Il vizio, nella sua accezione classica e più comune, è un elemento negativo. Se leggiamo le varie definizioni, troviamo che viene sempre descritto come un’abitudine morbosa che porta a un comportamento ripetitivo e ossessivo verso qualcosa. Il fumo è l’esempio più comune riportato.
Ma se volessimo dare un’immagine meno diabolica al vizio, potremmo dire che tutto quello che amiamo fare – e che il più delle volte è un surplus delle esigenze base umane – è un vizio, ed è ciò che ci fa star bene, pezzi di puzzle che uniti agli altri ci contraddistinguono da ogni nostro altro simile.
Vizio può essere quello del fumo, come già detto.
Vizio può essere non perdersi una partita di calcio (o mettete qualsiasi altro tipo di evento sportivo che amate).
Vizio può essere la lettura.
Vizio può essere il cinema.
Vizio può essere spararsi un cucchiaio di Nutella a fine pasto. Sempre.
Vizio può essere la birra del venerdì sera (esempio).
Vizio può essere sedersi per i fatti propri a suonare la chitarra.
Vizio può essere la pennichella sul divano.
Vizio può essere portare il cane a fare una passeggiata, ogni santo giorno.
Insomma, ogni cosa che ci fa stare bene e fa parte delle nostre abitudini piacevoli. D’accordo, alcuni vizi sono dannosi per la salute, altri innocui, altri dannosi solo per il portafogli (ex. collezionare qualcosa e comprare tutto anche a prezzi proibitivi).
E in teoria, noi lavoriamo non solo per sopravvivere, ma anche per poterci permettere i nostri vizi. L’essere umano moderno non dovrebbe lavorare solo per pagare bollette, case (mutuo o affitto) e cibo, pena diventare un automa. L’essere umano deve ANCHE lavorare per potersi permettere i propri vizi, quelle cose che riempiono e lo fanno sentire vivo.
Eppure, in periodi come questi, dove crisi è il quinto cavaliere dell’Apocalisse, i vizi sono le prime cose che cedono, quelle a cui la gente rinuncia. E spesso ci si rinuncia anche senza motivo, per senso di colpa o perché c’è chi ti dice che “In un momento così…”, anche se è un vizio da due soldi.
Io ho appena trovato/scoperto un vizio che fa per me, il focus che cercavo nelle sessioni di scrittura solitaria in studio. È un vizio che potrebbe essere costoso, ma che offre anche un’alternativa economica senza rimetterci in qualità. Allora mi dico che 15 euro al mese per un vizio, posso anche spenderli…