) forse offre una possibile chiave di lettura.
Secondo le tradizioni dei Dogon i Nommo, esseri anfibi provenienti dalla stella Sirio, offrirono (simbolicamente?) il proprio corpo:
“Il Nommo spartì il suo corpo tra gli uomini per nutrirli; ecco perché si dice anche che come l’Universo <> , così il Nommo aveva fatto bere anche gli uomini. Diede tutti i suoi principi di vita agli esseri umani.” Il Nommo fu crocefisso e risorse; tornerà ancora sulla Terra, questa volta in forma umana. Poi riassumerà la forma anfibia e comanderà il mondo dalle acque.
Probabilmente, come sostiene Graham Hancock nel suo libro Sciamani, alla base di tutte le religioni ci sono le visioni ottenute grazie all'accesso a stati di coscienza alterati.
Infine, come correttamente ricorda il sito homolaicus.com, le somiglianze della figura evangelica di Gesù con quella di Buddha sono notevoli:
Alla sua nascita compaiono spiriti che cantano una preghiera ("è nato un eroe meraviglioso" ecc) assai vicina alle parole dei magi. Molti altri aspetti anche di dettaglio della vita di Buddha li ritroviamo nei Vangeli, come l'episodio in cui il bambino si perde e viene ritrovato a discettare di dottrina con un gruppo di sapienti.
Le stesse feste cristiane sono chiaramente di derivazione "pagana". In Grecia e in diverse località dell'Asia occidentale, specialmente in Siria, si celebrava in primavera, all'incirca nel periodo che poi fu caratteristico della Pasqua cristiana, la morte e la resurrezione di Attis: "nel giorno del sangue, si piangeva per Attis, sulla sua effigie che veniva poi sepolta, ma, al cader della notte, la mestizia dei fedeli si mutava in allegrezza. Una luce brillava subitamente nelle tenebre, si apriva il sepolcro, il dio era risorto dai morti. Il mattino seguente, 25 marzo, considerato l'equinozio di primavera, la divina resurrezione veniva celebrata con esplosioni di gioia" (J. Frazer, Il ramo d'oro)