Hai visto che la pianura da qui sembra un gigantesco mare. I suoi riflessi azzurri e grigi la rendono così uniforme da quassù. Da queste colline bordate d’oro da cui possiamo osservare tutto dall’alto. Qui il sole è così vicino che ne sento il suono nelle mie orecchie e lo sento pungermi gli occhi. “The sun would set so high, ring through my ears and sting my eyes”. Sembrano così lontani i giorni del tremore. Così lontana la scura landa all’orizzonte in cui la terra ha sussultato senza scampo. E noi possiamo sognare la perfezione. I nostri corpi bagnati dal sudore sono diamanti splendenti sotto la luce al suo apice. Vorrei che il tempo non corresse più, che i giorni durassero per sempre. “I prayed that the days would last, they went so fast”. Eppure sappiamo che nella massima luce sta l’inizio del buio*. Ma ora desidero essere solo dove il sole rende il cielo incandescente. “ I want to be where the sun warms the sky”. E voglio credere che questo vento caldo venga davvero dal mare che avvampa sotto le colline “Warm wind carried on the sea, he called to me”. E alleno i miei muscoli ad essere vivi di nuovo, mentre esercito la mia emotività con la prosa. L’indegna figliastra della poesia che non può produrre alcuna verità **. Ma che rende così liberi di viaggiare nella musica.
La parti in inglese sono tratte da “La Isla Bonita” by Madonna* Il solstizio d’estate è il punto in cui le ore di luce raggiungono il massimo rispetto a quelle di buio. Tuttavia è anche il momento in cui le ore di buio ricominciano a crescere, fino ad un nuovo pareggio in settembre.** In prosa si pensa a un solo livello alla volta e ciò inibisce i collegamenti nuovi che producono effettivamente sapere; ciò avviene solo nella poesia.