Cara Lilli,
a distanza di soli pochi giorni da quando ho aderito all'iniziativa della Marsilio, ecco che è arrivato venerdì ed io sono già bella pronta a fare la mia recensione de "LA DONNA IN GABBIA", che ho quasi "divorato" per non saltare l'appuntamento con Paola di HomeMadeMamma :-)
Il danese Jussi Adler Olsen, autore di questo romanzo poliziesco, è stata una bella scoperta, credo proprio che sia destinato ad avere grande fama, più di quanta non ne abbia già acquistata finora.
Lo stile è moderno, incisivo, la trama è accattivante e congegnata benissimo, fin nei minimi particolari, cosa non semplicissima visto che si trattava di parlare contemporaneamente di due epoche diverse (2002 e 2007) che poi pian piano vanno a ricongiungersi.
La scomparsa nel 2002 in circostanze misteriose di una giovane e promettente parlamentare con un passato particolarmente doloroso, Merete Lynggaard, viene archiviata dalla polizia con una dichiarazione di morte presunta.
Nel 2007, Carl Mork, un poliziotto caparbio, non simpatico ai colleghi per i suoi modi burberi ma indubbiamente intuitivo, non è in un momento favorevole della sua vita perchè è appena stato coivolto in una sparatoria in cui un suo collega è rimasto ucciso e un altro ha riportato lesioni gravissime alla spina dorsale che lo hanno immobilizzato, mentre lui si è miracolosamente salvato senza conseguenze fisiche, ma con la pische un pò destabilizzata.
Messo a capo di una nuova sezione della polizia, la "Q", deputata a riaprire indagini di casi cosiddetti "irrisolti", Carl comincia proprio dal caso della Lynggaard e trova un inatteso quanto validissimo aiuto nell'uomo assegnato alle pulizie dello scantinato in cui è stata sistemato il suo ufficio, Assad, un siriano dal linguaggio un pò buffo ma dotato di saggezza e spirito di sacrificio.
Carl arriverà alla risoluzione del caso in una corsa contro il tempo incalzante e sbalorditiva.
La cosa originale e intrigante di questo romanzo è che il lettore sa fin dall'inizio più di quanto non sappia il poliziotto protagonista perchè l'autore mostra al lettore nei capitoli datati 2002 e poi man mano 2003, 2004 ecc. che Merete è viva, prigioniera in una specie di bunker, senza sapere chi l'ha rapita nè perchè, ma perseguitata da una orribile voce distorta che proviene da un altoparlante.
Io sono giunta alla giusta conclusione, ossia capire chi fosse la mente malata che aveva progettato il rapimento e la prigionia della donna, prima che nel romanzo ci arrivi il bravo poliziotto Mork, ma credo che sia proprio ciò che vuole l'autore. E la cosa bella e apparentemente strana è che questo non toglie mordente alla storia e agli ultimi capitoli. Nient'affatto: anzi, io li ho letti davvero con interesse e con avidità per arrivare alla parola "fine" e tirare un bel sospiro di sollievo.
Insomma, io ho raccontato fin troppo...finisco dicendo che mi è davvero piaciuto questo giallo!
Per la presentazione "ufficiale" da parte della Marsilio si può leggere qui.
<<Freddo. Il suolo del pavimento sul quale si svegliò era freddo, gelato. Sollevò la testa e la sentì pulsare in profondità. Aveva le gambe pesanti, le spalle quasi non si staccavano dal pavimento. Si costrinse ad assunere la posizione seduta e cercò di orientarsi nel buio assoluto. Quindi prese in considerazione l'idea di gridare ma le mancò il coraggio e si limitò a respirare profondamente, senza far rumore.Poi tese la mani avanti per sentire se c'era qualcosa nelle vicinanze. Però non c'era niente.>>
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