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I vantaggi per Renzi e Berlusconi dall'elezione di Mattarella

Creato il 31 gennaio 2015 da Veritaedemocrazia

I vantaggi per Renzi e Berlusconi dall'elezione di Mattarella

Alfano, Berlusconi e Renzi visti da Luca Peruzzi

Scrive Travaglio: "Siccome è una partita tra furbi che si credono l’uno più furbo dell’altro, nessuno può dire se la carta Mattarella sia un atto di guerra di Renzi contro B. per rompere il Nazareno, o una manfrina per consolidare il Patto ma con il coltello dalla parte del manico." Escludendo che la candidatura di Mattarella possa essere considerato un atto di guerra per rompere il patto del Nazareno, aggiungerei - visto che stiamo parlando di una partita tra "furbi" - che non è affatto impossibile che la sceneggiata sia completa e che Mattarella sia tutt'altro che sgradito a Berlusconi (si veda quanto pubblicava lo scorso 31 dicembre Franco Bechis e cioè che i "favoriti" del leader di Forza Italia erano la Finocchiaro e, appunto, Mattarella). Certo Berlusconi subisce in questo momento un colpo di immagine per un candidato che gli è stato apparentemente imposto ma sono altre le cose a cui tiene realmente: gli affari per le sue aziende, la riabilitazione penale e politica da scambiare, ben volentieri, con l'attuazione insieme a Renzi del programma della P2 che è poi sempre stato il suo programma. E' questa l'essenza del patto del Nazareno la cui rottura non si vede proprio all'orizzonte. Se negli scrutini decisivi Mattarella viene affossato dai franchi tiratori, Renzi deve tornare da Berlusconi con la coda fra le gambe (e poche possibilità di recriminazioni da parte della minoranza PD). Se, come appare in questo momento probabile, Mattarella viene eletto, Renzi raggiungerà i seguenti risultati:
1. Rafforza la sua immagine di colui che tiene in mano le sorti della politica italiana. 2. Riconduce docilmente all'ovile la recalcitrante, per mere questioni di poltrone, minoranza pd e la cosiddetta sinistra pd (putacaso avessero avuto realmente l'intenzione, sull'onda della vittoria di Syriza in Grecia ed alla luce delle politiche antisociali di Renzi, di costituire un concorrente elettorale a Sinistra). 3. Mette sul Colle un ultrasettantenne incolore ed insapore, senza carisma, senza il prestigio ed il consenso popolare per opporsi alle sue "riforme" anche qualora le ritenesse irricevibili: vi immaginate come potrebbe risolversi un conflitto politico tra il giovane Renzi, dinamico riformatore che può farsi forte di percentuali di voto e di indici di gradimento, ed un vecchio notabile della Prima Repubblica? E poi la storia politica e personale (e familiare) di Mattarella lo mettono al riparo da campagne di stampa e dall'applicazione nei suoi confronti di "metodi Boffo"? Oppure una vita passata nei palazzi del potere, con l'accumulazione di scorie che ciò inevitabilmente determina, e l'appartenenza ad un clan familiare che è stato oggetto, in alcuni dei suoi componenti, di accuse gravissime ne fanno un Presidente debolissimo? 4. La ricomposizione di una parvenza di conflitto (utilissima a Renzi come a Berlusconi) tra la destra ed una falsa sinistra (PD) così utile a non lasciare spazio ad alternative di reale cambiamento e per poter spacciare come legittimo un regime politico truffaldino.  Quanto a Berlusconi avrà prima o poi ciò che chiede quale compenso all'appoggio parlamentare alle riforme: non una impossibile grazia presidenziale (che persino Napolitano non ha potuto concedere) ma la cancellazione del reato fiscale grazie al decreto di Natale, tenuto in frigorifero da Renzi fino all'elezione del nuovo Presidente ma pronto ad essere ripresentato, possiamo scommetterci, tale e quale nel mese di febbraio. E senza che nessuno possa dire che ha costituito oggetto di scambio con i voti al nuovo Presidente della Repubblica. Infine su SEL e sul progetto di ricostruzione di un'alternativa di Sinistra, che come afferma Rodotà non ha nulla a che fare con l'elezione di Mattarella considerato anche che questa non rappresenta in alcun modo la rottura del patto del Nazareno, qualcuno dovrebbe spiegarci il senso di votare un vecchio notabile democristiano, considerato con la schiena dritta solo per essersi dimesso da ministro (come il collega Calogero Mannino) contro la legge Mammì (pro tv di Berlusconi) su ordine della propria corrente, ministro della difesa del governo D'Alema all'epoca della guerra in Kosovo, il primo intervento militare offensivo all'estero dell'Italia dal 1945. Tutto questo dimostra ancora una volta ed ancora di più l'incapacità e l'inadeguatezza dei coordinatori/promotori della Lista Tsipras che hanno lasciato a bagno da mesi il progetto di costruzione del Nuovo Soggetto Politico per inciuciare con Vendola e nell'attesa di una scissione dal PD che non ci sarà mai. 

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