Hanno combattuto almeno una guerra, hanno creduto nella patria ed in un ideale di democrazia e libertà. Molti di loro sono stati feriti e portano sul corpo e nella mente, per il resto della vita, i segni di una scelta che, secondo le parole dei loro reclutatori, doveva marcare la differenza. Il grande inganno porta i nomi ed i visi dei veterani statunitensi delle ultime guerre –dall’Iraq all’Afghanistan-, visi sui quali è stampata la disillusione e la frustrazione di un paese che, al riceverli di ritorno, non dà loro opzioni. Negli Stati Uniti, la giornata del veterano, che si celebra l’11 novembre, non ha più ragioni di festeggiare, ma ha da offrire solo dati che fotografano un paese a pezzi, che non può dare possibilità nemmeno a chi ha pagato in prima persona la logica perversa delle invasioni preventive e delle guerre fatte in nome di altri. Secondo un recente censo dell’associazione ¨The 100.000 Homeless Campaign¨ (http://100khomes.org/) sono 850.000 i veterani che, tornati a casa, hanno trovato ad aspettarli la mancanza di un impiego, il rifiuto della società ed il disdegno. Come non bastasse, nel 2010, 75.000 di loro sono diventati indigenti a tutti gli effetti, costretti ad unirsi ad un altro esercito, quello degli homeless, i vagabondi che dormono sotto i ponti e che mendicano un pasto nei centri di accoglienza.
Nei prossimi anni –dal 2012 al 2016- gli Stati Uniti si troveranno con un altro milione di persone che, dismessi i panni militari, cercherà l’inserimento nella società. L’amministrazione Obama sta correndo ai ripari, creando crediti fiscali e programmi di educazione ed insegnamento per l’integrazione degli ex soldati nell’ambiente lavorativo. Alle aziende che impiegheranno un veterano, sarà consegnato un fondo di 5600 dollari, che aumenterà a 9600 in caso di ex combattenti che hanno riportato menomazioni durante il servizio militare. In un paese che è senza soldi, la manovra costerà mille milioni di dollari e al momento, la legge approvata dal Senato non è ancora passata alla Camera dei rappresentanti.
Intanto loro, i veterani, sono diventati il simbolo di Occupy Wall Street (http://occupywallst.org/) ad unirsi alla protesta di migliaia di giovani, lavoratori, disoccupati che sono la parte onesta degli Stati Uniti. Le immagini dell’ex ufficiale dei marines Scott Olsen colpito da un proiettile delle forze dell’ordine durante le proteste ad Oakland hanno suscitato un’ondata di ripudio e di condanna verso la polizia, chiamata a proteggere gli interessi dei più potenti. Da allora, ha fatto la sua apparizione tra gli ex combattenti il motto simbolo di questa loro nuova lotta: ¨É la seconda volta che combatto per il mio paese, ma è la prima volta che conosco il mio nemico¨ hanno scritto sui loro cartelli.