Il quaderno delle calunnie
Iannozzi Giuseppe aka Bimbominkia
Senzapatria editore: L’attendibilità di una recensione va di pari passo con l’autorevolezza del recensore. Tempo fa Iannozzi mi chiese una copia saggio di “Espiazione 2.0”, nemmeno gli risposi. Un’eventuale recensione, positiva o negativa che fosse, avrebbe avuto per me lo stesso valore: zero.
Eva Carriego: Gaja, non credere a una parola di ciò che dice Iannozzi: qualche anno fa lesse “Baffi di cacao” e mi scrisse che si trattava di vera letteratura.
Isabella Moroni: All’apparire di Iannozzi nella preistoria del web, la frase “don’t feed the troll” ebbe il suo giusto motivo di esistere. Capisco che si voglia essere gentili e disponibili con tutti, ma poi va a finire che ci si tira addosso una negatività gratuita e soprattutto immeritata. Inoltre fatta così, la critica, è assai poco critica e molto offensiva.
Nina Maroccolo: Però, che tristezza… Esiste la libertà di pensiero, ma esiste anche un codice civile nell’esporre il proprio. FB non è virtualità: FB è realtà pura. Mi fa orrore che una persona qualsiasi prende una parole come “diritto o libertà” miscelandole con “posso dire tutto quello che voglio”. Che vuole anche dire: “mi comporto come voglio”. Qui sta la gravità di Giuseppe. Ma avrà la giusta umiltà di ammetterlo? Per esperienza personale, e non solo, non credo. Lui stronca l’operato di molti scrittori come stroncano l’Amazzonia. Forse perché lui stesso non è scrittore… Andare avanti, non guardare indietro: quel momento è già “passato”.
Mario Borghi: A parte che sembra una persona alla ricerca di una visibilità stile D’Agostino, a parte che riportare alcune frasette e criticarle sa tanto di maestrina che guarda che la “o” sia esattamente centrata tra le righe, io credo che tal Iannozzi, sedicente critico, sia stato in realtà colpito fin quasi alle lacrime dal libro di Gaja – e ancora gli bruciano le ferite mai rimarginate – e ha reagito Scarabosiamente, idem dicasi per Lucio Angelini. Se poi crede che il nucleo della narrazione siano le BR, allora io rubo la mitica frase della sòra Cency (detta in pubblico, in faccia all’interessato ma rivolta a me) : “Questo nun ce capiscencazzo, nun ciacapitoncazzo”. Osertto bastardissimo, mi sa tanto di link da bimbominkia tipo: “Io sono crudele e se mi vuoi sono così, nessuno mi cambia, angela e diavola ma perfida e tanto sensibile”. E i suoi commenti lo dimostrano: “Io faccio quello che voglio, io sono io e via di bimbominkia.”
Il quaderno delle calunnie sul sottoscritto Iannozzi Giuseppe verrà mano a mano aggiornato. Non dimenticare mai di leggerlo qui con estrema attenzione, caro Lettore.