Cara Lilli,
il libro di cui voglio parlare oggi per partecipare all'iniziativa di HomeMadeMamma l'ho finito ieri pomeriggio. Si tratta di STORIE DI SOGNI E DI ASSASSINI di Malika Mokeddem, un breve romanzo d'ispirazione autobiografica che mi è molto piaciuto.
La storia è quella di Kenza, una donna algerina nata nel 1962, anno dell'indipendenza del suo Paese dal colionalismo francese.
Dopo la separazione forzata da sua madre, esiliata in Francia, quando aveva solo pochi mesi ad opera di un padre dispotico, rozzo e, come lo definisce la protagonista stessa, "malato di sesso", la vita di Kenza è un continuo vivere vessata dai propri familiari (oltre al padre i fratellastri, tranne uno che si rivela essere più simile a lei) fino a quando trova rifugio in un collegio, grazie ad una borsa di studio.
Verrà a sapere che sua madre, ancor giovane, è morta: seguiranno anni passati tra grandi disagi a rivendicare il suo diritto all'autodeterminazione e all'emancipazione, proseguendo gli studi, laureandosi in Lettere fino ad arrivare alla nomina ad un posto di professore, mentre l'Ageria precipita nel totalitarismo più duro e in un clima di terrore.
Abbandonata dal fidanzato, sentendosi continuamente minacciata dal regime per le sue idee "democratiche", Kenza decide di partire per la Francia in cerca della donna che le aveva anni prima comunicato la tragica fine di sua madre, per cercare la verità e trovare libertà e pace.
Un libro forte, ma non nel modo più classico del termine. Non ci sono racconti dettegliati e cruenti delle persecuzioni ai dissidenti, nè delle violenze sulle donne e così via. E' una storia forte per i pensieri pesanti che assillano la mente di Kenza (che è poi la voce narrante della sua stessa storia) e che fanno da specchio alla società spietata ma allo stesso tempo allo sbando in cui si trova a vivere, è forte per il suo essere in cerca di un'identità e per il suo amore-odio verso una patria che l'attrae e la respinge...
L'autrice è brava a creare due figure che saranno in qualche modo compagne di Kenza da piccola e da adulta e che a me sono sembrate essere l'una quasi un completamento dell'altra: Alilu, un bimbo del deserto, il solo amico della sua misera infanzia, sognatore, impertinente, allegro, scomparso nel nulla senza spiegazioni quando aveva nove anni; e Slim, un adolescente "mezzo del Mali, mezzo algerino e mezzo francese" (come si presenterà lui stesso) che Kenza conosce il giorno stesso del suo arrivo in Francia, altrettanto impertinente, intelligente e simpatico, sempre in skateboard o sui pattini a rotelle, che saprà comprenderla e che le sarà insperatamente di aiuto.
Un libro che io ho scelto di scaglionare in più giorni, forse perchè ho avvertito la necessità di fare miei i pensieri di Kenza, il suo sentire, con un pò di calma, a piccole dosi. Ma è una cosa molto personale, credo che ci sarà chi l'ha letto tutto di un fiato, preso dalla storia.
Non esiste il modo giusto di leggere un libro, dopo tutto.
<<Amare è farsi forti di due volontà per affrontare le orde dell'intolleranza. Sapere è inebriarsi la mente di luci e comprendere che l'oscurantismo ci avvilisce tutti. E' riappropriarsi della vita, imparare a difenderla, a denunciare. E a dire no.>>
I venerdì del libro su altri blog (elenco in aggiornamento progressivo...forse domani!)