oggi aderisco all'iniziativa di HomeMadeMamma proseguendo un viaggio iniziato qualche venerdì fa, quando ti ho parlato di Hyperversum, di Cecilia Randall: infatti, ho da pochissimi giorni terminato il secondo capitolo della saga, IL FALCO E IL LEONE.
Chiaramente non starò qui a parlare per filo e per segno della storia narrata in questo romanzo sia per lasciare la suspance a chi magari ha letto il primo capitolo della saga e si appresta a leggere questo secondo, sia per non rivelare troppi dettagli a chi invece non ha letto ancora niente e sta valutando se dedicarsi o meno alla lettura della trilogia.
Mi aggancio solo per linee generali al racconto fatto in occasione del primo volume, dicendo che ritroviamo Daniel e Ian alle prese con il tentativo di far tornare quest'ultimo nuovamente indietro nel tempo dalla sua amata Isabeu, in quel Medioevo abbandonato (non per sua volontà) alla fine del primo romanzo proprio per la necessità di essere salvato da morte certa.Una volta che Hyperversum (il gioco di ruolo ipertecnologico che funge da "portale" per i viaggi nel tempoe dà il titolo alla saga) fa compiere di nuovo questo salto all'indietro di circa 800 anni ai due giovani americani, ecco che parte la nuova avventura che li coinvolgerà entrambi inaspettatamente.
Inaspettatamente perchè nei piani di Ian c'è solo di tornare indetro e riunirsi per sempre ad Isabeu, lasciando al contempo che Daniel rientri definitivamente nel XXI secolo, mentre invece tutto prende una piega ben diversa e molto pericolosa che trascinerà i entrambi i nostri protagonisti nel mezzo prima di una battaglia personale con un vecchio nemico giurato, Geoffrey Martenwall, e poi addirittura nella rivolta dei baroni inglesi contro il sovrano Giovanni Senza Terra, fratello del compianto Riccardo Cuor di Leone.
Mi è piaciuto moltissimo questo secondo capitolo, Lilli. Più ancora del primo, che pure mi ha tanto coinvolto.
Stavolta direi che la fantascienza resta più sullo sfondo, dando giusto lo spunto iniziale e quello finale, ma lasciando poi ampiamente spazio al romanzo in stile storico, con il dovuto avvertimento che, come nel precedente romanzo, anche in questo qui la Randall ha mischiato personaggi realmente esistiti (e fatti storicamente accertati) con personaggi (ed eventi) di fantasia. Il tutto in modo talmente credibile, con tale dovizia di particolari, che non fa assolutamente rimpiangere i romanzi storici veri e propri.
Ho ritrovato qui una caratteristica che mi ha ricordato un'altra opera della stessa autrice, letta e recensita da me in precedenza, ossia Gens Arcana: il personaggio potenzialmente negativo (in quel caso Manente da Erto, in questo Geoffrey Martenwall) rivela poi nel corso degli eventi una positività che non solo lo eleva al ruolo di degno co-protagonista, ma anche lo rende affascinante e interessante agli occhi del lettore.
Da sottolineare è che tutti i personaggi, anche quelli secondari, sono ben caratterizzati, hanno uno spessore che li fa ricordare con piacere ed emozione insieme ai protagositi.
Un merito ancora devo dare alla Randall: la descrizione delle scene di battaglia, che pure non sono poche, è fatta in modo mai ripetitivo, sempre avvincente e coinvolgente.
La conclusione del capitolo è meno marcatamente "aperta" di quella del capitolo precedente, ma è chiaro che un seguito ci sta tutto, per dare rilievo magari nuovamente alla storia più strettamente personale di Ian nei panni del conte Jean de Ponthieau.
E per questo motivo che non passerà molto tempo prima che io legga anche il terzo e ultimo capitolo della saga, Il cavaliere del tempo, e che come è ovvio poi te ne parli.
<<Li accolse il pendio di un bosco buio e freddo. Ian non aveva voluto rischiare di comparire dal nulla in pieno giorno, benchè in un posto isolato fuori dal monastero, e così la scelta del momento di arrivo era ricaduta sul finire della notte, a poche ore dall'alba, quando di sicuro tutti gli abitanti della zoan, monaci, contadini, cacciatori, pastori e viandanti erano ancora al riparo tra quattro mura, in attesa di riprendere le attività del mattino. [...]
Ian rimuginò ancora un pò. "Per te sarebbe stato tutto più facile se non avessi insisitito tanto per accompagnarmi fino a Chatel Argent. Potevi semplicemente farmi arrivare qui e poi ripartire, anzi potresti farlo già adesso". Daniel scosse la testa infastidito. "Ne abbiamo già parlato e non intendo discuterne ancora: sarò la tua ombra finchè non ti vedrò oltrepassare il ponte levatoio di Chatel Argent. Quindi, a costo di aspettarti qui fino a mettere radici, io faccio il viaggio con te.">>
I venerdì del libro di oggi su altri blog li trovi QUI