I wish i could fly non è solo il titolo di una canzone, è anche il desiderio che molte donne sono riuscite a realizzare in un’epoca dove quello che si poteva volere era un matrimonio con un uomo facoltoso, la speranza di avere tanti figli e la pelle del colore giusto al fine di non essere discriminate.
Di seguito vi racconto la vita di alcune donne che sono entrate a far parte della storia grazie alla loro bravura, tenacia e capacità.
Donne che hanno solcato i cieli conquistandoli:
Rosina Ferrario (Milano, 28 luglio 1888 – Milano, 3 luglio 1957) fu la prima donna italiana ad ottenere un brevetto di volo. Poco più che ventenne, si presentò alla scuola di aviazione dell’ingegnere Gianni Caproni, al campo di Vizzola Ticino, per prendere lezioni di volo. Il 3 Gennaio 1913 otterrà il brevetto di aviatrice italiana civile: la prima in Italia, l’ottava nel mondo. Dopo aver conseguito il brevetto partecipò a diverse manifestazioni e voli dimostrativi, accrescendo la sua fama a livello nazionale. Morì a Milano il 3 luglio 1957. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Sesto San Giovanni, dove la Medaglia dei Pionieri dell’Aeronautica, conferitagli nel 1943 e a lei cara, fa da unica decorazione sulla sua tomba. Rosina Ferrario fu molto famosa ai suoi tempi, anche se, per realizzare il suo sogno, dovette lottare contro l’ostilità della famiglia, contro i pregiudizi radicati anche tra colleghi e superiori e infine contro la guerra, che, una volta aboliti i voli civili, le impedì di volare.
Amelia Mary Earhart (Atchison, 24 luglio 1897 – Oceano Pacifico, 2 luglio 1937) è stata un’aviatrice statunitense. Nel 1920, all’età di 23 anni, si reca insieme col padre a un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield a Long Beach in California e per la prima volta sale a bordo di un biplano per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. È in quell’occasione che decide di imparare a volare. Comincia a frequentare le lezioni di volo e, a un anno di distanza, con l’aiuto della madre, acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo a un’altitudine di 14.000 piedi. Il 16 maggio 1923 riceve il prestigioso brevetto di Aviatore Pilota rilasciato dall’Associazione Aereonautica nazionale degli USA. Nell’aprile del 1928, il capitano Hilton H. Railey le propone di essere la prima donna ad attraversare l’Atlantico e il 17 giugno, dopo diversi rinvii dovuti alle brutte condizioni del tempo, decollano con Amelia Earhart, il pilota Stultz e il co-pilota e meccanico Gordon, a bordo di un Fokker F.VII, chiamato Friendship. Il team arriverà in Galles 21 ore dopo.
L’8 aprile 1931, pilotando un autogiro Pitcairn PCA-2, stabilisce il record mondiale di altitudine, raggiungendo i 18 415 piedi (5 613 metri). All’inizio del 1932 nessun altro pilota, a parte Lindbergh, aveva compiuto la trasvolata in solitaria. Ci riesce Lady Lindy, come viene soprannominata, completando l’impresa il 21 maggio con un Lockheed Vega equipaggiato con segnatempi Wittnauer, impiegando quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry nell’Irlanda del Nord. Il 24 agosto 1932 è la prima donna ad attraversare in volo gli Stati Uniti senza scalo, partendo da Los Angeles e arrivando a Newark (New Jersey). Sempre determinata e con l’intento di arrivare dove altri avevano fallito, diventa la prima aviatrice ad attraversare il Pacifico, da Oakland a Honolulu, nelle Hawaii.
Il 1° giugno 1937 partì dalla Florida insieme al secondo pilota Fred Noonan per un giro del mondo a lungo progettato, che l’avrebbe portata a Porto Rico; poi, seguendo la costa nordorientale del Sudamerica, verso l’Africa e il Mar Rosso. Da lì, altra tappa mai affrontata prima: l’India. Il 17 giugno era a Calcutta e poi verso Rangoon, Bamgkok, Singapore e Bandoeng, dove dovette fare una pausa di 10 giorni per riparazioni agli strumenti di bordo. Il 27 ripartiva per l’Australia e due giorni dopo raggiungeva la Nuova Guinea; ora non restava che l’Oceano Pacifico, un viaggio osteggiato dai venti e dalle difficoltà di comunicazione radio. Il 2 luglio 1937, 22 giorni prima del suo 40 ° compleanno e dopo aver già completato 22.000 miglia, Earhart e Noonan scomparvero sopra il Pacifico a metà strada tra Lae, Nuova Guinea, e Howland Island. Tutta l’America cercò Amelia ma senza alcun esito positivo.
Katherine Sui Fun Cheung (1904–2003) è stata la prima donna cinese-americana a diventare una pilota con licenza. Ha conseguito il titolo nel 1932, quando solo l’1% dei piloti con licenza in America era di sesso femminile. Cheung era nota per le sue acrobazie mozzafiato, come per esempio volare con l’aereo capovolto avente l’abitacolo aperto.
Sarla Thakral (1914–15 Marzo 2009) è stata la prima donna indiana pilota. Nata nel 1914, ottenne la licenza di pilota di aviazione nel 1936, all’età di 21.
Jacqueline “Jackie” Cochran (Muscogee, 11 maggio 1906 – Indio, 9 agosto 1980) è stata un’aviatrice statunitense, pioniera del volo femminile e prima donna a superare il muro del suono.
Detiene molti primati:
- Prima donna militare a pilotare un bombardiere durante un conflitto, nel 1941 durante la seconda guerra mondiale
- Prima donna ad avere pilotato un aereo a reazione, attraversando l’Oceano Atlantico nel 1953
- Prima donna ad avere infranto la barriera del suono, il 18 maggio 1953, e prima ad avere volato a una velocità di Mach 2.
Fu decorata con le massime onorificenze dell’esercito statunitense, divenne collaudatrice, continuando la sua attività fino al giorno precedente alla sua morte, avvenuta a 74 anni nel 1980 per un infarto.
Harriet Quimby (Arcadia, 11 maggio 1875 – Squantum, 1 luglio 1912) fu la prima donna ad ottenere una licenza d’aviatore negli Stati Uniti. Si sa molto poco dei primi anni e della giovinezza di questa pioniera dell’aviazione. Si interessò al mondo dell’aviazione nel 1910, dopo aver assistito ad una manifestazione a Long Island dove fece conoscenza con Matilde E. Moisant, altra grande pioniera dell’aviazione, insieme a suo marito il celebre aviatore John Bevins Moisant. Il 1º agosto 1911 la Quimby diede il suo esame per ottenere la patente di aviatore e lo superò brillantemente, seguita quasi subito da Matilde Moisant. Nell’aprile del 1912, Harriet Quimby giunse in Inghilterra, con l’intenzione di diventare la prima donna ad attraversare la Manica. L’impresa, ritardata di qualche giorno a causa del maltempo, le riuscì il 16 aprile del 1912, quando atterrò in Francia. La sua avventura, tuttavia, passò praticamente inosservata: le prime pagine dei giornali, infatti, erano tutte per il Titanic, che era affondato appena il giorno prima.
Harriet morì il 1º luglio 1912, durante il Third Annual Boston Aviation Meet Squantum, nel Massachusetts. L’aviatrice aveva a bordo del suo monoplano Bleriot un passeggero, William Willard, l’organizzatore dell’evento. L’aereo cadde per ragioni sconosciute. I due vennero sbalzati fuori bordo e morirono, mentre il monoplano scivolava nel fango.
Smaranda Brăescu (Hănţeşti, 21 maggio 1897 – 2 febbraio 1948) è stata un’aviatrice romena. È stata la prima donna pilota e la prima donna con il brevetto di paracadutista in Romania. Per quanto riguarda il paracadutismo è stata Campionessa Europea nel 1931 e Campionessa mondiale nel 1932 a Sacramento. Durante la seconda guerra mondiale fu pilota della Squadriglia Bianca.
Amy Johnson (Kingston upon Hull, 1º luglio 1903 – estuario del Tamigi, 5 gennaio 1941) è stata un’aviatrice britannica. Laureatasi in economia, cominciò a volare per hobby nel 1928 e nel maggio 1930, meno di un anno dopo aver conseguito il suo brevetto, partì per un volo transcontinentale che l’avrebbe resa la prima donna a volare dall’Inghilterra all’Australia. Durante gli anni trenta continuò a volare, da sola o con il marito Jim Mollison, portando a termine numerose trasvolate da record; morì in circostanze non del tutto chiare durante la seconda guerra mondiale, mentre prestava servizio nell’Air Transport Auxiliary.
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