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Iachini: “Con Zamparini vado d’accordo, darò il massimo per restare”
Creato il 05 febbraio 2015 da Univeryo7pIachini: “Cresciuto a pane e pallone, quanti sacrifici per l’Ascoli…”
Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo, dalle colonne del Corriere dello Sport ha ripercorso le proprie origini parlando della sua famiglia: “Gente semplice. Franco ora in pensione, era operaio all’Enel; Maria Teresa, faceva la bidella. Sono grato ai miei genitori per gli insegnamenti ricevuti che ho cercato di trasmettere ai figli. Mia sorella Serena è segretaria in una scuola e Paolo, istruttore atletico, per anni è stato con l’Ascoli. Anche lui giocava a calcio. Centrocampista come me. Io però avevo la testa dura. Sono cresciuto a pane e pallone, nei cortili e nella parrocchia, scuole di vita che purtroppo non ci sono più. Diplomato in ragioneria, non ero né scienziato né scarso. Chiodo fisso invece diventare la bandiera dell’Ascoli. Ricordo il primo pallone con emozione. Me lo portò… Babbo Natale. Papà e mamma lo misero sotto l’albero, piansi. Il mio idolo era Renato Campanini, il miglior realizzatore di sempre nella storia dell’Ascoli“. Una passione, quella per il pallone, nata in oratorio: “Quando non rompevamo i vetri della chiesa e Don Gaetano si arrabbiava! Ho fatto il chierichetto pur di garantirmi un posto in squadra. A nove anni, l’Ascoli mi prese. Quanti sacrifici! La mattina a scuola e dopo allenamento. Ci spostavamo con il pullman e quando la sera tornavo a casa ero sfinito e dovevo alzarmi alle 5 del mattino per studiare“.
“Tanti amici nel calcio, Carillo su tutti”
Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo, intervistato dal Corriere dello Sport ha parlato degli amici che si è ritrovato nel mondo del calcio: “Beppe Carillo, il mio vice. Una vita insieme, amicizia che nasce dalle parrocchie, che cresce nell’Ascoli e si perfeziona, negli ultimi dodici anni, con una stretta collaborazione. Capitava spesso di scontrarci: io, il cagnaccio, lui il maratoneta. Poi, l’Ascoli e la prima squadra. Dopo l’allenamento si tornava indietro nel tempo. Cominciavamo a passarci la palla, facevamo la telecronaca come una vera partita, ci buttavamo per terra e, tutti sporchi di fango, inventavamo azioni da gol, risultati e nomi di giocatori stranieri. Era il calcio di Platini, Maradona, Rummenigge…, di autentici campioni, anche se a sorpresa un anno vinse il Verona di Bagnoli. Ho però una lunga lista di amici e non vorrei dimenticare nessuno. Per questo non faccio nomi. Ieri mi ha telefonato Enrico Nicolini, il vice di Mandorlini, voleva parlare di Pisano. Con Conte la stima è nata nelle tante battaglie sostenute. E poi, i compagni di camera! Luppi, Pedone, Volpecina, Pavan, Pioli, amici di famiglia. E Batistuta…“.
“Quanti maestri, Mazzone mi fece sposare…”
Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo, dalle pagine del Corriere dello Sport ha parlato dei suoi maestri avuti in carriera: “Ho avuto fortuna. Mazzone, Boskov, Castagner, Bagnoli, Ranieri, Spalletti, Novellino, Radice, i primi che mi vengono in mente. Mazzone mi ha fatto esordire in A a 17 anni, poi la consacrazione con Boskov. Mazzone segue le nostre partite e mi incita: vai per la tua strada! Per lui sono come un figlio e i figli, si sa, per i padri, sono i più bravi. Così dice che Iachini è il più forte di tutti. Fu lui che accelerò il mio matrimonio con Antonella. Dovevo trasferirmi a Barletta, mi fermò: da Ascoli non ti muovi, a patto che ti sposi! Lei aveva 15 anni, io 17 quando ci siamo conosciuti“. Parlando di sé, inoltre, Iachini si è soffermato sulle sue qualità: “Generoso, a volte troppo buono. Personaggio famoso preferito? Papa Wojtyla. Piatto? Olive ascolane e la torta al cioccolato. Bevo coca cola e tè, il mio colore è il blu. Il film? Conosco più i video dei calciatori. Comunque, Il Gladiatore con Russel Crowe. Un personaggio sportivo? Roberto Baggio. La mancanza di professionalità mi fa arrabbiare“.
“Ho due figli calciatori, l’altro sogna di fare il giornalista”
Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo, nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport ha parlato anche dei suoi tre figli: “Adesso senza paura a San Siro contro l’Inter, poi in casa con il Napoli e a Roma con la Lazio. Queste tre partite ci diranno se possiamo puntare in alto, molto in alto. Chi l’ha scritto? Samuel, il più grande dei miei tre figli, pallino del giornalista nel sangue. Un genio per quanto concerne le nuove tecnologie ed è quello che segue le vicende del calcio e della formula uno. Lui è spontaneo, il suo entusiasmo potrebbe suscitare equivoci. Gli altri due giocano ancora: Jari in eccellenza, è centrocampista di qualità, forse non ha fatto strada perché il papà non gli ha dato una mano, convinto che ognuno debba fare il proprio percorso. Magari ho sbagliato. Io non ho mai avuto un procuratore e in un mondo dove il potere è tutto, si rischia: a volte si arriva tardi, altre volte, mai. Kevin è figlio dell’ultima generazione, gli piace uscire, avrebbe anche lui le doti per sfondare però ama troppo la libertà“.
“Con l’Inter la mia partita più bella, stimo Mancini”
Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo, ha raccontato al Corriere dello Sport qual è stata la partita più bella che abbia vissuto: “Da giocatore, con l’Ascoli contro l’Inter. Segnò Altobelli, salvai due gol sulla linea su tiri di Rummenigge, pareggiai con una sforbiciata dal limite dell’area all’incrocio dei pali“. L’Inter, guarda caso, prossima avversaria in campionato: “Partita difficile e delicata. Contro una squadra che ha speso tanto e vuole tornare grande. Stimo Mancini, è stato mio compagno nella Under, un giocatore eccelso, un ottimo allenatore, un bravo ragazzo. Lo incontro con piacere. E se fossi in lui penserei che è il momento di vincere. Spero di rubargli l’idea“.
Fonte: Stadionews.it
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