i giorni volano ed è di nuovo venerdì, per cui io come (quasi) sempre aderisco all'iniziativa di HomeMadeMamma e ti parlo di un libro che ha qualcosa in comune con L'ombra del vento, di cui ti ho parlato venerdì scorso, e cioè l'essere ambientato quasi per intero a Barcellona: LA CATTEDRALE DEL MARE di Ildefonso Falcones.
Regalatomi da mio fratello per il mio scorso compleanno, l'ho approcciato con molta curiosità e grandi aspettative perchè ne avevo sentito parlare benissimo da più parti e non mi sono fatta per nulla impressionare dalle 634 pagine dell'edizione che ho io (della TEA).
Ecco però che i primi capitoli li ho letti un pò a rilento: mi piaceva la storia, pur alquanto drammatica e a tratti brutale, ma non mi aveva ancora "preso".
Andando avanti man mano mi sono appassionata sempre un pò in più e diciamo che mi sono messa a leggere con assiduità e reale desiderio di conoscere come andava a finire la storia dalla metà in poi, in un crescendo di attenzione e coinvolgimento emotivo.
Dicevo che le vicende sono ambientate a Barcellona (eccetto che per quello che può essere considerato il prologo) ma a differenza del libro di Zafon l'epoca è totalmente diversa: qui, infatti, siamo davanti a personaggi del XIII secolo, in piena Santa Inquisizione, tra signori e servi della gleba, mercanti e artigiani, in un sussueguirsi di guerre ed epidemie.
Il fulcro di tutto l'intreccio diviene una chiesa in costruzione, la Cattedrale della Madonna del Mar, che sarà la chiesa della gente, del popolo, nell'umile quartiere della Ribera.
Alla costruzione della Cattedrale si dedicherà con passione, sudore e amore il giovane Arnau, figlio di un servo fuggiasco, che crescerà di pari passo con l'avanzare dei lavori e che la vita proverà duramente in tutti i modi possibili fino allo stremo di ogni speranza e di ogni forza.
La bravura di Falcones è senza dubbio riscontrabile nel creare una concatenazione di eventi che fa incontrare i vari personaggi e poi li allontana, per poi farli ritrovare in circostanze diverse, senza mai perdere il filo conduttore.
Il dilungarsi in alcuni punti nella spiegazione di leggi, usi e costumi dell'epoca e i riferimenti storici ai re, alle guerre ecc a volte può risultare un pò noioso, ma comprendo che serve ad inquadrare la narrazione, a calarla nel suo tempo.
Il mio giudizio complessivo è sicuramente buono, anche se non mi sono sentita di dare il massimo dei voti (in stelle) su anobii, fermandomi a 4 su 5. Non so bene perchè, forse è semplicemente mancato quel "quid" che me lo facesse amare alla follia come è accaduto invece per altri libri. Ma queste sono sfumature molto personali e quindi opinabilissime :-)
<<La Cattedrale del Mare è uno di quei racconti dove la Storia diventa romanzo e il romanzo assume con forza mimetica il connotato della grande Storia>> (Corrado Augias, Il Venerdì di Repubblica)
I venerdì del libro su altri blog li puoi trovare QUI
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