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La seconda sera, io e Tavia decidiamo di andare alle terme. The Imperial Spa, appena un po' fuori dal centro, sono terme coreane che rimangono aperte tutta la notte e costano 20$ (30$ dopo mezzanotte). Frequentate perlopiù da coreani e da impiegati dei casinò alla fine della giornata lavorativa, sono un paradiso lindo e rilassante di vasche, bagni turchi alle essenze varie e saune all'argilla come quelle della foto.Il giorno dopo ripartiamo per visitare la parte dello Strip che ci manca. Il caldo è ancora più intenso, e gli onnipresenti profumi femminili danno ancora più fastidio. Ci sono alcune cose che a Vegas trovate dappertutto: scie di profumi violenti, da mal di testa immediato, in genere abbinati a gonnine coprinatica e tacchi vertiginosi. E poi la musica. Non si può sfuggire alla musica: altoparlanti invisibili sono piazzati ogni due metri, ovunque, dentro gli alberghi come all'aria aperta, e non c'è un istante di pausa dal pop irritante o dal crooner melenso del momento. E nei casinò il tintinnio delle slot machine è stato sostituito da uno spettrale scampanellio elettronico, che rende l'atmosfera ancora più alienante.
La prima tappa della giornata è New York. Da bravi turisti vediamo tutti i monumenti più importanti: il ponte di Brooklyn, l'Empire State Building e il Chrysler, la statua della Libertà, persino il Whitney Museum.
Lasciamo New York e arranchiamo verso un miraggio nel deserto: il castello di re Artù. L'Excalibur è praticamente la copia del castello di Disneyland, un metakitsch che va oltre ogni possibilità di immaginazione. La clientela, guarda un po', è formata da studenti di college in libera uscita, rozzi e vociferanti, fastidiosissimi, da far rimpiangere i vecchi decrepiti addormentati davanti alle slot machine. Decisamente l'albergo che mi è piaciuto di meno.
E per finire, come concludere la giornata (e la visita a Las Vegas) senza una passeggiata nell'antico Egitto? E allora ecco il Luxor, una piramide di 30 piani rivestita di vetro scuro e corredata da un obelisco alto 43 metri e da una copia della Sfinge alta 34 metri. L'albergo, che come il New York New York e l'Excalibur appartiene alla MGM Resorts International, è la prima cosa che si vede atterrando a Vegas, e di notte spara un fascio di luce che pare sia il più luminoso del mondo (qui è tutto un record mondiale. Persino il negozio di souvenir dove abbiamo comprato la palla di neve di Las Vegas - e che altro, sennò? - si chiamava "Bonanza - World's Largest Gift Shop"): "visibile dallo spazio", dicono.
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