I vermi conquistatori
Creato il 31 gennaio 2012 da Narratore
@Narratore74
E con questo siamo a
due…
Due, perché tanti
sono i libri editati da Edizioni XII che mi hanno davvero conquistato.
Il primo, Malapunta,
è talmente complicato e difficile da recensire che ancora non sono riuscito a
scrivere niente che rendesse giustizia al testo.
Per questo I vermi conquistatori, invece, sento di aver molto di cui parlare.
Iniziamo con una
breve sinossi:
Il mondo sta
finendo. Una bella apocalisse con i controcazzi, aggiungerei. Anzi, a dir la
verità, è già finito, visto che una pioggia insistente sta battendo le terre, o
almeno quello che ne rimane, da più di quaranta giorni senza accennare a voler
smettere. Quelle che un tempo erano montagne, adesso sono misere isolette che
ancora cercano di sopravvivere all'acqua che costantemente sale, in un
inesorabile e lento calvario, mentre tutto il resto è stato spazzato via.
Città, persone, animali, tutto… il mondo è morto e con esso stanno per morire
anche gli ultimi sopravvissuti..
Il primo personaggio
di cui facciamo la conoscenza è Teddy. Teddy non è il solito protagonista,
aitante, muscoloso e pronto alla guerra. Teddy è un vecchio, un anziano con
tutti i problemi che derivano dalla sua età, acciacchi che durante la lettura
più di una volta vediamo intralciare le sue azioni, e un evidente problema di
dipendenza dal tabacco.
Sembra solo, nella
sua casa, ma la realtà è ben differente. Fuori, in mezzo alla nebbia e alla
pioggia, ci sono delle presenza, vermi biancastri che lentamente si stanno
facendo strada verso la superficie.
Premetto che leggo
horror da una vita e mi considero avvezzo un po’ a tutto. Però questo libro mi
ha inquietato, in molti passaggi, come non succedeva da tempo. Il ritmo è
costante, un martello che batte sempre sullo stesso chiodo fino a quando non ne
rimane nulla. Ma questo continua a battere, in una costante discesa verso la
paura primordiale, quella che non conosce limiti e prevarica anche le certezze
più salde.
Non so se Brian
Keene sia un fan di Lovecraft, ma potrei scommettere che è così. Troppi sono i
riferimenti, a volte nemmeno tanto velati (la scena in cui un personaggio
secondario inizia a urlare "è Cthulhu! Il grande Cthulhu emerso dalle
gelide acque per distruggere tutto!" mi ha fatto morire…), e l'aria che si
respira è quella tipica del maestro di Providence.
Uno stile
impeccabile, quasi cercasse di farci vedere cosa accade, farci sentire bagnati
dalla pioggia che cade e non lascia tregua, ci accompagna fino alla fine,
passando per descrizioni ricolme di particolari a scene di pura azione in cui
viviamo le fasi concitate come se noi stessi fossimo i protagonisti. Il cuore
corre, e con lui le nostre emozioni, nella speranza che il mondo si salvi, che
non finisca così, sommerso da una pioggia interminabile.
Ma in questo libro
di speranze non ce ne sono. Brian non vuole farci un regalo, vuole farci paura.
E ci riesce bene.
La narrazione è
scorrevole, pur considerando che nella parte centrale del libro subiamo un
intermezzo che ci trasporta in un altro luogo e insieme ad una compagnia nuova,
mostrandoci quell'apocalisse, di cui già sentiamo l'olezzo, per mezzo di occhi
nuovi. Ma questo non rallenta, anzi. Se possibile aumenta il pathos, quel
feeling che ormai è saldato a ferro e fuoco, inscindibile e duraturo. Quando
poi la storia torna a quella casa in cima alla montagna, già sappiamo cosa ci
verrà proposto, intuiamo gli orrori, ormai palesati più che chiaramente, e
speriamo insieme ai personaggi che tutto finisca velocemente. Nel bene o nel
male...
Ho trovato solo una
pecca, se di questo si può parlare: il finale, pur essendo ben fatto e
coerente, da l'impressione di essere lasciato aperto, come a voler spianare la
strada ad un eventuale proseguimento della storia. Non che abbia qualcosa in
contrario, ma mi aspettavo qualcosa di più secco, chiuso. La speranza non fa
parte di quel mondo morente, non la voglio e non ne sento il bisogno.
Voglio pensare che i
vermi siano i nuovi padroni, che Leviathano e Behemoth regnino dai loro troni
di ossidiana su un mondo divenuto ostile.
Voglio l'orrore,
quello puro, che non da scampo e annichilisce alla sola vista.
Questo è quello che
voglio…
Questo è quello che
ho ottenuto con questo libro...
Un ultima parola per i ragazzi di Edizioni XII: bravi, continuate così! se le vostre pubblicazioni avranno sempre questa qualità potete davvero stare tranquilli.
Complimenti!
Edizioni XII - ISBN
9788895733302 - 15,00 €
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