Futile intrattenimento vichingo
Avventura on the road tra i boschi e le scogliere scozzesi, I vichinghi aderisce perfettamente al cinema di genere senza infamia e senza lode. Un prodotto d’intrattenimento, che non evidenzia picchi eccelsi, ma nemmeno cadute di stile.
Un esiguo gruppo di vichinghi sbarca sulle rive della Scozia. Scoperto con il primo scontro di essere dietro le linee nemiche, i vichinghi cominciano una lunga corsa per rimanere vivi e cercare di fuggire da quella terra.
Purtroppo non c’è molto da dire quando la pellicola non ha ambizioni particolari, ma si mantiene costantemente all’interno del genere avventuroso, senza interessarsi eccessivamente a scardinare i cliché narrativi legati allo sviluppo della vicenda. I vichinghi è, essenzialmente, un film che si attesta nella media, che non aspira a diventare niente di più e niente di meno che un film d’intrattenimento verosimile. Difatti la pellicola diretta da Claudio Faeh accenna sporadicamente alla cultura norrena, non spinge eccessivamente l’acceleratore in direzione dell’epica e continua a vagare per le montagne scozzesi senza una meta ben precisa.
Ciò che distingue lo sparuto manipolo di vichinghi è la presenza di una principessa che “ascolta” la terra (di conseguenza ha poteri divinatori, ma il regista non ha l’interesse di motivarli) e il fatto che siano guidati fuori delle linee nemiche da un monaco che pratica le arti marziali e difende gli involontari invasori a spada tratta. Inoltre il re, il padre della principessa che fa due misere apparizioni, preferisce ucciderla (anche qui le risposte cadono nel vuoto) e si affida a un gruppo di mercenari senza scrupoli. Elencate le differenze e gli elementi destabilizzanti si potrebbe tranquillamente dedurre che I vichinghi sia un prodotto inutile, privo di uno scopo. E seppur la prima impressione fa propendere per questa versione, il proseguo della pellicola scivola via senza disturbare eccessivamente, evidenziando qualche dissapore tra i compagni di sventura e un lieve accenno a una possibile storia d’amore tra il protagonista (Asbjorn) e la nobile prigioniera.
Assemblato in modo lineare e semplicistico, I vichinghi è un film del quale non si sente il bisogno e che si dimentica in fretta. Perlomeno non devia in favore del trash, rimanendo solamente inutile e non detestabile.
Uscita al cinema: 27 novembre 2014
Voto: **1/2