Magazine Psicologia

I volti della gelosia

Da Renzo Zambello

Jealousy

 

Quand’ero una ragazza spesso sentivo dire che chi era geloso, amava!

Da quando nasciamo sperimentiamo varie forme di gelosie, attaccamenti e invidie, la gelosia sembra avere a che fare con il possesso dell’oggetto d’amore e con la relazione d’attaccamento fondamentali per lo sviluppo emotivo ed affettivo della personalità. Al di là di uno sviluppo sufficientemente buono di tale relazione, molto spesso la gelosia è l’unico modo possibile di relazionarsi per chi, non sentendosi adeguatamente amato, vive la costante paura dell’abbandono. In questo caso, a causa del bisogno di controllo e di possesso, l’altro diventa “oggetto d’amore” piuttosto che “soggetto” con cui entrare in relazione in un rapporto alla pari e di condivisione. Vi sono studi che mettono in relazione gli stili di attaccamento di J. Bowlby con le cinque componenti della gelosia  identificate da A. Sbrana e cioè: autostima; paranoia; ossessività; controllo del partner; paura dell’abbandono.

Classificando i gruppi in: preoccupato, timoroso-evitante e sicuro, in base ai modelli elaborativa Bartholomew e Horowitz fondati sull’immagine del Sé e sull’immagine dell’altro da Sé (partner), si ottengono risultati che confermano che gli stili di attaccamento dei soggetti caratterizzati da una maggiore ansietà (preoccupato e timoroso-evitante) presentano maggiore gelosia rispetto ai soggetti con uno stile di attaccamento con un livello di ansietà basso (sicuro). Secondo questo approccio la gelosia può in taluni casi essere un indicatore di una certa vulnerabilità personologica o psicopatologica o in ogni caso di una particolare condizione spazio- temporale che il soggetto vive. E’ chiaro che lo stile di attaccamento dell’individuo non potrebbe in ogni caso spiegare totalmente l’aspetto patologico presente in talune manifestazioni quali i delitti “passionali” e le violenze sessuali che evidentemente hanno componenti di altra natura più complessa.

Nel DSM-IV Manuale Diagnostico di Psichiatria si distinguono tre aspetti particolarmente patologici:

-   Gelosia ossessiva: che configura una diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo; si vive il costante dubbio sulla fedeltà del partner e si vedono segnali del suo tradimento, il geloso diventa detective in cerca di prove. Solitamente è tollerata nella coppia che naturalmente è disfunzionante.

-   Sindrome di Mairet: in cui la gelosia è assimilata ad idee prevalenti in cui il desiderio di possesso e il senso di perdita divengono pervasive e tutta la vita ruota intorno a queste “idee prevalenti”.

-   Delirio di gelosia: che configura nelle forme più gravi il disturbo delirante (dist. Paranoide di personal) il tradimento è certo che sia avvenuto! Pertanto bisogna far confessare il partner con raggiri, violenze tali da spingere il partner a confessioni false arrivando alla soppressione dell’”amato” per alleviare la sofferenza e non “essere più traditi”! Il tutto soddisfa l’ansia da separazione, punire la vittima per l’amore negato confermando i pattern di attaccamento in relazione ad ansia e alla bassa stima di sé.

In queste forme di gelosia estrema si evidenzia  una dipendenza affettiva assimilabile a quelle delle sostanze stupefacenti: la fusione con l’oggetto d’amore è totale, si ha il totale annullamento del proprio Sé e una costante sofferenza se non si ricevono le risposte d’amore che si pretendono e pur di non perdere l’”amore” si è disposti ad assurdi sacrifici e comportamenti intollerabili.

In un’ottica sistemica la reciprocità di queste modalità è evidente anche se fa sempre comodo pensare che sia solo uno/a il colpevole di tali atti. Inconsapevolmente un comportamento reticente o addirittura compiaciuto, può comportare serie ripercussioni nella coppia.

Riferimenti bibliografici: DSM IV, Gabbard Manuale di Psichiatria, Bowlby Attaccamento e perdita, Horowitz e Bartholomew, Sbrana e coll. Sottotipizzazione della gelosia.

di  Daniela De Vito

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