oggi partecipo all'iniziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un libro che mi è davvero piaciuto: THE HELP, di Kathryn Stockett.
L'ho letto in pochi giorni, sfruttando tutti i ritagli di tempo possibili, perchè sembrava che i personaggi di questo libro quasi mi chiamassero per continuare a raccontarmi le loro storie.Infatti non è solo la trama ad avermi fatto trovare bello questo romanzo, ma anche la cura nella descrizione dei personaggi, la loro evoluzione pagina dopo pagina, il loro essere assolutamente immaginabili. E con questo intendo che non ho avuto alcuna difficoltà a figurarmeli, i personaggi, proprio come se li avessi davanti a me in carne ed ossa, tanto saltano fuori dal libro.
Una sensazione davvero piacevole, che aiuta sicuramente l'immedesimazione e fa appassionare ancora di più il lettore alla storia.
E la storia è interessante: nei primi anni '60, mentre Martin Luter King cerca di portare avanti il suo sogno, a Jackson, Mississippi, una ragazza (Skeeter) neo laureata e con il sogno di diventare una scrittrice sente crescere il divario tra lei e le amiche di un tempo, che, mentre lei studiava fuori sede, si sono sposate e hanno anche avuto figli, conservando una mentalità razzista ed un conformismo che a Skeeter non appartengono più o meglio ancora non sono mai davvero appartenuti.
Come quasi tutte le famiglie bianche della cittadina, anche le amiche di Skeeter hanno al proprio servizio delle domestiche di colore, che vengono trattate con freddezza se non con disprezzo, e che sono costrette finanche a non poter usare il gabinetto di casa, dovendosi invece servire di quello esterno, apposito per loro, ritenute portatrici di germi e malattie.
Eppure...queste stesse donne crescono i figli dei bianchi, li amano, sono a loro volta amate dai piccoli; si occupano delle case deli propri padroni con efficienza e dedizione.
Skeeter ha così l'idea di scrivere un libro-intervista in cui sono proprio loro, le domestiche di colore, a parlare di sè e di cosa significhi dipendere dai bianchi, di cosa devono subire e di quanto bene invece loro facciano alle famiglie presso cui lavorano.
Pian piano aderiscono alla rivoluzionaria idea editoriale varie domestiche, tra cui spiccano Aibileen e Minny, straordinarie coprotagoniste del romanzo della Stockett insieme a Skeeter (tanto è vero che i capitoli sono alternativamente narrati in prima persona da una di loro tre).
Lo stile mi è piaciuto, è scorrevole, misurato ed efficace, non scade nel compassionevole ma è a tratti davvero emozionante, riservando anche spazio a siparietti assai divertenti, grazie soprattutto all'ironia pungente di Minny, burbera nei modi ma dal cuore buono.
Trovo poi un merito del libro il fatto che i personaggi negativi, quelli gretti e meschini
(sul gradino più alto del podio c'è l'odiosa Hilly), siano altrettanto ben descritti e curati di quelli positivi. Il che poi è quello che rende bilanciata la narrazione.Insomma: una lettura che consiglio, questa.
E vedrò il film, adesso. La stessa Stockett ne è soddisfatta, quindi immagino sia molto fedele al libro.
"Aibileen?"
Rimane zitta un attimo, poi non riesce più a trattenersi. "E se... e se a lei non piace quello che dico? Voglio dire, sui bianchi?"
"Io... la mia opinione non c'entra. Non ha nessuna importanza quello che penso io."
"Ma come faccio a sapere che poi lei non si arrabbia e non mi si rivolta contro?"
"Ma io... immagino che tu dovrai... fidarti". Aspetto col fiato sospeso, sperando. Segue un lungo silenzio.
"Signore perdonami. Penso di volerlo fare."
"Aibileen!" Ho il cuore in gola. "Non hai idea di quanto apprezzi..."
"Miss Skeeter, bisogna che stiamo proprio attente."
"Lo saremo. Prometto."
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