Nel momento in cui è stato reso noto il vero nome di Grey (non che lei avesse fatto molto per nasconderlo, ma si tratta di un nome relativamente comune) (una delle omonime, inoltre, è una giornalista televisiva di una certa fama), alcune delle sue lettrici hanno avuto una sorta di illuminazione: l’autrice di Le Gothique era la stessa persona la cui “morte” per lupus aveva anni prima scosso la placida comunità delle appassionate di lavoro a maglia.
(Qui potete leggere il necrologio virtuale di a cura delle amministratrici di Raverly)
Gina, all’epoca nota come Monkey Toes o MommaMonkey, era un utente attiva, talentuosa e rispettata. Dopo la sua morte, le redini del suo account su Raverly erano state prese dal marito, il quale avrebbe generosamente dirottato a favore delle associazioni per la ricerca contro il Lupus i profitti che sarebbero derivati dalla vendita dei pattern caricati dalla defunta.
Tutto molto edificante, peccato che la morta intanto fosse su Twitter, con un altro nome ma, purtroppo per lei, con lo stesso indirizzo email, e gli stessi tatuaggi, e la medesima vitalità di un tempo. Ops.
(Segue ondata di imbarazzo il cui eco è percepibile a distanza di anni)
Intanto, di nuovo nel futuro, mentre le iscritte alla Awesome Box si facevano due conti e iniziavano a contattare Paypal e per buona misura anche le forze dell’ordine, Grey ricompariva per chiudere le cose con un finale pirotecnico e si produceva nella più emblematica spiegazione grondante passivo-aggressività, dettagli implausibili e pure e semplici cazzate in cui io mi sia mai imbattuta*.
(Marito ferito, check; traumi familiari, check; disturbi mentali, check; qualcunopensiaibambini, check; ti volevo bene MA TU SEI UNA STRONZA, check; etc.)
E, dopo questa muraglia di testo e qualche simbolico rimborso e/o pacco consegnato (applicazione secondaria del principio per cui quando le vincitrici dei concorsi erano blogger un po’ affermate i premi arrivavano senza problemi), nessuno ha più sentito parlare di Georgiana Grey.
Nota per il sequel: subito prima che il blog venisse cancellato, la firma in calce ai post era diventata SoCalVegan — amici foodblogger, io terrei un occhio aperto (anche due).
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* sulla fiducia, solo perché una tizia di cui vi parlerò poi non si è mai disturbata a fornirne una.
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PlazaJen fa chiarezza sulla storia di MonkeyToes.
Un riassunto esaustivo della vicenda Grey (con tutti i link che potete desiderare).
Il gruppo Facebook dove si radunavano le inquirenti.
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Picture of socks taken from Raverly.com, Grey’s apology courtesy of The Truth For Everyone.