I venerdì del libro (117°): LA MOGLIE DELL'UOMO CHE VIAGGIAVA NEL TEMPO

Da Marisnew
Cara Lilli,
oggi seguo l'iniziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un romanzo che ho letto lo scorso mese dietro suggerimento di Aleja: LA MOGLIE DELL'UOMO CHE VIAGGIAVA NEL TEMPO di Audrey Niffenegger.
Già la stessa Paola di HomeMadeMamma ne aveva parlato tempo fa e se non sbaglio anche qualche altra partecipante al VdL, così ero curiosa di leggerlo e di scoprire se anche questo, come altri libri o film basati sui viaggi nel tempo o comunque sulle vite parallele (temi che sempre ho amato), mi sarebbe piaciuto.
Il mio responso a fine lettura è che gli dò la sufficienza, non di più, perchè mi è piaciuto...a metà. Cioè, mi ha in parte deluso, pur partendo da una premessa ottima per i miei gusti: quella di un uomo (Henry) che è affetto da disturbo genetico che lo fa sparire di tanto in tanto dal suo presente per trovarsi catapultato nel suo passato o nel suo futuro, ogni volta nudo e con la nausea e il vomito, trovandosi a volte in presenza del se stesso dell'epoca in cui è "atterrato". In uno di questi viaggi conosce la bambina (Clare) che poi nel futuro sarà sua moglie e si lega a lei già da allora.
Certo la fantasia e la capacità di far combaciare perfettamente tutto il quadro di eventi che si intrecciano tra diversi piani temporali è un merito che va riconosciuto alla Niffenegger.
Un merito che rischia però poi di diventare un difetto quando il modo di raccontare si fa a tratti un pò confusionario, troppi andirivieni nel tempo con dei capitoletti piccoli che a volte mi sono parsi superflui e mi distoglievano dalla storia vera e propria. Anche se alla fine tutto combacia, come dicevo.
La mia delusione è dovuta probabilmente al fatto che il personaggio di Clare non mi ha entusiasmato. Mi è parsa un pò insipida, per usare un termine assai poco tecnico. Sottomessa ad un destino segnato e perciò senza grande personalità. Probabilmente ciò è dovuto al fatto stesso che fin da bambina si è sentita svelare che nel futuro avrebbe sposato quell'uomo così strano, affascinante e che le appariva di tanto in tanto. Resta comunque un personaggio che secondo me avrebbe potuto avere maggiore spessore.
Inoltre il modo di scrivere dell'autrice, che è moderno e ricco di dialoghi, non mi dispiace, anche per la particolarità che vede i capitoli narrati in parte in prima persona da Henry, in parte da Clare. Però anche qui ho una nota da fare: non che io sia una bacchettona, ma ci sono delle cadute di stile che credo si sarebbero potute evitare, se non altro perchè le vedo poco adeguate al contesto e al tipo di racconto.
Ecco, in definitiva posso dire che questa storia avrebbe potuto emozionarmi e coinvolgermi di più, mentre mi ha lasciato un pò freddina, a parte qualche passaggio degno di nota, tipo nel finale: la malinconica tenerezza di una donna anziana che attende da anni un preannunciato incontro con il suo grande amore, la descrizione di un attimo desiderato e sognato a lungo, l'immagine di una testa imbiancata, di un volto segnato dal tempo che si prepara a vivere un'emozione profonda...non potevano lasciarmi indifferente.
Su anobii gli ho assegnato 3 stelle.
Credo che cercherò il film che ne hanno tratto, magari potrebbe per una volta piacermi più del libro...chi lo sa.

<< Quand'ero piccola attendevo con ansia di vederlo. Ogni sua visita era un evento. Adesso ogni assenza è un non evento, una sottrazione, un'avventura di cui sentirò parlare quando il mio avventuriero si materializzerà ai miei piedi, sanguinante o fischiettante, sorridente o scosso dai brividi. Adesso, quando se ne va, ho paura.>>
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