“Grazie a Paolo, Julie, Sophie e Rysel Jade per avermi raccontato questo posto.” Finisce così il primo articolo di una nuova rubrica, nuova #bewriter, nuova penna e soprattutto nuovo -mondo-. Si, finisce così ma… quando ho letto e riletto queste parole, dopo aver letto e riletto tutto quello che lei in poche parole é riuscita a raccontare, nella mia testa ho immediatamente aggiunto: “grazie per averlo fatto al mio posto”.
Come se non contasse più chi viaggia ma -Come- . Ció che conta é che lo condivida, il suo viaggio, che le pubblichi le foto perché ci sarà chi, attraverso quegli scatti, seduto sulla sua sedia, partirá per un “wander” e ci arriverà…
Come se il mondo delle meraviglie si materializzasse, come se attraverso una foto e una frase su Pinterest si cadesse dentro alla “tana del bianconiglio” e si corresse insieme a lui per un mondo sconosciuto e sorprendente. Ho dato una nuova definizione alla parola -meraviglia- che già avevo ben chiara nella mia mente e benché sia una delle mie parole preferite e che sento appartenermi, é riuscita, grazie alla penna di Federica, a sorprendermi.
Ora, liberate la mente (anche voi) e preparatevi perché si parte… no, nessuna domanda, lasciatevi incantare…
…ssshhhh…
Mi sono spesso ritrovata a guardare foto di luoghi nel mondo, luoghi che non ho visitato (e chissà se mai visiterò!) per il semplice gusto di guardarli, e ammirarli, e scoprire che esistono. Se mi fosse chiesto “Quali sono i 10 luoghi che vuoi visitare?” Probabilmente non saprei rispondere, il mio motto è: visitare qualsiasi posto dove non sia mai stata.
Ad oggi, non mi è andata male tutto sommato: penso di poter dire di aver visto più Italia della maggior parte dei miei coetanei. Sono una di quelle persone che crede sia inutile prendere un volo per Bangkok se non hai mai visitato la tua capitale, e se la tua capitale è Roma, beh, c’è sicuramente qualcosa che non va! Questa mia malattia si riassume in una sola parola: Wanderlust (che come la maggior parte delle parole intelligenti non ha un suo corrispettivo in italiano).
Wanderlust è “il forte desiderio o impulso di vagare, viaggiare, ed esplorare il mondo”. C’è chi lo fa materialmente (beati loro!) e chi lo fa virtualmente (ok, magari non solo, ma per la maggior parte).
Wanderlust dal mio punto di vista non è andare in un resort e starci, wanderlust è vagare, conoscere, farsi un giretto a caso nella stradina più sperduta della città piuttosto che nel museo visitato da 3000 turisti ogni giorno. Wanderlust è uno “state of mind”.
Da qui nasce l’idea di provare a scrivere qualcosa sui luoghi che più mi attirano. Per me, che sono un’accanita Wanderluster, scegliere la prima destinazione è stato difficile, il primo articolo è sempre il primo articolo. Inizialmente ho pensato fosse il caso di restare in Italia, ma poi ho deciso di contraddire in parte quanto detto sopra, e affidarmi all’istinto per scoprire un luogo che mi affascina e stuzzica un sacco di emozioni:
Pulpit Rock.
“Da norvegese, sono molto orgogliosa di esserci andata. È qualcosa di speciale, ci sono tantissimi turisti lassù, e ci si sente orgogliosi della propria nazione.” Questa frase è parte di quanto Julie, una ragazza norvegese che ho contattato attraverso Instagram (non solo selfie ragazzi, non solo selfie!), mi ha raccontato riguardo questo magnifico posto, e penso che un po’ racchiuda tutta la sua magia.
Mi ha ricordato molto la mia prima volta a Roma, l’emozione di arrivare davanti al Colosseo, uno dei luoghi simbolo dell’Italia, o la sensazione che si prova nel dire “Abito a Sacile, ad un’ora di strada da Venezia”. Quanti ci invidiano?!?
Pulpit Rock (in norvegese “Preikestolen”) è una formazione rocciosa alta ben 600 metri a picco sul mare. Si trova nel sud della Norvegia e come avrete probabilmente già immaginato fa parte di un fiordo, più precisamente il Lysefjord, fiordo della luce. Arrivare in cima è lungo e faticoso (circa due ore di camminata), ed è facile trovare una giornata piovosa (come è capitato a Julie, proprio nella sua prima escursione!), ma che tutti gli sforzi valgono la pena, sia per la bellezza del tragitto, sia per la destinazione finale. E io ne sono certa.
Le immagini che vedo dal mio pc mi lasciano a bocca aperta, posso solo immaginare cosa si provi ad essere materialmente in quel luogo!
Una delle cose che mi da davvero i brividi è immaginare cosa si possa provare a sedersi sul bordo della roccia con i piedi a penzoloni. In tutta onestà, non so se avrei il coraggio di farlo, sono pur sempre 600 metri di vuoto. Forse però, arrivare fin lassù e non fare questa piccola pazzia, non avrebbe tutto questo senso! Sophie, un’altra ragazza contattata attraverso instagram, mi ha raccontato che nonostante fosse seduta al centro del pulpito tutte quelle persone che saltellavano tranquillamente facendosi delle foto la rendevano davvero nervosa; un uomo addirittura si è steso a testa in giù con le sole gambe sul piano del pulpito, e si è fatto un selfie. Questo non avrei decisamente il coraggio di farlo!
Credo che Pulpit Rock valga davvero la pena del viaggio, della camminata, e anche delle vertigini. Per il senso di libertà che solamente un luogo del genere può dare. Per il toccare letteralmente il cielo con un dito e, perché no, essere non a 3 ma ben 600 metri sopra il cielo (perdonatemi la citazione!). Per la qualità dell’aria che si respira. Per la pace che si vive. Per i sorrisi degli altri avventurieri, che scattano foto nelle posizioni più impensabili. Perché sono posti come questo che ci fanno davvero apprezzare la vita.
PS: Ringrazio Paolo, Julie, Sophie e Rysel Jade per avermi raccontato questo magnifico posto!
Federica -Wander- Santarossa