questo venerdì partecipo all'iniziativa di HomeMadeMamma con un libro speciale, non solo perchè è molto bello ma soprattutto perchè l'ho ricevuto in dono dalla mia abbinata Roberta nel Book Swap Natalizio del Gruppo di Lettura Bryce's House: è IL LIBRAIO DI SELINUNTE di Roberto Vecchioni.
Quella che ho avuto io è l'edizione con una nuova prefazione dell'autore sotto forma di racconto, anche questa tutta da leggere e apprezzare.
Sapevo che Vecchioni aveva scritto vari libri, ma non ne avevo mai letto uno fino a pochi giorni fa. Ed è stata una vera rivelazione, Lilli. Originale, denso di emozioni, di verità, di sfumature.
Un accorato appello alla "cultura", nel senso più pregnante del termine, ecco cosa è per me questo breve scritto di Vecchioni.
L'umanità ha le sue radici, le sue tradizioni, i suoi valori, la sua storia. Tutto è racchiuso nelle parole, nell'uso proprio che noi ne facciamo e quindi va da sè che i libri siano un tramite fondamentale per arrivare ad aprire le menti delle persone e per far si che si progredisca anche basandosi sugli insegnamenti del passato. Questo è il pensiero che mi sento di sviscerare dopo questa lettura.
In uno scenario desolante di un paese in cui le parole non hanno più significato, sono andate perse in una sorta di "amnesia" generale, Nicolino racconta di quando è cominciato tutto ciò, andando a ritroso negli anni fino al tempo in cui lui, tredicenne, ha assistito agli eventi che hanno portato al "vuoto" attuale, quando a Selinunte è apparso improvvisamente come dal nulla il libraio, una figura misteriosa malamente accolta da tutti, tranne che da lui.
Un libraio fuori dal comune, che legge i libri ad alta voce invece di venderli e che apre a Nicolino, detto all'epoca Frullo, tutto un mondo di sensazioni, passioni, conoscenze che poi serberà in cuor suo per sempre, anche quando tutti gli altri avranno dimenticato ogni cosa...
<<La mia città non si chiama Selinunte, anzi non si chiama proprio. Si chiamava così una volta, quando alle cose corrispondevano nomi. Oggi qui non si comunica più a parole ma a codici; a volte semplici, a volte complessi, fatti di segni mischiati a segni. [...] La routine di tutti i giorni è accettabile. Una ventina, trentina di verbi fondamentali siamo riusciti a non perderli e ad usarli nelle circostanze appropriate. Solo che non ce la facciamo a passare da uno all'altro, non sappiamo da dove vengono e dove vanno: non siamo in grado di dargli un tempo, una maniera, una sfumatura. [...] (Perchè) Io sono diverso da tutti gli altri. Questa città non si chiama Selinunte, ma io so che è Selinunte. Io so, sono l'unico a sapere. Io ho conosciuto il libraio.>>I venerdì del libro su altri blog:
PS: ecco ciò che Roberta (che è iscritta al GdL ma non ha un blog) mi ha inviato per lo Swap...a parte il libro di Vecchioni, in una bella scatola con un tocco "brillantinoso" rosso tipicamente natalizio c'era anche una deliziosa campanella decorata da lei
Io invece, conoscendo un pò i suoi gusti letterari e sapendo che le piace anche cucinare, le ho inviato "Il diario segreto di Jane Austen" diSyrie James e due piccoli opuscoli di ricette, accompagnandoli con un calendarietto del 2012 e un biglietto
Lei mi ha scritto di essere molto contenta del suo pacco regalo!!
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